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«Fede e genio siano alleati»

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«Fede e genio siano alleati»

di Carlo Marroni
«La fede non toglie nulla al genio». Ai 260 artisti affluiti ieri nella Cappella Sistina, Benedetto XVI ha lanciato un appello di coesione e riconciliazione, un'esortazione a marciare insieme verso la «Bellezza infinita». L'evento, a 45 anni dall'incontro con il mondo dell'arte che volle Paolo VI, ha rimarcato l'obiettivo di riaprire il dialogo tra la Chiesa e l'arte, tema che sta a cuore al Papa teologo e musicista. «Custodi della bellezza», grazie al loro talento, gli artisti hanno «la possibilità di parlare al cuore dell'umanità, di toccare la sensibilità individuale e collettiva, di suscitare sogni e speranze, di ampliare gli orizzonti della conoscenza e dell'impegno umano» ha detto nel discorso Benedetto XVI. «Siate perciò grati dei doni ricevuti e pienamente consapevoli della grande responsabilità di comunicare la bellezza. Siate anche voi, attraverso la vostra arte, annunciatori e testimoni di speranza per l'umanità. E non abbiate paura di confrontarvi con la sorgente prima e ultima della bellezza, di dialogare con i credenti, con chi, come voi, si sente pellegrino nel mondo e nella storia verso la Bellezza infinita».
Per Raztinger «l'umanità può vivere senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe più vivere, perché non ci sarebbe più nulla da fare al mondo. Tutto il segreto è qui, tutta la storia è qui. Troppo spesso la bellezza che viene propagandata è illusoria e mendace, superficiale e abbagliante fino allo stordimento e, invece di far uscire gli uomini da sè e aprirli ad orizzonti di vera libertà attirandoli verso l'alto, li imprigiona in se stessi e li rende ancor più schiavi, privi di speranza e di gioia. Si tratta di una seducente ma ipocrita bellezza, che ridesta la brama, la volontà di potere, di possesso, di sopraffazione sull'altro e che si trasforma, ben presto, nel suo contrario, assumendo i volti dell'oscenità, della trasgressione o della provocazione fine a se stessa». E alla fine dell'incontro saluta gli artisti con un «arrivederci».
Tra i 260 artisti che il Papaha incontrato anche Antonello Venditti che, parlando di una «giornata memorabile», non ha nascosto un piccolo rammarico: «Mi trovavo nelle prime file e l'acustica non era delle migliori perciò ho perso le bellissime parole che ha pronunciato il Pontefice. Tutti ci guardavamo ma nessuno ha avuto il coraggio di dire che non si sentiva». Poi una sorpresa per gli invitati: un tour nei musei vaticani organizzato dal ministro della cultura del Vaticano, monsignor Gianfranco Ravasi, ideatore dell'evento. «Una carezza alla cultura in un periodo in cui riceve solo schiaffi» è stato, per Giuseppe Tornatore, il discorso del papa rivolto agli esponenti del mondo della cultura: dal cinema all'architettura, passando per poesia, danza, musica, teatro e fotografia. Tra i tanti presenti i fratelli Taviani, Nanni Moretti, Paolo Sorrentino, Matteo Garrone, Francesca lo Schiavo e Gabriella Pescucci, Maria Luisa Spaziani, Liliana Cavani, Ugo Nespolo, Claudio Baglioni con il figlio Giovanni, Terence Hill («Don Matteo»), i Pooh nella nuova formazione a tre (applauditissimi in Piazza San Pietro), Sergio Castellitto (che ha letto un brano della lettera di Giovanni Paolo II) con la moglie Margaret Mazzantini, la soprano Daniela Dessì, Riccardo Cocciante, Antonello Venditti, Peter Greenaway, Monica Guerritore, Raul Bova (uno dei pochi con meno di 40 anni), Carla Fracci a Andrea Bocelli con i figli. Moretti, tra l'altro, sta lavorando proprio in questi mesi ad una commedia ambientata in Vaticano, il cui titolo dovrebbe essere Habemus Papam.
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