ArtEconomy24

Questo è un quadro? Non per la Dogana, paga il 20%

  • Abbonati
  • Accedi
In Primo Piano

Questo è un quadro? Non per la Dogana, paga il 20%

Un dipinto di Enzo Cucchi del 2002, importato dalla Svizzera, o ancora una tela di Alighiero Boetti del 1987, arrivato dagli Emirati Arabi Uniti o il quadro (qui a destra) di Ghada Amer proveniente dagli Stati Uniti, cosa hanno in comune?
Nessuno dei tre è un'opera d'arte per l'Agenzia delle Dogane di Milano e i rispettivi proprietari sono stati raggiunti da avvisi di rettifica di accertamenti dell'Iva nella misura del 20%. Mentre la tassa d'importazione stabilita per le opere e gli oggetti d'arte, di antiquariato dalla Legge n.85 del 22 marzo 1995 è del 10%. E dire che non erano neanche installazioni con televisori o lavatrici, ma quadri! Ma ora per importare arte in Italia da Paesi extra Ue, in particolare Svizzera e Stati Uniti, se l'Agenzia non ha il sigillo della Sovrintendenza per i beni artistici chiede il doppio del dazio. Una ventina i casi transitati da Milano Malpensa e da Firenze e "rettificati" dai doganieri. L'allarme è scattato il 10 settembre dall'Associazione nazionale gallerie d'arte moderna e contemporanea (Angamc) che ha inviato a nome del presidente Massimo Di Carlo, al suo terzo mandato, una lettera ai 190 galleristi associati mettendo a loro disposizione l'assistenza di un pool di avvocati e fiscalisti.
«L'Agenzia delle Dogane, nello specifico gli Uffici delle Dogane di Milano 2 e di Firenze, – vi è scritto nella lettera – sul presupposto che il soggetto importatore dell'opera in Italia non sia stato in grado di produrre agli stessi, prima dell'importazione, un'attestazione da parte della competente Sovrintendenza circa la natura di opera d'arte del bene interessato come stabilito nella circolare del 22 giugno 1995 n. 177/E del dipartimento delle Entrate, ritiene che l'accertamento dell'imposta doganale debba essere rettificato nella misura del 20%, con l'aggravio degli interessi e con l'applicazione di una sanzione pari al 30% (ex art. 70 Dpr 633/1972 e art. 13, comma 2 decreto legislativo 471/1997)». Insomma se la Sovrintendenza di competenza non esce e certifica in Dogana la qualità artistica del "bene", l'Agenzia richiede il 20% del valore. Contattata da «ArtEconomy24» la Sovrintendenza di Brera (Mi) non ha ancora fornito nessuna risposta e anche l'Agenzia delle Dogane di Milano si riserva di rispondere.
«Vi sono validi motivi per ritenere infondata la pretesa dell'Amministrazione» secondo gli esperti dell'Angamc, Giuseppe Calabi e Fabio Guffanti, che consigliano ai destinatari della rettifica di resistere attraverso ricorso ai competenti Uffici delle Dogane e alle Commissioni Tributarie Provinciali. Due le ragioni per contestare rettifiche e sanzioni: «In base a una consolidata giurisprudenza della Corte di Cassazione, una circolare amministrativa non può introdurre requisiti ulteriori (nello specifico l'attestato rilasciato dalle Sovrintendenze) rispetto a quelli già previsti dalla normativa applicabile al fine di poter usufruire dell'aliquota Iva ridotta», spiega l'avvocato Calabi. «Secondo, la competenza delle Sovrintendenze non sussisterebbe, in ogni caso, per quanto riguarda opere di artisti viventi e la cui esecuzione risalga a meno di 50 anni» conclude. Nel frattempo le importazioni si fanno transitare da Verona.
Marilena Pirrelli
m.pirrelli@ilsole24ore.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© Riproduzione riservata