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Arco, galleristi a bocca asciutta

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Arco, galleristi a bocca asciutta

È in crisi d'identità la fiera madrilena Arco, che ha chiuso i battenti della 29ª edizione con un parco espositori di 218 gallerie, -8% dal 2009 e -15% dal 2008. Numeri importanti considerando che le 17 gallerie della sezione «Panorama Los Angeles» erano invitate e non hanno pagato il prezzo dello stand, 250 euro al mq, e 1.600 euro d'inserzione obbligatoria nel catalogo. La direttrice Lourdes Fernández, alla guida della fiera dal 2007, ha tentato un rilancio espansionistico che non solo non ha dato i risultati sperati, ma ha anche provocato una frattura con i 13 membri del Comitato di Selezione, pregiudicati nello svolgimento del proprio ruolo quando alcune gallerie escluse – come Haunch of Venison e Galería Cayón – sono state ripescate e invitate a partecipare. Nel frattempo, i toni si sono placati, ma i fatti parlano: i galleristi del Comitato Anthony Reynolds non si è presentato e Cristina Guerra di Lisbona – guarda caso – era senza stand e ha tenuto a precisare che: «l'azienda proprietaria di Arco, Ifema, deve capire che il suo ruolo è organizzativo, e la selezione spetta solo alle gallerie del Comitato che lavorano sulla qualità, non sulla quantità».
Ma non sono state solo le divergenze con Ifema a pesare sulla decisione della gallerista portoghese, che l'anno scorso era tra i numerosi beneficiari del finanziamento paracadute di 8mila euro del Ministro della Cultura portoghese per le perdite finanziarie derivanti dalle mancate vendite in fiera. «Quest'anno il supporto pubblico non è stato previsto e oltre a stare nel Comitato sono un imprenditore» ha aggiunto Cristina Guerra, precisando «ho preferito quindi avere lo spazio curatoriale in Arco Solo Projects, (215 € al mq per un totale di 6.500 €, ndr)», ripagato dalla vendita di due edizioni del video di Filipa César per 15mila € ciascuna.
Gli affari sono andati bene per le gallerie che giocavano in casa, che hanno registrato vendite diversificate, in media tra i 10mila e i 30mila € per i fotografi africani Malick Sidibé e Zwelethu Mthethwa da Oliva Arauna di Madrid, e per Suzy Gomez ed Edward Burtynsky da Toni Tàpies di Barcellona. Forbice più ampia per la galleria di Bilbao Carreras Mugica, che ha venduto 7 disegni dell'artista basco Juan Pérez Agirregoikoa per 1.500 € ciascuno e «Track» di Richard Serra per 180mila €.
Non si può dire lo stesso per gli stand losangelini, che si sono dovuti accontentare dei contatti con i collezionisti spagnoli e con i 200 partecipanti al vip program. «È stata un'occasione per sventolare la bandiera» ha commentato Steve Turner dell'omonima galleria, aggiudicataria del Premio Illy – 15mila € e la possibilità di presentare il progetto per una nuova serie di tazzine d'artista – con Camilo Ontiveros. Il giovane messicano ha sbaragliato la concorrenza della sezione «Panorama Los Angeles» con un piccolo artist book (25mila $ in ed. 5) che racchiudeva il concept del progetto «I want to buy your washing machine», presentato in una delle due sole mostre personali avute dall'artista l'anno scorso dopo gli studi a Ucla.
C'è stato, invece, un calo inaspettato sul fronte visitatori, da sempre uno dei punti forte della fiera madrilena, passati da 180mila a 150mila presenze. Segno che le polemiche non sono finite per la direzione di Arco, colta impreparata anche dal lancio in contemporanea della fiera satellite «Just Mad», un concentrato di 25 giovani gallerie con opere da 500 a 10mila € (costo stand 4.300 €) e alcuni gruppi curatoriali, tra cui lo svizzero Cabaret Voltaire. Alle sue porte si sono presentati in 7mila, di cui 3.200 professionals che hanno approfittato dei numerosi appuntamenti cittadini, come i rappresentati delle collezioni Masaveu e Coca Cola, del Musac di Leon e del Museo Marco di Vigo. Anche Bartomeu Mari, direttore del Museu d'Art Contemporani de Barcelona (Macba), era in visita a Madrid e ha tenuto a precisare che nonostante la bufera e i presagi negativi, Arco è riuscita a mantenere la qualità e la temperatura delle scorse edizioni. «Ma – ha aggiunto – dovrà essere più selettiva e aumentare la qualità delle proposte per mantenere alta l'attenzione dei collezionisti e degli esperti».
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