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Una Cleopatra da 120 ducati

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In Primo Piano

Una Cleopatra da 120 ducati

di Guido Guerzoni
Da tempo si avvertiva la necessità di un'iniziativa che colmasse un'ampia lacuna negli studi storico-artistici, approfondendo la conoscenza delle prassi collezionistiche diffuse in età moderna a Venezia, capitale di uno stato e piazza di scambi economici globali, che competè ad armi pari nell'arena artistica con rivali del calibro di Roma, Parigi e Napoli.
Il progetto intitolato Il Collezionismo d'arte a Venezia. Dalle origini all'Ottocento ha costituito una prima risposta a tale istanza, grazie al paziente lavoro di un gruppo di ricerca dell'Università di Udine guidato da Stefania Mason e finanziato dalla Fondazione di Venezia, che ha promosso e sostenuto tale iniziativa sin dal 2003, nell'ambito di un programma pluriennale riguardante il collezionismo veneziano.
Il team di ricerca ha affrontato la sfida, avviando indagini sistematiche per chiarire le dinamiche dello sviluppo e della dispersione delle raccolte costituite da svariati gruppi socio-professionali (nobili, religiosi, grandi mercanti, residenti forestieri, artisti, agenti ecc.); analizzare i meccanismi di scambio e le diverse tipologie di acquisizione e vendita; ricostruire, ove possibile, i passaggi di proprietà delle opere, partendo dalle citazioni archivistiche e dalle menzioni nelle fonti a stampa per giungere poi alla loro ubicazione attuale.
L'obiettivo, pertanto, è stato quello di costruire un corpus documentale ragionato del collezionismo artistico marciano dalle origini documentabili sino al primo Ottocento, allorché, dopo la caduta della Serenissima e la donazione delle raccolte di Teodoro Correr alla sua città, si inaugurò un'epoca per taluni versi inedita del collezionismo cittadino.
A oggi sono usciti i primi due volumi della collana editoriale collegata al progetto, che illustrano i primi risultati raggiunti: nel 2007 è uscito Il collezionismo d'arte. Il Seicento (a cura di Linda Borean e Stefania Mason), nel 2008 Il collezionismo d'arte. Dalle origini al Cinquecento (curato da Michel Hochmann, Rosella Lauber e Stefania Mason), per i tipi Marsilio; l'uscita del terzo, dedicato al Settecento (a cura di Linda Borean e Stefania Mason), è imminente, essendo prevista entro la fine del 2009. Sia i lettori specializzati – studiosi, curatori e direttori museali, organizzatori di mostre eccetera – sia il più vasto pubblico possono trovare informazioni preziose in questi volumi, che riportano i risultati critici più avanzati nella storia del collezionismo veneziano di età moderna. Lo dimostra l'impostazione editoriale, accolta con particolare favore dalla comunità scientifica internazionale: non si tratta di meri repertori o di pure trascrizioni inventariali, ma di contributi articolati in saggi tematici, che sondano specifici aspetti, dai modi del collezionismo e del passaggio dallo studiolo al «camaron» dei quadri (Stefania Mason), al legame tra collezionismo e fortuna dei generi (Linda Borean) e alla scultura "da galleria" (Simone Guerriero), dalle questioni storiografiche (Michel Hochmann; Massimiliano Rossi) alla posizione di testimoni come Marcantonio Michiel (Rosella Lauber), dalla circolazione delle opere nel mercato locale e internazionale (Isabella Cecchini) al ruolo di intenditori e agenti forestieri (Laura de Fuccia; Andrew John Martin): tutti aspetti citati marginalmente o appena sfiorati negli studi precedenti.
Si è trattata di una scelta confortata dall'adozione di un provvedimento parallelo poco praticato in Italia: tutti i dati inventariali della ricerca sono accessibili online, grazie a un accordo tra la Fondazione di Venezia, i ricercatori e il Getty Project for the Study of Collecting and Provenance del Getty Research Institute di Los Angeles, riconosciuto come il più importante centro di studi internazionale sul collezionismo.
Questa soluzione ha consentito di redigere dei case studies di raccolte particolarmente significative per natura dei proprietari e modalità costitutive (da quelle "dinastiche" dei patrizi Cornaro e Grimani a quelle di mercanti nobilitati come i Bergonzi) e un corpus di profili biografici (oltre 40 per volume) su collezionisti, agenti, diplomatici e critici che assunsero ruoli determinanti nelle vicende collezionistiche veneziane in età moderna. Accanto a personaggi noti, per altro sottoposti a nuove indagini, ne sono emersi altri, dal profilo sinora incerto, a dispetto della loro coeva rilevanza, quali il pittore/mercante Domenico Gambato, il patrizio Alvise Molin (che nel 1668 ordinò di far spedire una lista dei suoi dipinti e sculture alle principali corti dell'epoca per «sperimentar vendita tra i forestieri») o Giovanni Paolo Cornaro "dalle Anticaglie", dal soprannome con cui Carlo Ridolfi lo consegnò alla storia.
In chiusura di ogni volume si può rinvenire un nucleo scelto di inventari e testamenti inediti, accuratamente selezionati per offrire una campionatura rappresentativa, in termini di estrazione sociale, status professionale o modalità di compilazione: dall'inventario post mortem preteso dai creditori di Paolo del Sera, agente del cardinal Leopoldo de' Medici, all'inventario d'artista di "Giovanni scultore" che altri non è se non lo statuario di fiducia del celebre banchiere tedesco Hans Fugger cui spediva busti moderni ma "all'antica" per la nuova residenza di Augusta.
Come già anticipato, la pubblicazione integrale di tutti i documenti esaminati dal gruppo di ricerca è invece disponibile, gratuitamente, sul sito del Getty Provenance Index, grazie alla collaborazione con il Getty Project for the Study of Collecting and Provenance: una scelta innovativa, che valorizza davvero gli esiti di progetti di ricerca disponibili ovunque, a chiunque.
Sfogliando i volumi il lettore potrà spesso imbattersi in affascinanti curiosità, ad esempio che la stima della Cleopatra di Johann Liss (Monaco, Alte Pinakothek) – pari a 120 ducati – corrispondeva alla provvigione annuale di un interprete del consolato veneziano a Costantinopoli; o che nelle raccolte di numerosi parroci del Seicento era costante la presenza di una "Susanna al bagno", un tema biblico che pur tuttavia permetteva la visione di una bella figura femminile. All'epoca «Tuti vuol formar studio de Pitura», aveva commentato Marco Boschini, che di fronte a una Carità di Padovanino allora posseduta dal piovano di San Tomà, esclamò: «El xe un Bocon da prete e da piovan».
1 «Il collezionismo d'arte a Venezia. Il Seicento», a cura di Linda Borean e Stefania Mason, Marsilio, Venezia, pagg. 424, € 35,00;
1 «Il collezionismo d'arte a Venezia. Dalle origini al Cinquecento», a cura di Michel Hochmann, Rosella Lauber, Stefania Mason, Marsilio, Venezia, pagg. 422, € 35,00.

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