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Aste, chi sopravviverà alla crisi? Ecco le blue chip da acquistare

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Aste, chi sopravviverà alla crisi? Ecco le blue chip da acquistare

La ripresa sarà lenta, per non dire molto lenta. Tra gli operatori la speranza è che dalle aste, in programma settimana prossima a Londra, venga stabilito un nuovo livello di prezzi per l'arte contemporanea dal quale ripartire. Se per molti l'attuale ribasso delle quotazioni del contemporaneo è percepito come «il colpo di grazia», per altri è un momento ricco di opportunità. Gli speculatori sembrano essersi volatilizzati, mentre i veri collezionisti, quelli di lungo periodo, sono di nuovo attivi poiché i prezzi hanno raggiunto livelli più fair. Ridimensionamento dei prezzi e cautela nel mettere in vendita le opere sembra essere l'imperativo per questi appuntamenti. Sentiment confermato dal sondaggio effettuato a dicembre dagli esperti di ArtTactic: l'indicatore Art Market Confidence ha toccato il più basso livello scendendo dell'81% a 10,5 punti rispetto allo scorso maggio, mostrando che i «pessimisti» hanno superato gli «ottimisti» nel rapporto di 10 a 1. Il sondaggio suggerisce che potrebbe essere necessario un periodo di tempo abbastanza lungo prima della ripresa del contemporaneo: il 52% degli intervistati sostiene che saranno necessari tre anni e più della metà oltre cinque anni per uscire dal tunnel. Il 25% ha un atteggiamento più positivo, saranno necessari uno o due anni, mentre solo un esiguo 4% si aspetta la ripresa entro fine anno.
Ma quali saranno gli artisti viventi che sopravviveranno alla crisi? Nei prossimi dieci anni, chi, tra i nomi più blasonati, godrà ancora di un consensus elevato e chi, invece, essendo più «vulnerabile» subirà i contraccolpi dell'attuale crisi?
La storia ci insegna una lezione valida soprattutto quando il mercato diventa troppo speculativo. Alcuni famosissimi artisti contemporanei figli del boom degli anni 80 come Julian Schnabel, Eric Fischl e David Salle, non hanno mai più recuperato, in termini reali, i livelli di prezzi raggiunti nella fase speculativa, e alcuni artisti addirittura sono scomparsi dal mercato. Non vi è ragione perché questo non accada ancora. Gli esperti di ArtTactic hanno affiancato al sentiment sulla fiducia a breve termine (sei mesi) sul mercato dell'arte (Art Market Confidence) un nuovo rating con una visione più a lungo termine (dieci anni). Con il Survival Rating (approfondimenti su www.arteconomy24.ilsole24ore.com) ArtTactic misura la probabilità per ciascun artista di mantenere il successo e livelli di prezzo sostenibili nel tempo. I prossimi due-tre anni saranno cruciali per determinare la «longevità» di un artista. Nel lontano 2019 (vedere tab.) secondo il Survival Rating la fama dell'artista tedesco Gerhard Richter (1932) non subirà contraccolpi. Al primo posto della classifica presenta il più elevato grado di consensus con il 91% degli intervistati concordi sulla sua «longevità», nonostante l'indicatore a breve (Confidence Indicator) registri un ribasso (-30% a 55 rispetto a maggio 2008) per il deludente risultato d'asta del 12 novembre, in cui Christie's battè «Abstraktes Bild, 710» per 13 milioni, stima minima. Pare in dubbio, invece, la «sopravvivenza» del principe delle quotazioni, Damien Hirst (1965), che si posiziona solo al 21° posto del Survival Rating con un calo di fiducia del mercato anche nel breve (-85% a 11). Analogo sentiment di breve, con l'indicatore in calo del 78% rispetto a maggio 2008, per Takashi Murakami (1962) che però nel lungo periodo risulta tra i primi cinque nel Survival Rating: la sua arte legata alla cultura otaku, testimone di un disagio generazionale oltre a mettere in evidenza la pochezza emotiva del Giappone contemporaneo in preda a una febbre consumistica, ci farà compagnia anche nei prossimi dieci anni. Nessun problema per Cindy Sherman (1954), l'artista americana si difende molto bene nel breve periodo – nelle ultime aste l'invenduto ha riguardato i pezzi più costosi – e presenta un elevato consensus per i prossimi dieci anni. La video-art potrà contare sulla presenza nel lontano 2019 di quello che oggi è fra i più apprezzati artisti, Bill Viola (1951). A rischio l'artista figurativa Marlene Dumas (1953), ma anche Cecily Brown (1969), George Condo (1957) e Shirin Neshat (1957) negli ultimi posti nella mappa di coloro che sopravviveranno tra dieci anni. E tra gli italiani troviamo solo Maurizio Cattelan (1960).

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