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I capolavori di Hans Adam

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I capolavori di Hans Adam

di Flavia Foradini
Il suo 65º compleanno, il principe Hans Adam II lo ha voluto festeggiare con un'iniziativa a Vienna, la patria dei suoi antenati. È proprio nell'Austria asburgica infatti, che i Liechtenstein hanno le loro radici. Dall'omonimo castello non lontano dalla capitale prese le mosse nel XII secolo la storia di una famiglia che contribuì a costituire l'ossatura nobiliare del grande impero. A pochi passi dal palazzo della Hofburg, una sfarzosa residenza cittadina fu fino all'avvento del nazismo anche un luogo d'arte dei Liechtenstein, con una raccolta eccelsa di opere d'arte. Dagli inizi del Settecento un grande edificio barocco fu inoltre casa di campagna in quella che allora era verde periferia di Vienna e oggi è il nono distretto. È proprio questo secondo palazzo, riportato all'antico splendore alla fine degli anni Novanta, a ospitare a rotazione con il Kunstmuseum di Vaduz le collezioni di casa, grazie a un accordo con lo Stato austriaco, che in cambio del restauro e della riapertura al pubblico del pregevole museo (era già tale fino al 1938), ha consentito la libera circolazione dei capolavori tra le due città. Ed è qui che Hans Adam II ha posto in atto una autocelebrazione che è al tempo stesso una splendida festa italiana. L'edificio è già di per sé un compendio di italica arte settecentesca ma, col titolo «Il principe collezionista», nelle sue sale vengono presentate fino al 24 agosto 140 delle quasi 700 acquisizioni di opere d'arte compiute da Hans Adam II dal 1977 a oggi. E la maggior parte dei pezzi scelti per la mostra dal direttore delle raccolte di casa, Johann Kräftner, è frutto della creatività italiana. La costante individuazione e acquisizione di opere sul mercato mondiale non è prerogativa di Hans Adam II. Piuttosto è nel Dna della famiglia, che usò tenere anche rinomati artisti alle proprie dipendenze, come lo scultore veneziano Giovanni Giuliani, che Johann Adam Andreas I assoldò nel 1697 per abbellire le proprie dimore viennesi.
Il padre di Hans Adam II, Franz Josef II, si trovò tuttavia dopo la Seconda guerra mondiale nella necessità di vendere capolavori per far fronte a pressanti problemi di liquidità. Decine di opere vennero immesse sul mercato, come Ginevra de' Benci di Leonardo, acquistata dalla National Gallery of Art di Washington nel 1967, o parte della collezione dei Canaletto. Ma vi furono altre perdite ingenti: la maggior parte dei possedimenti dei Liechtenstein era nella Mitteleuropa caduta nella sfera di influenza sovietica, e vennero confiscati assieme a quadri, mobili, arazzi e suppellettili delle varie dimore rimaste al di là della cortina di ferro. Così nel tempo il Principe ha cercato di ricolmare le lacune venutesi a creare nelle collezioni di famiglia, riacquistando pezzi già appartenuti ai Liechtenstein.
Non è tuttavia la passione ad aver mosso in primis il Principe: «Il mio interesse per l'arte all'inizio era inesistente e ne capivo poco, benché fossi cresciuto circondato da capolavori – ammette con serenità Hans Adam II –. Piuttosto lo sentivo come un dovere nei confronti della mia famiglia. Però nel frattempo l'interesse è cresciuto e un po' di più ne capisco, anche se rimango un dilettante. Certo ho compreso molto presto che quello delle opere d'arte era un buon investimento. E le nostre raccolte sono valide ambasciatrici per la nostra casata e il nostro paese».
Ed ecco allora il Badminton Cabinet alto quattro metri, pagato 27 milioni di euro nel 2004: un gioiello della Galleria dei Lavori di Firenze dell'inizio del Settecento, che è ancor oggi il mobile più caro al mondo e il più costoso fra gli acquisti di Hans Adam II, ottenuto con una competizione milionaria in un'asta di Christie's che fece notizia: «Certamente uno dei miei oggetti preferiti» nella serie di opere «che mi piacciono parecchio», come dice ancora il Principe, «perché è più di un mobile: ogni lavoro in pietre dure di questo pezzo è un'opera d'arte».
Nei due piani del palazzo, fra i Rubens che lo rendono uno dei maggiori musei per l'artista fiammingo, fanno bella mostra di sé opere di Sansovino, Mantegna, Tintoretto, Giovan Battista Moroni, Massimiliano Soldani-Benzi, Andrea Procaccini, Marcantonio Franceschini, Francesco Solimena, Tiepolo, Domenico Guidi e lo splendido Canaletto di Canale Cannaregio che sfocia nel Canal Grande, acquistato dall'antenato Joseph Wenzel I nell'atelier dell'artista, venduto negli anni 50 e riacquistato nel 2007. Nella Biblioteca invece disegni e grafiche sotto vetro. Fra questi, il secondo volume delle Antichità Romane di Piranesi, acquistato l'anno scorso assieme alle Carceri di Invenzione. Negli intenti futuri della politica di acquisizioni del Liechtenstein Museum, istituzione schiettamente privata, la cui totale indipendenza da finanziamenti pubblici viene fieramente sottolineata da Kräftner ancora arte italiana: «Vorrei ricomperare altri Canaletto e il Leonardo, ma temo sarà impossibile. Pensiamo comunque di orientarci ancora alla pittura italiana e a mobili del Biedermeier viennese», conclude Hans Adam II.
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«Il principe collezionista», Vienna, Museo Liechtenstein, fino al 24 agosto. In forma ridotta, la mostra sarà a Vaduz dal 24 settembre al 6 gennaio 2011.

27 milioni €
Il mobile più caro del mondo Il Badminton Cabinet (alto 4 metri e realizzato a Firenze) venne pagato da Hans Adam II 27 milioni di euro nel 2004 alla fine di una clamorosa competizione in un'asta di Christie's

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