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L'arte di Mps vale 114,4 milioni

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L'arte di Mps vale 114,4 milioni

L'arte non trova spazio nelle voci di bilancio delle banche o ancora molto poco. Caso eccellente la Banca Monte Paschi di Siena che ha una magnifica collezione d'arte antica: da Sassetta fino a Beccafumi, Rutilio Manetti e ai pittori del Seicento senese. Nel bilancio del 2008 della capogruppo nella sezione 11 “Attività materiali”, secondo le disposizioni recentemente emanate da Banca d'Italia, sono state ricomprese le opere d'arte per circa 114,4 milioni di euro sul totale delle "attività materiali altre" di 156,6 milioni. «I 114,4 milioni delle opere d'arte in bilancio comprendono per 98 milioni la collezione Bmps, per 9 milioni quella della Banca Agricola Mantovana e per 7 quella di Antonveneta, entrambe incorporate nel corso del 2008» affermano da Bmps. «La voce in bilancio comprende le rivalutazioni, per quasi il 100%, del totale del patrimonio artistico della banca, realizzata nel 2005 in conformità ai principi contabili Ias, con la consulenza degli esperti di Open Care». Le rivalutazioni effettuate risultano pari a un valore di 90 milioni dagli iniziali 7 milioni iscritti nello stato patrimoniale al 2005 per Bmps e di 6 milioni dagli iniziali 2 milioni per Banca Agricola Mantovana. Il patrimonio artistico della Bmps è composto da 16mila oggetti di proprietà della Banca e 2.900 opere, sempre di proprietà del Monte, che fanno parte della Collezione di Palazzo Chigi Saracini. Nel 2007 il valore di bilancio della collezione Bmps ammontava a 97 milioni, perché non vi era ancora il dato aggregato con le due banche incorporate successivamente. «Nell'ultimo anno la collezione non è stata incrementata da donazioni o aggregazioni e il valore patrimoniale è restato invariato» concludo da Bmps.
Unione Fiduciaria ha analizzato i bilanci di alcune Popolari che hanno adottato il metodo del fair value per la valutazione delle opere d'arte: «Dopo le perizie i valori iscritti a bilancio si sono rivalutati del 200%, così aumentando l'attivo dello stato patrimoniale» spiegano da Unione Fiduciaria.
Un esempio? La Banca popolare di Milano nell'ultimo bilancio sotto la voce Attività materiali, nelle rimanenze finali nette, iscrive 5,5 milioni di euro per le opere d'arte (rispetto ai 4,8 milioni dell'anno precedente). Le attività materiali sono iscritte al costo di acquisto; per le opere d'arte Bpm ha adottato il fair value come sostituto del costo alla data di transizione agli Ias del 2004.
Il gruppo UniCredit ha ereditato, in seguito al perfezionamento nel 2008 dell'integrazione con Capitalia (portava in dote i patrimoni artistici di Banca di Roma, Banco di Sicilia e Bipop Carire) circa 10mila opere, oggi di proprietà della holding. Le raccolte delle banche estere sono ancora sotto la loro diretta proprietà. Il gruppo UniCredit non ha ritenuto di procedere a una valutazione delle opere secondo i criteri Ias e l'attuale fase è ancora di classificazione. All'interno del sistema di catalogazione il prezzo di carico o di libro è quello effettivamente pagato per l'acquisto o il valore storico, di conferimento dell'opera. Bsi ha valorizzato la collezione nella Bsi Art Collection, società di gestione delle opere che non divulga i dati di bilancio. Mentre Ubs ha optato per non inserire la collezione in bilancio perché il valore delle opere subisce una variazione costante nel tempo e perché la collezione si autofinanzia: gli incassi delle vendite finanziano gli acquisti.

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