Sono passati poco più di 50 anni da quando i conservatori generali del Louvre, René Huyghe e Germani Bazin, rifiutarono l'acquisto de «La diseuse de bonne aventure» di George de La Tour: i 75mila franchi richiesti dal proprietario erano troppi per una tela del pittore lorenese. Il dipinto venne così acquistato dalla galleria Wildenstein che lo rivendette nel 1960 al Met di New York per 675mila $ (circa 3,3 milioni franchi di allora). Oggi le quotazioni raggiunte dai dipinti caravaggeschi sono cresciute notevolmente e le sorprese, sul fronte delle attribuzioni, non sono mancate: nel dicembre del 2006, Sotheby's mise all'incanto una tela raffigurante «Susanna e i vecchioni» attribuendola al pittore lucchese Pietro Paolini. Il dipinto venne acquistato per 288mila £ e fatto scrupolosamente studiare. Risultato? La tela si scoprì appartenere al più alto esponente della pittura caravaggesca spagnola: Jusepe de Ribera. Esposta recentemente al Tefaf di Maastricht dalla galleria Caylus, la tela ora è stimata 3,5 milioni di €, in linea con l'aggiudicazione del dipinto di de Ribera, raffigurante Prometeo, proveniente dalla collezione di Barbara Piasecka Johnson, battuto a Londra nel 2009 per 3,85 milioni di £. Nel 2005, invece, una tela di Artemisia Gentileschi è stata aggiudicata a Milano per 475mila €.
In occasione del IV centenario della morte di Caravaggio (attualmente esposto alla Scuderie del Quirinale), Palazzo Pitti e gli Uffizi, dal 22 maggio al 10 ottobre, dedicheranno al pittore lombardo e ai suoi seguaci un'importante mostra curata da Gianni Papi, «Caravaggio e i caravaggeschi a Firenze», portando all'attenzione del pubblico quel nucleo di capolavori, tra i più importanti al mondo, custodito nelle sale dei musei fiorentini. Un'occasione imperdibile per comprendere perché questi maestri sono ricercati da collezionisti e da musei di tutto il mondo.
«L'interesse per la pittura caravaggesca ha avuto una forte crescita a partire dalla fine degli anni '90. Mostre, come quella di Palazzo Reale a Milano nel 2005 «Caravaggio e l'Europa», dove opere provenienti da collezioni private e musei stranieri sono state mostrate per la prima volta al grande pubblico, hanno permesso di fare il punto della situazione sui pittori caravaggeschi riscoperti negli ultimi 50 anni» spiega Marco Voena, titolare della galleria Robilant+Voena, tra le principali promotrici della valorizzazione dei maestri caravaggeschi, attraverso importanti esposizioni nelle sedi di Londra e Milano. In questi anni è cresciuto l'interesse dei collezionisti per questi maestri, basta ricordare il contributo di Luigi Koelliker: «Artisti poco conosciuti hanno ricevuto gli onori della cronaca grazie alla costante attività di ricerca e rivalutazione dei galleristi, che al di là del puro aspetto economico, hanno difeso le loro riscoperte attraverso un'intensa attività di studio, basata su pubblicazioni e mostre di carattere scientifico» prosegue Voena.
La pittura caravaggesca permette ancora importanti scoperte: «Negli ultimi decenni l'attività di ricerca nelle aste e collezioni private ha permesso di riscoprire capolavori che all'inizio sembravano copie antiche, sovente coperte di patina. Personalmente ho riscoperto una delle uniche due opere firmate di Antiveduto Grammatica, tra i primi seguaci di Caravaggio a Roma. L'opera era esposta in una piccola asta di un paesino degli Stati Uniti, e la sua superficie pittorica era molto sporca. Dopo averlo acquistato, lo feci pulire dal mio restauratore, e venne fuori il reale valore del dipinto: si trattava di un'opera firmata, cosa rara per i caravaggeschi italiani, sotto lo sporco la tela si era conservata in tutto il suo splendore originario».
Quali autori caravaggeschi sono particolarmente ricercati dai collezionisti? «La pittura caravaggesca è un fenomeno di respiro europeo – risponde Voena – che comprende, oltre ai pittori italiani, artisti francesi, come Valentin de Boulogne e Nicolas Regnier, e artisti del nord Europa, come Gerrit Van Honthorst e Hendrick Ter Brugghen». Proprio questi autori, negli ultimi anni, hanno realizzato i top price come il «Concerto di suonatori» dipinto da Valentin de Bolougne, comprato nel 2003 dal principe del Liechtenstein per quasi 10 milioni di €; un «Suonatore di Cornamusa» di Hendrick Ter Brugghen venduto in asta a New York lo scorso anno per poco più di 10 milioni di $, ora esposto alla National Gallery di Washington. «I pezzi più ricercati sul mercato sono quelli che s'ispirano ai generi creati dal maestro lombardo con soggetti profani, suonatori di strumenti musicali, giocatori di carte, bari – conclude il gallerista –, come dimostrano le recenti acquisizioni del County Museum of Los Angeles, tra cui la "Riunione dei bevitori" di Bartolomeo Manfredi, primo dei seguaci di Caravaggio, prestato dal 1983 al 1996 al museo californiano, che la nostra galleria riportò in Italia, dopo l'esposizione «Caravaggism and the Baroque in Europe» nella galleria di Londra.
Gabriele Biglia
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