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Guercino che vale ducatoni

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Guercino che vale ducatoni

di Marina Mojana
Sir Denis Mahon – cent'anni il prossimo 8 novembre, storico dell'arte e collezionista di pittura italiana del XVII secolo – è considerato il massimo esperto del Guercino e per tutta la vita ne ha seguito le tracce ricostruendo un corpus pittorico assai nutrito (quasi 400 opere). Costretto dall'età a cedere lo scettro a studiosi più giovani di lui (Nicolas Turner e Massimo Pulini) cresciuti alla sua scuola, è sempre stato certo che prima o poi questo bel pezzo di pittura – dato per disperso – sarebbe uscito allo scoperto. Documentato nel libro contabile del pittore, il quadro con Rinaldo e Armida venne pagato al Guercino ben 100 ducatoni ("che fanno 500 lire - che sono 125 scudi") da Ugucione Peppoli il 24 ottobre 1664 e raffigura una delle storie più melodrammatiche del barocco italiano, narrata da Torquato Tasso nella Gerusalemme Liberata, il poema epico alla moda nella Bologna del Seicento.
Rinaldo è un principe cristiano, Armida è alleata dei Saraceni e deve sventare i piani dei crociati con le sue magie e il quadro illustra il momento culminante del finale travolgente in cui Rinaldo trattiene Armida che vuole suicidarsi con una freccia; l'opera venne eseguita a olio su tela (cm 113,5 x 153,5) all'apice della carriera dell'artista; oggi quota 400mila - 600mila euro (con cornice) e sarà battuta a Vienna da Dorotheum (www.dorotheum.com) il prossimo 21 aprile alle ore 17. La sua riscoperta è di grande interesse per la comprensione stilistica degli ultimi anni del Guercino, al secolo Giovanni Francesco Barbieri da Cento (1591- 1666) ed è difficile credere che l'artista avesse già 73 anni quando la dipinse. All'incirca tra il 1795 ed il 1897 il dipinto era nella collezione Manfrin di Venezia – il timbro del collezionista figurava sul retro della tela reintelata – che venne in parte messa al l'asta a Milano nel 1897 dal mercante Giulio Sambon. In vendita da Dorotheum di Vienna, però, non spicca soltanto il Guercino ritrovato; in asta passeranno di mano almeno una decina di capolavori di pittura italiana antica: tra questi si segnalano due scenografiche tele in pendant, di soggetto militare, del veneziano Antonio Maria Marini, stimate 150mila - 200mila euro l'una, un Ritratto virile del Savoldo quotato 180mila - 220mila euro e soprattutto un bellissimo Noè ebbro dipinto a olio su masonite, attribuito al romagnolo Guido Cagnacci (1601-1663) da Antonio Paolucci e valutato 80mila - 120mila euro.
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400-600mila €
L'Armida disperata e ritrovata La tela «Rinaldo trattiene Armida dal suicidio» venne dipinta da Guercino nel 1664. Valutata 400 - 600mila euro sarà battuta a Vienna da Dorotheum

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