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A Frieze denaro su pittura e scultura

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A Frieze denaro su pittura e scultura

  • –di Chiara Zampetti

Un nuovo tappeto rosso e un'insegna degna di Las Vegas con tanto di luci e la scritta a caratteri cubitali "Frieze Art Fair" davano all'esterno un'immagine ben diversa da quella che veniva poi offerta ai visitatori all'interno di questa importante fiera di arte contemporanea ormai all'ottava edizione (14-17 ottobre). Nel tendone bianco di Regent Park predominavano stand sobri e lineari con opere spesso di grandi dimensioni, create con materiali poveri come carta, cartone o oggetti trovati. Lo stand di Gladstone Gallery ne era uno dei migliori esempi con sette grandi sculture, tutte sui toni del grigio, di artisti come Thomas Hirschhorn, Anish Kapoor e Allora and Calzadilla.

La qualità è rimasta alta, gli stand ben pensati e spesso curati, una preferenza più per artisti con una carriera solida, riconosciuta dai musei, che per lo scintillare degli artisti di tendenza. Molti in offerta i lavori in edizione, con prezzi più contenuti dei pezzi unici.

Le vendite sono state solide. "Se la crisi si può dire cominciata con Frieze 2008, possiamo dire terminata con Frieze 2010" commenta Gigiotto del Vecchio di Supportico Lopez. La galleria di Berlino quest'anno alla sua seconda Frieze nella sezione Frame - dedicata agli operatori con meno di sei anni di attività che hanno presentato un unico artista -, se l'anno scorso aveva sold out appena dopo l'apertura quest'anno ha trovato più difficoltà nelle vendite: "Frieze 2010 è stata più ricca in termini di vendite del 2009 per le grandi gallerie e gli artisti già affermati. Più lente sono state le vendite per il collezionismo di artisti emergenti. Si è venduto più facilmente un'opera a 100mila euro che a 2mila euro e noi presentiamo una serie di 11 fotografie a 2mila l'una di Marius Engh un giovane artista di Oslo, classe 1974".

Fino a qualche anno fa comprare artisti giovanissimi era un trend e le opere si vendevano più facilmente, ora questo settore è riservato a un collezionismo di nicchia con compratori quarantenni.

Il ritorno alla pittura, alla scultura e a medium più tradizionali favorisce alcune vendite rispetto ad altre. E così per esempio un'altra giovane galleria a Frame, James Fuentes Llc, che presentava dipinti e opere su carta di Jessica Dickinson (classe 1975, vive a New York) ha venduto ben 15 dei 17 lavori portati in fiera con prezzi dai 2.500 a 11.500 $.

"Per una galleria giovane non è fondamentale vendere, ma attirare l'attenzione dei curatori e collezionisti e Frieze dà anche questo" commenta un portavoce di Fonti di Napoli che esponeva una installazione del giovane artista italiano Scotto di Luzio. Se il pigiama dell'artista che fa gli addominali è rimasto invenduto (14mila euro), un vecchio registratore per cassette che fa un fischio ha trovato un acquirente per 9mila euro e il manichino con la bocca che si apre da sola ha attirato i flash di molti fotografi.

"Abbiamo venduto meglio le opere ad un prezzo al di sotto dei 150mila euro, al di sopra diventava più difficile" commenta Laura Chiari direttrice di Lorcan O' Neil, Roma, per la seconda volta a Frieze.

David Zwirner, New York, ha trovato compratori per tutti i cabinets di Marcel Dzama con prezzi dai 25mila ai 35mila $. "Frieze quest'anno è andata estremamente bene per noi, meglio del 2009 e molto molto meglio del 2008. Abbiamo registrato ottime vendite a tutti i livelli. Abbiamo venduto il dipinto Evidence di Luc Tuymans a 850mila $, ma anche opere di Stan Douglas a 75mila $ o Philip Lorca di Corcia a 25mila $" dice Justin Durrett, direttrice di David Zwirner.
Soddisfatto dei risultati anche Giò Marconi, che con l'altra galleria che rappresenta Simon Fujiwara, Neue Alte Brücke, è in trattativa per la vendita dell'istallazione "The Frozen City", vincitrice del Cartier Award. Si tratta intorno a una cifra vicina ai 200mila euro, mentre un'opera di medie dimensioni dello stesso artista presente nello stand della galleria milanese è stato acquistato per 15mila euro da un museo di Dubai.

"Quest'anno i collezionisti erano per lo piu' Europei" dice Timothy Taylor della omonima galleria londinese, ma anche molti i collezionisti del Medio Oriente presenti in fiera, soprattutto quelli con una seconda residenza a Londra, gli Americani e i Russi.

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