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Crichton, jurassic ast!

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Crichton, jurassic ast!

di Marina Mojana
Non è una novità che tra scrittori e pittori si crei un legame diretto e profondo, forse perché ogni artista va con gli occhi dove c'è qualcosa di vivo da raccontare. Fu così per Petrarca estimatore di Simone Martini, per Poliziano con Botticelli e su, su, nei secoli per Baudelaire con Delacroix, per Gertrude Stein con Picasso fino a Eugenio Montale con Ottone Rosai. Al giorno d'oggi i legami tra pittori e artisti visivi sono meno esclusivi e più trasversali di un tempo, ma è pur sempre una notizia singolare trovare uno scrittore tanto ricco da diventare collezionista d'arte e investitore appassionato quanto un notaio, un imprenditore o un tycoon della finanza internazionale.
L'occasione per scoprire chi è questo scrittore arriva da Christie's che martedì 11 maggio metterà all'asta a New York (Rockefeller Plaza, www.christie.com) 31 opere della collezione d'arte moderna e contemporanea di Michael Crichton, il celebre autore di best seller e thriller universalmente noti per le loro trasposizioni cinematografiche come Jurassic Park, Congo, Sfera, morto a Los Angeles nel 2008 all'età di 66 anni.
Nato a Chicago, laureatosi ad Harvard in medicina e poi prestato con immenso successo alla scrittura di romanzi (oltre 150 milioni di copie tradotte in 36 lingue) e alla sceneggiatura (sua la fortunata serie televisiva "E.R. Medici in prima linea") nei primi anni 70 Crichton si appassiona all'arte contemporanea americana «Post War», frequenta il pittore David Hockney (che lo ritrae nel 1976) e segue i successi di Roy Lichtenstein, Robert Rauschenberg, Claes Oldenburg. Tra tutti, però, predilige Jasper Johns (1930), di cui diventa amico intimo e avido collezionista e al quale dedica il saggio in catalogo che accompagna la prima importante retrospettiva di Johns al Whitney Museum di New York (1977). Piuttosto riservato su questa passione, che concepiva come una delle cose più vere della sua vita, Crichton acquistava soltanto opere alla cui vista si sentiva felice e si dichiarava fortunato di poter vivere in loro compagnia. Un criterio che lo ha sempre accompagnato fino a quando, nel 2006, già ammalato di tumore, entrò a far parte del consiglio del Los Angeles County Museum of Art.
Con questa vendita pubblica Christie's muove all'attacco dell'eterna rivale Sotheby's che proprio la sera dopo a New York, al 1334 York Avenue (www.sothebys.com), batterà a sua volta capolavori di Pollock, Rothko, Warhol, Cattelan e altri protagonisti dell'arte moderna e contemporanea (vedi box) in cerca di nuovi record. Certamente è un buon momento per il mercato e perciò dall'asta Crichton ci si attende un incasso di oltre cento milioni di dollari.
Il lotto più costoso della collezione – e forse il più simbolico del lungo sodalizio tra lo scrittore e il suo artista preferito – è senza dubbio Flag, un collage di carta, stampa, encausto su tela (cm 44,5 x 67,9) firmato e datato "J. Johns 1960-'66" e stimato sui 10-15 milioni di dollari. La ragione? Anzitutto perché la bandiera degli Stati Uniti resa opera d'arte da Johns a partire dal 1954, anno in cui la dipinge per la prima volta dopo averla sognata la notte prima, è un'icona inconfondibile della sua produzione e dell'arte moderna, un po' come lo sono le bottiglie di Giorgio Morandi, i tagli di Lucio Fontana e le Marilyn di Andy Warhol. Ma non solo. Le bandiere di Johns sono tra i suoi lavori più costosi perché appaiono raramente sul secondo mercato e dunque sono molto richieste. Dal 1989 a oggi, infatti, soltanto un esemplare raffigurante due bandiere degli Stati Uniti Two flags (1973), olio su tela, cm 132,6 x 176,5, è passato in asta due volte, spuntando nel 1999, da Christie's New York, la cifra di 7.152.500 dollari.
Davanti a questo oggetto familiare a ogni americano, reso in veduta frontale con l'antica tecnica dell'encausto già nota agli Egizi (colori sciolti nella cera e applicati a caldo), vien da chiedersi quale sia la differenza tra una bandiera reale e il suo simulacro artistico. Lo stesso Michael Crichton diceva in proposito che dipingere una bandiera poteva sembrare un'assurdità, ma se era fatta con eleganza allora era già arte. Il problema, dunque, sta soltanto nell'occhio dell'osservatore.
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Da Sotheby's18-25 mln $
Rothko, senza titolo «Untitled», 1961, olio su tela. Stima: 18-25 milioni di dollari in asta da Sotheby's a New York il 12 maggio
4-6 mln $
Il numero 12 di Pollock «Number 12A», 1948, pubblicata su «Life Magazine» nel 1949. Stima: 4-6 milioni di dollari. Il 12 maggio da Sotheby's a New York

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