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Foto per caso di Sottsass

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In Primo Piano

Foto per caso di Sottsass

di Laura Leonelli
È un invito a fermarsi, questo libriccino illuminante che raccoglie in poche pagine la vita e lo sguardo di Ettore Sottsass, fotografo per caso. Foto dal finestrino recita il titolo, nato da un'idea di Stefano Boeri. Si inizia dalla tomba di Malevich, un cubo, il famoso quadrato nero su un lato e intorno solo betulle. Ettore e la sua guida Barbara si perdono, rabbia, sconforto: «Casimir aiutaci». Dal nulla appare una donna. È la figlia della prima moglie di Malevich.
Cambio immagine: Ponza, tre panche, un tavolo sotto un albero di fichi e la distanza tra passato e presente è lì, nella polpa dolce di quei frutti neri. Scrive Sottsass: «Mi viene in mente che forse non posso essere un architetto moderno perché sono un architetto mediterraneo. La "modernità" non è stata inventata dai popoli del Nord? Dove fa freddo, dove piove molto e la frutta non si riempie mai abbastanza di zucchero?».
Passaggio in India, a Hampi, dove i fichi hanno il sapore del miele, il sole brucia le case, i pesci nuotano scolpiti sui muri e i muri «sono quello che vorremmo che fossero: supporto di speranze, protezione del presente, cassaforte di memorie o anche previsione di rovina».
Ci vuole un indovino, allora, girata pagina, per leggere nel futuro di un cortile di Hong Kong, dove è nata una palma. Lo spazio è tutto suo. Un equilibrio stranamente bello. Il grande architetto ricorda: «A Torino conoscevo un vecchio doratore di cornici del '700. Mi voleva bene e mi diceva: "Architetto, quando non sa più cosa fare, ci metta uno specchio. Va sempre bene". Io sorridevo. Adesso, dopo più o meno cinquant'anni, dico a me stesso: "Ettore, quando non sai più cosa fare, mettici un albero. Va sempre bene"».
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1 Ettore Sottsass, «Foto dal finestrino», Adelphi, Milano, pagg. 76, € 8,00.

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