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Londra, l'Italia va all'asta

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Londra, l'Italia va all'asta

  • –di Eugenia Bertelè

Cresce l'attesa per Italia, l'asta tematica di Phillips de Pury & Co. (Londra, 30 giugno), già in consultazione nelle dimore dei più grossi collezionisti del mondo con i suoi 8mila cataloghi distribuiti. Un successo editoriale, apprezzato dal Wall Street Journal al Financial Times, che ha arricchito il suo core business di mercato con i contributi diretti di chi vi opera, a diversi livelli (Franca e Carla Sozzani, Giulio Paolini, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, e da chi ancora lo vive da fuori- ma che pone l'arte al servizio della comunità, i ragazzi dei quartieri romani di San Lorenzo e Pigneto ritratti dall'inedito reportage dalla giovanissima Ilaria Magliocchetti Lombi), a supporto della complessa storicizzazione ricercata dalla selezione degli specialist (235 lotti per un valore di 3.186.600- 4.424.000£), capitanati da Laura Garbarino.

Solido e costante il collezionismo italiano prosegue nella difesa dell'arte nazionale: gli esperti parlano, a una settimana dall'incanto, di un interesse percepito sul 60% dei lotti, diviso tra un 40% di richieste straniere e un 60% circa nostrano; ma i colpi di scena non mancheranno, così come gli acquisti dell'ultimo minuto propri dell'appassionato temperamento peninsulare.
Saranno i tre pezzi di punta del moderno a scaldare il terreno, il giorno prima il 29 giugno: la tela del '58 di Salvatore Scarpitta, la sfera di bronzo con patina aurea di Arnaldo Pomodoro (cad. 250-350mila £) e l'Emilio Vedova da 400-600mila £ del ‘60-62; un bellissimo e argenteo Lucio Fontana del ‘62 (coll. Ezio Gribaudo, Torino) tornerà sulla piazza per la prima volta. L'attenzione dei più coraggiosi è puntata, però, sui giovani mai passati in asta (ma di successo sul primario e nei musei): Patrick Tuttofuoco, Mario Airo, Simone Berti, Roberto Cuoghi, Diego Perrone. Alte le aspettative per Paola Pivi, Lara Favaretto, Vedovamazzei, che insieme alle opere rappresentative dell'arte Povera e della Transavanguardia ricompongono le tappe di una storia che arriva fino ai giorni nostri.

Se l'eroina del cinema neorealista, Anna Magnani, è protagonista dell'opera di Francesco Vezzoli del 2001 (180-250mila £), la sezione di fotografia si propone di restituire uno spaccato della poliedrica Italia, vista dal suo interno (Mario Giacomelli, Ferdinando Scianna) e da chi, con occhi vergini, la elesse come musa (William Klein, Ruth Orkin).
A chiudere è il grande design degli anni '50-'60 (Gio Ponti, Osvaldo Borsani) predominante, accanto a pezzi raffinatissimi, come le seggiole e la panchina firmate da Carlo Bugatti nel 1902 (30-55mila £), preziosi gioielli della tradizione italiana.


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