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Le fiere collaterali non sentono la crisi

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Le fiere collaterali non sentono la crisi
Intervista ad Helen Allen, executive director di Pulse

  • –di Riccarda Mandrini

Grandi movimenti a Miami in attesa dell'apertura della star delle fiere Art Basel Miami Beach (4-7 dicembre) e dell'infinito numero di eventi paralleli. Nulla è stato risparmiato, anche in questo momento di crisi profonda, per dare spazio ad incontri con i protagonisti della cultura e con i direttori dei più importanti musei del mondo. Nada Art Fair (New Art Dealers Alliance), l'unica fiera no profit ha organizzato una vendita all'asta il 2 dicembre di borse, pezzi unici sui quali sono stati stampati i lavori di differenti artisti presenti in fiera a sostegno del New Museum di New York.
Design Miami ha lasciato il Moore Building per trasferirsi nel periferico Design District, dove sarà allestita in una struttura temporanea realizzata dagli architetti newyorchesi Aranda/Lasch. Pulse presenta due grandi rassegne: Pulse play e un progetto dedicato alle installazioni e alla scultura – quale ideale trait d'union tra mercato ed evento culturale. Ma ecco cosa ci ha raccontato Helen Allen, direttore esecutivo di Pulse Miami e New York.

Le precedenti edizioni di Pulse Art Fair hanno funzionato bene, può darci alcuni riferimenti riguardo il volume delle vendite?
Non è così facile, poiché non sappiamo con precisione quanto ha venduto ogni galleria.
Comunque le gallerie che hanno partecipato a Pulse lo scorso anno hanno confermato la loro presenza anche in questa nuova edizione. E' un segnale positivo.

Ci sono due edizioni di Pulse: Miami and New York, quale funziona meglio e perché?
Entrambe. Miami è la più articolata e la gente viene per la qualità della fiera e per gli eventi ad essa collegati, vanta infatti un interessante public programme, con incontri (lecture), performance, video lounge e, infine, anche per i numerosi eventi vip che hanno luogo durante la fiera.

Quali sono gli elementi che contribuiscono al successo di Pulse?
Il più importante è avere sempre un'attitudine positiva e un team dinamico e vigoroso.
E soprattutto occuparsi al meglio degli espositori, che devono avere la reale convinzione di avere fatto un investimento positivo, ma anche dei i visitatori, ai quali bisogna fare proposte culturali innovative, in grado di soddisfare le loro curiosità. E' anche importante che si accorgano che tutto funziona perfettamente.

Nella sua presentazione alla stampa, sostiene il ruolo determinante delle fiere nell'ambito del mercato dell'arte?
Assolutamente. Pulse è un luogo prima di tutto di confronto per chi opera in questo ambito. Qui collezionisti, curatori, anche le persone che intendono fare i primi passi verso il collezionismo possono trovare ottime opere anche ad un prezzo ragionevole.

In questo momento di crisi economica, quali sono le attese per la prossima edizione di Pulse?
In controtendenza rispetto alle scarse vendite delle aste, Art Forum Berlin e Fiac confermano un buon livello di vendita, certo i collezioni oggi fanno più attenzione a ciò che acquistano e a quale prezzo.

Come sono cambiati i prezzi?
A Pulse, come in molte fiere ci sono opere che vanno da mille a 500mila dollari, ma la gran parte dei lavori oscilla tra i 5mila e i 50mila.

Che genere di opere sono più presenti a Pulse quest'anno?
Come sempre un po' tutte. Lo scorso anno sia a Miami sia a New York c'erano molte installazioni, quest'anno molti espositori propongono i video.

Che genere di lavori funziona meglio sul mercato oggi?
C'è un nuovo interesse per le opere pittoriche, la fotografia si vende bene e anche i lavori su carta.
Negli anni scorsi c'è stata una specie di esplosione di opere legate alla tecnologia o sperimentali lavori spinti più che altro da collezionisti un po' improvvisati e sulle quali hanno anche speculato, ma ora non è più il momento per le speculazioni.

Helen Allen, visita Pulse cosa acquista e cosa consiglierebbe ad un amico di acquistare?
Personalmente amo molto la fotografia, le opere su carta ed alcune installazioni.
Ho notato che spesso chi inizia a collezionare parte spesso dalla pittura.
Per una questione di correttezza non posso fare i nomi degli artisti di cui acquisterei le opere

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