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La pop art spiegata con le mani

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La pop art spiegata con le mani

di Gabi Scardi
L'arte e l'universo silenzioso di chi non ha udito: due mondi accomunati da un'attitudine visiva; eppure finora gli incontri non devono essere stati facili. Molte delle questioni fondamentali per la storia dell'arte contemporanea non potevano essere convenientemente espresse, né diventare patrimonio comune in quanto mancavano, in molti casi, gli strumenti linguistici atti a una fluida comunicazione. E si trattava di uno dei casi in cui il disagio tende a trasformarsi in autoesclusione: autoesclusione da un intero, ampio ambito di conoscenza e di esperienza.
Per chi non abbia consuetudine con questioni legate alle persone diversamente abili, risulta sorprendente e sconcertante scoprire che termini imprescindibili per la comprensione e per la comunicazione dei contenuti dell'arte non abbiano avuto, fino a pochissimo tempo fa, un equivalente nella Lingua dei segni italiana, la Lis; eppure parole come "analogico", "astrattismo", "fotogramma" o "cubismo" mancavano; una mancanza che limitava fortemente la possibilità di trasmettere contenuti e quindi, tra l'altro, di accedere con consapevolezza a mostre e musei.
Ad avviare la soluzione del problema rendendo l'arte più intelligibile ai sordi e facendone un possibile oggetto di conversazione è il primo Dizionario di Arte Contemporanea in Lingua dei segni italiana, pubblicato da Umberto Allemandi Editore di Torino con il patrocinio di Amaci (Associazione musei d'arte contemporanea italiani).
L'impresa di questo dizionario non è consistita nell'individuare e raccogliere segni esistenti, quanto nell'ampliare il lessico della Lis attraverso un'esplorazione che parte dal contenuto e si fa forma: ideando quindi, e poi sperimentando, nuovi, specifici segni riferiti all'arte del tempo presente.
Il Dizionario presenta dunque un lessico inedito: ottanta nuovi segni. Il gruppo di ricerca è stato composto da rappresentanti del Dipartimento educazione del Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea e del l'Istituto dei Sordi di Torino. L'equipe di lavoro, che comprendeva persone sorde e udenti insieme, si è impegnata in un processo di traduzione che risulta evidente nelle immagini del libro. Il Dizionario accosta a ciascun nuovo segno la descrizione sintetica del contenuto scritta in italiano e in inglese, accompagnata dal l'immagine di un'opera d'arte di riferimento; la descrizione utilizza un linguaggio semplice ed essenziale, in considerazione del fatto che non solo il pubblico di riferimento del libro è composto in parte da neofiti, ma che molti sordi hanno difficoltà a leggere la lingua italiana. In ogni pagina al testo scritto è affiancata una fascia con scatti fotografici rappresentanti i segni corrispondenti al concetto esposto. Eventi e sapere della storia dell'arte, il processo mentale relativo alla costruzione dei vocaboli deve considerare e comprendere tutto ciò per dargli forma.
Quest'impresa equivale a un invito per le istituzioni museali a perfezionare il compito di comunicare l'arte; e le sue premesse concettuali sono legate all'idea di una totale accessibilità alla cultura: un traguardo considerato ormai imprescindibile, ma tut t'altro che raggiunto.
Unendo due mondi da sempre legati alle immagini, questo progetto presenta però anche, imprevedibilmente, un esito formalmente potente.
Se in genere un segno viene illustrato da due fotogrammi, uno iniziale e uno finale, in questo caso i fotogrammi pubblicati sono numerosi; i gesti si stagliano teatralmente su fondo nero restituendo la ricca articolazione che accompagna ogni segno; pare quasi che riescano a innestare un inedito dinamismo sull'arte, che al movimento ha sempre ambito. Nella loro intensità stimolano l'immaginario visivo, e come potenti geroglifici parafrasano concetti e immagini in una lingua che risulta essere composita, ma sintetica al contempo, vitale e dotata di grande qualità retorica. Così, con la sua gestualità necessariamente accentuata, la Lis risulta accomunata all'arte visiva non solo da una potente iconicità, ma anche da una performatività in nome della quale i concetti dell'arte si trasformano in accadimento: è un vocabolario del nostro corpo; e del resto abbiamo sempre comunicato non solo a parole, ma anche con il corpo e con i suoi moti, essenziali per l'espressività umana; molta emozione può essere chiusa in un gesto.
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«Dizionario di Arte Contemporanea in lingua dei segni italiana. Il silenzio racconta l'arte», a cura del Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea e dell'Istituto dei Sordi di Torino (con il patrocinio di Amaci), Allemandi, Torino, pagg. 208, € 30,00.

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