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Agli Italian Sale si aspettano gli americani

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Agli Italian Sale si aspettano gli americani

Si attendono soprattutto le offerte degli americani, tornati ad acquistare arte. Giovedì e venerdì prossimo a Londra nelle evening sale prima Christie's e poi Sotheby's batteranno in tutto 80 opere di arte italiana (rispettivamente 45 con una stima preasta molto alta di 14-20 milioni di £ e 35 con previsioni tra 12-17 milioni £). Le opere dopo il tour italiano a Roma, Torino e Milano sono volate a Londra e da domenica saranno in mostra nelle sedi delle case d'asta.
Gli Italian Sale proposti per la prima volta nell'ottobre 1999 da Sotheby's e l'anno dopo da Christie's non hanno mai fallito un colpo (il tasso d'invenduto è basso) grazie a una selezione molto ragionata degli autori e della qualità dei lavori. Quest'anno, oltre ai top lot di Manzoni – «Achrome» tra 1.350.000-1.850.000 £ – da Christie's e da Sotheby's Fontana e De Chirico, val la pena soffermarsi da Christie's sulle 12 forme di rame del 1967 di Alighiero Boetti, stima 400-600mila £. L'opera politica, che vede incise le regioni occupate militarmente all'epoca, è fresca per il mercato e infinitamente meno costosa delle grandi mappe da record (1,8 milioni £ lo scorso giugno acquistata da trader americano). Il confronto tra le due case d'asta sarà oltre che sui Fontana, sei da Sothebys e sette da Christie's, e sui Boetti, anche sulle sculture di Marino Marini: da Christie's la scultura il «Cavaliere» del 1951 acquistato nel '55 per 20mila corone dal sindacato svedese Unionen è stimata 1,2-1,8 milioni di £, da Sotheby's una scultura dal medesimo titolo ma del 1947 proveniente da una collezione svizzera è valutata tra 700-900mila £. In 11 Italian sale sono diventati famosi a un ampio pubblico internazionale le opere di Fontana, Manzoni, Boetti, Burri e Castellani, ma potrebbe ancora esserci spazio per rivalutazioni per le opere dell'arte Povera da Calzolari a Paolini, Zorio e Pistoletto e, guardando più indietro, per il Gruppo degli otto, da Turcato a Vedova.
Ma non solo nelle aste si cerca di recuperare il passato, anche la 17ª edizione di Artissima dal 4 al 7 novembre propone «Back to the future», uno sguardo al passato voluto fortemente dal nuovo direttore Francesco Manacorda per rivalutare alcuni artisti italiani e internazionali che hanno lavorato a cavallo tra gli anni '60-'70 ancora sottostimati: da Gianfranco Baruchello a Dadamaino, da Franco Guerzoni a Paolo Icaro e Maria Lai.
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