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Arte Fiera, acquisti più ponderati

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Arte Fiera, acquisti più ponderati

  • –di Sara Dolfi Agostini


Arte Fiera Art First, la mostra mercato bolognese che come consuetudine apre il tran tran fieristico l'ultimo weekend di gennaio, è il termometro d'Italia per il mercato dell'arte. Ristretta a tre giorni di apertura contro i quattro classici, ha segnato buoni risultati in termini di pubblico, con 150 collezionisti ospitati con il vip program - tra cui i coniugi Levy e Ella Fontanals Cisneros, protagonisti del programma Art Talk - e oltre 30mila presenze. Marco Momoli, show manager di Artefiera, ci ha spiegato che "con la collaborazione di tutti, la fiera sta investendo sempre di più nella città". E infatti, sono stati spesi circa 250mila euro per gli eventi: la notte bianca, giunta alla 5a edizione, un incontro unico con il musicista estone Arvo Part e l'artista americano Bill Viola (opere da circa 150mila euro in fiera allo stand di James Cohan, New York) nell'aula magna di Santa Lucia, e "Art First", che quest'anno è diventato un progetto curatoriale negli spazi storici della città con 22 artisti partecipanti, da Vedovamazzei a Daniel Knorr, e la cura di Julia Draganovic.
Le location – veri e propri gioielli nascosti per usare le parole di Momoli - sono state fornite gratis e la mostra è visitabile fino al 28 febbraio.

In fiera, i galleristi hanno riferito di un mercato lento ma attivo, senza tralasciare di "aver messo in preventivo la crisi", come ha affermato il napoletano Alfonso Artiaco, che ha venduto subito lavori piccoli di molti artisti della galleria con prezzi medi di 15-20mila euro e ha in trattativa un lavoro di Jannis Kounellis da 180mila euro con un'importante collezione privata italiana. Stesse dichiarazioni alla galleria torinese Tucci Russo, i cui acquirenti si sono orientati su artisti giovani ma solidi nel mercato come Gianni Caravaggio e Francesco Gennari, e su opere minori dei grandi nomi dell'arte internazionale come Tony Cragg e Thomas Schütte. Si è dichiarata soddisfatta Paola Potena della Galleria Lia Rumma, con sede a Milano e a Napoli. "Sono arrivati molti collezionisti, soprattutto italiani, ed è ancora la fiera in cui si vende di più" ha affermato, segnalando l'interesse catturato dall'artista sudafricano William Kentridge, protagonista di una mostra al Museo Nazionale di Capodimonte appena conclusa e di una retrospettiva al MoMA di New York a febbraio. Vendite medie sui 30-40mila euro e l'opera di Alfredo Jarr "Claoud" (prezzi da 20-100mila euro), una serie di 56 disegni su carta dedicata a Gramsci e concepita appositamente per lo stand di Bologna, è riservata da un museo. Anche dalla romana Extraspazio si sono distinti i sudafricani; vendute le fotografie di Pieter Hugo (da 9mila euro) e Guy Tillim (da 6mila euro) e sold out Nicholas Hlobo, la cui scultura "nido" da 12mila euro è entrata nell'orbita di Unicredit, che ha poi rinunciato per concentrarsi su opere di taglio piccolo da 4mila euro, ed è stata aggiudicata da un collezionista romano. "Il mercato è cambiato: adesso i primi giorni servono per riflettere e il boom di acquisti si concentra il sabato" conclude il titolare, Guido Schlinkert.

Tra le opere storiche, spiccavano quelle degli autori dell'Arte povera, non a caso in concomitanza con la preparazione di una grande mostra-evento curata dal critico Germano Celant che inaugurerà nel 2011 in occasione dei festeggiamenti per i 150 anni dell'unità d'Italia a Bologna (Mambo), Milano (Triennale), Napoli (Madre), Roma (Maxxi) e Torino (Venaria Reale). Premiata per la creatività la galleria londinese Ben Brown che ha allestito uno stand di rimandi tra le opere di Alighiero Boetti (14-38 mila euro) e Lucio Fontana – due Concetti spaziali degli anni ‘60 da 725mila e 1,2 milioni di euro - e gli equivalenti fotografici di Vik Muniz (prezzi 30-40mila euro, ed. 6 + 4 AP). Meno commerciale lo stand di Il Ponte Arte Contemporanea, con i neon luminosi di Maurizio Nannucci e lavori di Pier Paolo Calzolari e Maurizio Mochetti. Il titolare Bruno Puiatti è rimasto comunque soddisfatto del pubblico e della qualità degli allestimenti e dei servizi, come internet, quest'anno incluso nel prezzo dello stand. I costi infatti per la partecipazione ad invito sono stati per lo spazio espositivo allestito 240 € al mq per il settore moderno e contemporaneo e 150 € al mq per le giovani gallerie, più quota d'iscrizione di mille euro, tutto ovviamente più Iva.

A pochi metri dallo spazio di Puiatti, lo stand della collezionista e gallerista milanese Claudia Gian Ferrari, membro del comitato di Artefiera, scomparsa la settimana scorsa. Per ricordarla la famiglia ha esposto le tre opere per lei più significative – di Mario Sironi, Fausto Pirandello e Arturo Martini - che insieme ad altre 41 aveva donato al Fai.

Da segnalare, infine, alcune proposte legate all'attualità più scottante, come "Caregivers" (2008; ed. 3 e prezzo 7mila euro), il video realizzato per Manifesta 7 da Libia Castro e Ólafur Ólafsson, che rappresenteranno l'Islanda alla prossima Biennale di Venezia, dalla galleria milanese Riccardo Crespi; e i quattro libri (2009; ed. 40 e prezzo 10mila euro) che hanno apparecchiato un candido tavolo bianco presso lo stand di RAM Radio Arte Mobile. Uno di questi, "Drammaturgie", conteneva alcune poesie di Ungaretti, un disegno di Jannis Kounellis e una partitura musicale di Carlo Crivelli in cui il compositore racconta gli interminabili 24 secondi del terremoto in Abruzzo.

Pollice alzato dunque per Arte fiera, che tuttavia apre le danze in un mercato più conservativo, sia dal lato della domanda che dell'offerta, con la delusione di alcune ragguardevoli assenze nel contemporaneo cutting edge. Dalla capitale sono mancate, infatti, Monitor e Magazzino d'arte moderna, mentre tra le milanesi Massimo de Carlo, Suzy Shammah, Raffaella Cortese e Giò Marconi non hanno timbrato il cartellino. Forse un segnale che in tempi di crisi è meglio giocare in casa e fare sistema con la kermesse meneghina Miart, prossimo appuntamento fieristico italiano?


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