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Pianoforte, flauto e immagini

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In Primo Piano

Pianoforte, flauto e immagini

di Carla Moreni
«Grande ammirazione reciproca». Così sussurra Arvo Pärt, il grande maestro estone della voce, di suoni riconsegnati a una loro primitiva verginità, tra tintinnii che evocano campane antiche e impasti accordali statici, dal potere ipnotico. Tanto ama lavorare sulla voce, Pärt, tanto rifugge le dichiarazioni, che non vadano al di là di un cenno del capo: sì, no. O meglio, ja, nein, visto che il compositore estone, nativo di Paide, villaggio presso Tallin, da tempo risiede a Berlino. Quest'anno compirà 75 anni. Il programma impaginato per Bologna rappresenta una novità nel suo percorso artistico, perché mai fino a ora Pärt si era affidato alla visività. Anzi, le sue composizioni andavano famose proprio per il clima di ombra raccolta che le avvolgeva. Ora invece, specchio nello specchio (come recita anche il titolo di uno degli otto brani in programma, Spiegel im Spiegel, qui nella nuova versione per flauto e pianoforte) i due artisti si guarderanno. «Non c'è una motivazione esplicita per raccontare questo incontro. Sarà un esperimento, l'accostarsi di due linguaggi». L'arcaico Pärt, il futuribile Viola. In comune la rarefazione dei mezzi: per il musicista qui pochi archi, il pianoforte e la voce, quella di Arianna Savall, figlia di Jordi, altro pioniere negli enigmi del Medioevo. Il concerto è in collaborazione col Centro della voce dell'Università di Bologna. Ma se le voci di Pärt sembrano affiorare da una memoria senza tempo, ben chiari sono i messaggi che l'artista consegna al presente. La sua ultima Sinfonia n. 4, ad esempio, al debutto nel gennaio scorso, a Los Angeles, con Esa Pekka Salonen, porta la dedica a Mikhail Khodorkovsky «e a tutti i prigionieri in Russia». Nell'anniversario della caduta del muro di Berlino è stata eseguita da Gidon Kremer al Gewandhaus.Khodorkovsky, uomo d'affari e filantropo, sta scontando il carcere duro in Siberia. Inviso a Putin, come Anna Politkovskaya. A lei Paert ha dedicato tutto quello che ha scritto, nel 2006-2007. Perché non ama i proclami Arvo. Ma sottovoce, la sua musica grida forte.
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