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Seven Days in the Art World

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Seven Days in the Art World

  • –di Anna Silvia Barrilà


Il prossimo sette giugno verrà presentato alla galleria di Massimo De Carlo (via Ventura 5, Milano) "Il giro del mondo dell'arte in sette giorni" di Sarah Thornton, edito da Feltrinelli. Il libro "Seven Days in the Art World", già edito in inglese dalla Granta Books dal 1° ottobre,scorso descrivere il mondo dell'arte in sette giorni. Per raggiungere tale fine l'autrice, che ha sì un bachelor in storia dell'arte, ma è estranea alle dinamiche del mercato, sceglie un approccio etnografico. Attraverso l'osservazione partecipante, cioè la prolungata permanenza e partecipazione alle attività del gruppo sociale studiato da parte del ricercatore, la Thornton compie un viaggio alla scoperta dei segreti del mondo dell'arte. Il risultato è un libro che intrattiene il lettore con una narrazione spedita, in cui i personaggi della scena sono descritti con vezzi e pettegolezzi, ma che rimane a un livello piuttosto superficiale per quanto riguarda la comprensione del mercato.

Frutto si più di 250 conversazioni annotate in 47 quaderni di appunti, il libro è suddiviso in sette capitoli ambientati in sei città e in cinque nazioni. Ogni capitolo racconta un giorno trascorso in un ambito specifico: la casa d'asta, la critica, la fiera, il premio, la rivista, lo studio dell'artista e la biennale. Dalla scelta degli eventi e delle località l'autrice mostra una certa preferenza per eventi sì rappresentativi, ma anche molto mondani: il capitolo sull'asta racconta una vendita serale di arte contemporanea da Christie's a New York; al ritmo e alla tensione di tale evento, descritto come una lotta di gladiatori in un'arena romana, si contrappongono le riflessioni del capitolo successivo, in cui l'autrice partecipa al seminario di autocritica di Michael Asher al California Institute of the Arts, per poi tornare a temi di mercato con il capitolo sulla fiera, ambientato il giorno dell'inaugurazione dell'Art Basel. Il quarto e il quinto capitolo affrontano il tema del giudizio e del dibattito sull'arte attraverso la presentazione del Turner Prize a Londra e l'analisi della rivista Artforum International nella redazione di New York. Dagli Stati Uniti si vola in Giappone per la visita allo studio "art factory" di Takashi Murakami, per poi arrivare alla conclusione in Europa all'inaugurazione della Biennale di Venezia.

Nel corso del libro moltissimi sono i personaggi incontrati, alcuni sono solo comparse, altri ritornano in varie occasioni. Tra questi Knight Landesman, coeditore di Artforum che spiega il mercato dell'arte attraverso l'osservazione delle pubblicità sulla rivista: solo le gallerie più importanti sono ammesse nel primo 30% della pubblicazione, Marian Goodman è sempre accanto all'indice, Larry Gagosian alla pagina degli autori del mese, Bruno Bischofberger ha il retro di ogni numero dagli anni 80. Le gallerie più grandi possono controllare la pubblicità accanto alla propria, quelle meno potenti ricevono lo spazio a sinistra. E ancora Christopher Burge, capo battitore di Christie's, che paragona l'asta a una lotta di gladiatori al Colosseo, in cui il pubblico ansioso attende risultati estremi. La sua abilità sta nell'interpretazione della psicologia del pubblico, nel cogliere gli sguardi, i segnali, soppesare le pause. Philippe Ségalot, art adviser di François Pinault, la cui baldanza ricorda che il mercato dell'arte è un mercato della fiducia: "il valore di un'opera è determinato da quanto un singolo è disposto a pagare per averla".

E poi Sir Nicholas Serota, direttore della Tate, che spiega il peso del Turner Prize nella carriera di un artista; Blum & Poe, galleristi di Takashi Murakami; Amy Cappellazzo, condirettrice del dipartimento per il dopoguerra e il contemporaneo da Christie's, e ancora Josh Baer, Nicholas Logsdail, Paul Schimmel, John Baldessari e tanti altri che spiegano il proprio ruolo nell'arte. L'autrice in veste di agente speciale con telecamera nascosta cerca di individuare i ruoli di questi personaggi nel mondo dell'arte e di rivelare i loro segreti. Nel farlo riesce a trasportare il lettore alla ricerca dei nomi importanti, ma poi non raggiunge con le sue rivelazioni un grado di profondità tale da spiegare i veri motivi che stanno alla base del significato di un evento o di un personaggio, con il rischio che il mondo dell'arte appaia, agli occhi del lettore profano e non solo, ancora più irrazionale e esclusivo di quanto pensasse.

Intervista all'autrice Sarah Thornton




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