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Tre Contini Bonacossi

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Tre Contini Bonacossi

di Laura Torretta
Abituati a starsene nell'ombra e guardare i fuochi d'artificio dei pittori moderni e contemporanei, una volta tanto i maestri antichi hanno agguantato la pole position. E reciteranno il ruolo di protagonisti il 9 giugno a Milano quando Sotheby's sperimenterà una formula nuova di zecca. Abbandonati gli schemi tradizionali, ha ricreato una sorta di cabinet d'amatore, con antichi arredi, ceramiche, oggetti d'arte, libri, dipinti. Per quanto riguarda questi ultimi, il perno è costituito da tre splendide tele rinascimentali accomunate, oltre che dalla qualità, dalla provenienza: la raccolta Contini Bonacossi.
Leggendario collezionista, connoisseur e mercante, per tutta la prima metà del '900 Alessandro Contini Bonacossi fu interprete del mondo dell'arte italiano. Alla sua morte, nel 1955, lasciò oltre mille dipinti e oggetti d'arte: 144 esemplari, tra tele, sculture, maioliche, mobili, furono donati allo Stato e collocati nel complesso vasariano degli Uffizi. Ora, la vendita all'asta delle tre opere Contini Bonacossi rappresenta un evento.
Sia per il valore (complessivamente sono stimate da 650mila a 900mila euro), sia per le vicende che ne hanno accompagnato il percorso. Se il magnifico Ritratto di dama col liuto del Bachiacca ha un passato cosmopolita nel senso che, dapprima nella collezione Sanderson di Edimburgo, nel 1911 è passato in una raccolta newyorchese per approdare poi in quella del conte Trotti di Parigi, La chiamata di Sant'Andrea di Federico Barocci è stata identificata come bozzetto per la pala commissionata nel 1580 al pittore da Lucrezia d'Este, duchessa di Urbino. E il Ritratto di Giovane, ora assegnato a Jacometto Veneziano, fu invece esposto a Venezia nel 1963 come opera di Carpaccio e con tale attribuzione dichiarato d'interesse storico con decreto ministeriale del 1998. Anche le altre due tele sono notificate.
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