ArtEconomy24

«Il mercato sta guarendo»

  • Abbonati
  • Accedi
In Primo Piano

«Il mercato sta guarendo»

A dieci mesi dal crash economico-finanziario «ArtEconomy24» ha effettuato un sondaggio tra collezionisti privati per tirare le somme di una stagione trascorsa all'insegna della crisi. Com'è cambiato il mercato? Come comportarsi nella nuova situazione? Che cosa riserva il futuro? A tali domande rispondono collezionisti internazionali con background professionali diversi: tre europei, António Cardoso dal Portogallo, Kate Jones da Londra e il tedesco Tommi Brem; Evan Mirapaul da New York e una collezionista asiatica, Nicole Thang da Singapore. Per tutti l'elemento comune è l'uso di Internet, l'autonomia ottenuta grazie alla maggiore reperibilità d'informazioni e la partecipazione a communities online di settore come Independent-Collectors.com, che ha permesso questo sondaggio.

1. Sono passati dieci mesi dal crollo Lehman Brothers, com'è cambiata la sua attività collezionistica? Sono cambiati gli artisti?
António Cardoso
Il blocco dei mercati finanziari mi ha permesso di partecipare a fiere e biennali che in condizioni normali non avrei visitato per mancanza di tempo. Continuo a seguire gli artisti della mia collezione e cerco nuovi talenti che la valorizzino. In fiera gli acquisti sono più facili di prima, quando l'artista aveva lunghe liste di clienti.
Evan Mirapaul
Sono diventato più selettivo negli acquisti e gli obiettivi della mia collezione sono più precisi. I miei gusti sono sempre stati molto aperti, cerco lavori stimolanti. Una persona una volta mi ha detto: «s'impara più dall'arte che si odia, che da quella che si ama».
Kate Jones
Ho acquistato alcuni pezzi, ma con un budget ridotto, lavori più piccoli su carta e un paio di pezzi di giovani diplomatisi di recente non ancora rappresentati da gallerie.
Tommi Brem
La mia attività non è cambiata radicalmente. Al contrario, acquisto più di prima perché la crisi non ha avuto effetti sull'arte che m'interessa. Gli artisti che seguo non sono cambiati, non acquisto per investire.
Nicole Thang
L'industria in cui lavoro è nell'epicentro della crisi finanziaria e il mio lavoro è più incerto che mai. La crisi mi spinge a investire in opere più economiche ma di qualità. Guardo artisti emergenti piuttosto che affermati.

2. È stato costretto a vendere per la crisi? Ha ottenuto sconti negli acquisti?
António Cardoso
Non ho venduto niente. Non vendo per realizzare liquidi, ma solo perché il mio gusto è cambiato, o perché alcuni pezzi non sono più così forti nella collezione. Mi piace instaurare con le gallerie una relazione a lungo termine, evito quelle che fanno grandi sconti perché talvolta riflettono pratiche poco trasparenti d'incremento dei prezzi. In Portogallo gallerie fallite facevano sconti del 50%, comprando i loro artisti c'è il rischio, dopo il fallimento, di non vederli più promossi.
Evan Mirapaul
Non ho venduto per via della crisi e ora è il momento peggiore per farlo. Ho ricevuto sconti negli acquisti, ma da sempre. Alcuni galleristi sono più aggressivi nella negoziazione, ma non cerco arte svalutata. Se c'è un pezzo che m'interessa si giunge a un accordo, ma non voglio spremere l'artista.
Kate Jones
Non rivendo le opere della mia collezione e se lo facessi non sarei sicura di ottenere ora prezzi abbastanza consistenti. Dalle gallerie ho ricevuto sconti del 20%, ma alcuni collezionisti hanno ottenuto fino al 40%.
Tommi Brem
Non acquisto per investimento e il valore della mia collezione non è di magnitudo tale da aiutare in questioni finanziarie, anche se vendessi tutto. Non intendo vendere perché amo le opere che ho. Mi vengono offerti sconti del 10-15% ma acquisto opere intorno ai 500€.
Nicole Thang
Nonostante l'instabilità lavorativa non ho mai pensato di vendere la mia collezione per ottenere liquidità. E vista la depressione dei prezzi non avrebbe senso vendere ora.

3. Impressioni della Biennale di Venezia e della fiera di Basilea di quest'anno?
António Cardoso
Non sono stato a Basilea. La Biennale si vede rapidamente. Le opere sono poche e non sorprendenti; le migliori sono di artisti consacrati come Lygia Pape, Pistoletto, Nauman e Barceló. Tra i padiglioni spicca la Nuova Zelanda.
Evan Mirapaul
Non vado mai a Basilea. Forse lo spirito è cambiato con la crisi, ma la trovo ostile, elitaria e commerciale nel senso negativo. Spero di andare a Venezia in estate, non m'interessa l'isteria d'apertura.
Kate Jones
Andrò a Venezia più avanti. Sono stata a Basilea un giorno invece dei soliti tre. Volevo vedere ma non sentire la frustrazione di non poter comprare! Le gallerie mi hanno inviato informazioni sui nuovi lavori ma quest'anno non ho i fondi.
Tommi Brem
Non sono stato a Venezia. A Basilea ho trovato una più alta qualità rispetto all'anno scorso. Alcune gallerie hanno osato, invece, di andare sul sicuro.
Nicole Thang
Il successo commerciale di Basilea dimostra che con la giusta strategia di prezzo le vendite non sono compromesse.

4. Nell'era dell'informazione in rete e delle communities com'è mutata la figura del collezionista?
António Cardoso
In un mercato poco trasparente Internet è indispensabile. I collezionisti si riuniscono in comunità virtuali come Independent-Collectors.com. L'informazione è a disposizione di tutti, la figura del collezionista si è democratizzata, non è più il magnate petrolifero bensì il comune mortale. Anche i risultati delle aste e le collezioni di musei sono in rete.
Evan Mirapaul
Non è cambiata: per capire l'arte è necessario vederla di persona, andare in galleria e incontrare gli artisti. Internet è un ottimo strumento di ricerca e studio, ma anche ingannevole.
Kate Jones
Per me rimane importante vedere l'arte che acquisto. Il networking e la condivisione di esperienze hanno incoraggiato la mia passione. Il collezionista è meno isolato.
Tommi Brem
Ho iniziato a collezionare con il lancio di Independent-Collectors.com: appartengo già a una nuova generazione di collezionisti. Registrarsi su una community e comunicare è il nuovo trend che favorisce la consapevolezza e lo scambio d'informazioni trasparente. È salutare perché rinnova le regole demodé del mercato.
Nicole Thang
Apprezzo forum, blog e twitter, con update diretti sul mio iPhone. Christie's, Sotheby's, Artnet e Independent-Collectors.com sono i miei favoriti. Ho anche un blog e un account twitter grazie ai quali condivido le sinergie con la community.

5. Un artista sopravvalutato e un artista sottovalutato? E perché?
António Cardoso
Sopravvalutato è Damien Hirst che va in asta come compratore dei suoi lavori insieme ad altri investitori e possiede un'industria di produzione con decine di artisti. Il giovane portoghese Gabriel Abrantes (1984) è sottovalutato: nonostante lavori in un mercato con minor visibilità il suo lavoro è qualitativo e multidisciplinare.
Evan Mirapaul
Sopravvalutati sono gli autori dei lavori tanto richiesti durante la bolla. Mi viene in mente Murakami, ma ce n'erano molti. Sottovalutati sono quegli artisti di alta qualità che erano troppo vecchi per essere inclusi nella mania dell'artista emergente, ma che sono rimasti fedeli alla propria linea.
Kate Jones
Ci sono molti artisti sopravvalutati, ma non posso fare commenti perché alcuni sono miei clienti!
Tommi Brem
A mio parere molti degli artisti glamour sono sopravvalutati ma il valore è un concetto molto personale nell'arte. Non comprerei un'opera di Murakami o Meese neanche per 10 €, per me sono sopravvalutati.
Nicole Thang
Damien Hirst è stato sopravvalutato, quantomeno per le sue installazioni. Spero di vedere maggior valore nel suo ritorno alla pittura.

6. Le sue previsioni a breve per il mercato dell'arte?
António Cardoso
Non c'é relazione diretta tra mercato dell'arte e borsa. Il primo continuerà ad avere una performance inferiore agli altri mercati, ma ciò è positivo per una nuova generazione che potrà creare collezioni di qualità a buon prezzo. La crisi finanziaria ha prosciugato la liquidità dei nuovi ricchi russi e asiatici, ora impegnati ad ammortizzare i debiti più che all'arte.
Evan Mirapaul
Per le gallerie che non hanno molti soldi sarà una sfida. Per i collezionisti che hanno fondi e occhio perspicace ci saranno veri affari. In asta si vedranno bei lavori a prezzi inferiori.
Kate Jones
Il mercato riacquisterà forza gradualmente, ma non ritornerà ai livelli pazzeschi di prima.
Tommi Brem
Migliorerà e si tornerà alla sostanza dopo la moda dei grandi nomi. I livelli dei prezzi saranno più realistici e il ritmo rallenterà per permettere di prestare attenzione al dettaglio. Il mercato ha avuto la febbre, adesso sta guarendo.
Nicole Thang
Gli emergenti del Sudest Asiatico, molti da scoprire, sono la mia scommessa per il futuro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA


COLLEZIONISTI A CONFRONTO António Moutinho Cardoso È collezionista dal 1997, 47 anni, laureato in ingegneria zootecnica, investe in borsa dal 1985, vive tra Porto e Berlino. Nella foto Antonio Cardoso a Venezia
Evan Mirapaul Un'opera del collezionista americano residente a New York. Nella foto «Hopi Green Holding Kni», 2006 di Thorsten Brinkmann (C-Print, cm 127 x 166)
Kate Jones Collezionista di 35 anni, residente a Londra, bachelor in Economia e Commercio e tedesco, colleziona sia a livello privato che aziendale per la società familiare di servizi per l'arte. Nella foto «Untitled» 2008, olio su pannello di Sharon McPhee in collezione
Tommi Brem Collezionista dal 2008. Residente a Stoccarda, 32 anni, bachelor in Performance Design, è creativo nella società Dorten e per la community Independent Collectors. Nella foto Tommi Brem con una sua opera: «A Piece of Paper» di Jonathan Monk
Nicole Thang Sales Trader a Singapore, 34 anni, laureata in Economia Politica Internazionale. Nella foto Nicole Thang

© Riproduzione riservata