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Poesie dipinte in piccolo

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Poesie dipinte in piccolo

di Pia Capelli
Chiedere a un artista di disegnare, dipingere, fotografare o scolpire partendo dal lavoro del suo poeta "del cuore" può portare a risultati interessanti. Fargli scrivere un testo per spiegare il suo rapporto con quella poesia può essere un azzardo. Farlo settantasette volte, dando anche una misura precisa per l'opera d'arte e una scadenza ravvicinata per le consegne, è cosa da uomini molto coraggiosi, o molto ottimisti. Ma il coraggio e l'ottimismo pagano, perché la mostra «7X11. La poesia degli artisti» è più che interessante. Questa rassegna, che sta debuttando in questi giorni nell'ambito della festa del libro di Pordenone Legge, e si sposterà poi in una serie fitta di tappe europee (da Milano a Rotterdam, da San Francisco a Venezia), raduna un numero impressionante di artisti contemporanei, in maggioranza italiani: Sandro Chia, Gianni Dessì, Omar Galliani, Alessandro Mendini, Mimmo Paladino, Piero Pizzi Cannella, Wainer Vaccari, Velasco Vitali sono tra i protagonisti.
I loro lavori, olii su tela, chine su carta, collages, pastelli, acquerelli, bronzi, terrecotte, incisioni, fotografie trattate, polaroid, installazioni pittoriche, misurano tutti sette centimetri per undici (i numeri sacri della metrica, omaggio al settenario e all'endecasillabo), e sono raccolti oltre che in mostra anche in un bel libro della Amos edizioni in cui poesia, opera d'arte e testo riempiono pagine molto suggestive.
C'è chi parla di «comuni bagliori», chi di «destini incrociati», «apparizioni» e «fulmini» per spiegare il suo rapporto con Ungaretti, Mestre, Luzi, Brodskij, Campana, Alda Merini, Emily Dickinson o Montale. Qualcuno è più a suo agio con i pennelli che con le parole, altri invece si lascia prendere dall'invito alla rêverie e racconta avventure di vent'anni fa, storie di donne, di libri, di altre mostre.
Alcune amicizie arrivano dal regno delle vite reali: quella di Tommaso Cascella con Adriano Spatola, Giovanni Frangi e Giovanni Testori, Michelangelo Galliani e Gian Ruggero Manzoni, Achille Perilli e Jean Clarence Lambert, Marco Petrus (nell'immagine) e Umberto Fiori, Luca Pignatelli e Davide Rondoni. Altre viaggiano su corde tutte mentali: Sandro Chia che sceglie Paul Celan, Enrico della Torre e Luciano Erba, Elena Strada e Quasimodo, Livio Scarpella e Costantinos Kavafis, Tullio Pericoli e Samuel Beckett.
Quella che il curatore Marco Fazzini definisce «l'ineffabile concordanza tra lo scrivere e il dipingere» si incarna in un ritratto pensoso al chiaroscuro di Rainer Maria Rilke (di Annibali), nel volto attento di Sibilla Aleramo (Fulvia Mendini), in un Ungaretti sanguigno, un Pasolini giovanissimo, ma anche in segni più grafici e paesaggi tutti interiori, che rimandano un pò alla lirica e molto ai vissuti più sinceri dei nostri artisti contemporanei.
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