Giunta alla sua nona edizione, la fiera d'arte contemporanea Art Basel Miami Beach ha attirato dal 2 al 5 dicembre 46mila visitatori, accogliendo tutti i principali musei e i maggiori collezionisti al mondo d'arte contemporanea. La costola autunnale della fiera estiva di Basilea non è solo un'occasione per vedere e vendere arte in oltre 250 gallerie, ma per sviluppare contatti e individuare nuovi trend. Il successo delle edizioni passate ha fatto si che a corona della fiera principale si sviluppino una miriade di fiere minori ed eventi tra inaugurazioni a gallerie, mostre, esibizioni temporanee e ovviamente party più o meno d'affari; così Miami diviene per una settimana la capitale mondiale dell'arte contemporanea.
Quest'anno si sono contate 17 fiere satellite, fra cui una dedicate al design e una alle edizioni, mentre la fiera principale offriva due sotto-sezioni per gallerie più giovani. Le esposizioni più innovative, con prezzi fra poche migliaia e alcune decine di migliaia di dollari, sono state concentrate in queste due aree della fiera, altrimenti dominata da un'offerta conservatrice di opere d'arte moderna d'inizio Novecento e arte post-war fino agli anni '60 o di autori contemporanei ultra-affermati. Probabilmente sulle scelte dei galleristi ha pesato l'incertezza della situazione economica e la mancanza di una certificazione per molta arte "di oggi" che solo il tempo dirà se ha le caratteristiche giuste per sopravvivere in termini di mercato, senza subire importanti riduzioni di prezzo come quelle avvenute nel biennio 2008-2009. I commenti più frequenti raccolti tra i galleristi a conclusione della manifestazione sono stati positivi, ma raramente entusiasti: i compratori erano "meditativi" ed attendisti, diverse le trattative ancora pendenti, soprattutto per gli acquisti più impegnativi. In effetti, in termini di fascia di prezzo sono prevalse le vendite nel settore medio, entro i 100mila dollari, con alcune rare vendite oltre il milione; si è notata l'assenza di forti compratori istituzionali, con un prevalere di collezionisti nordamericani e nuovi contatti dall'America Latina.
E' prevalsa la richiesta di opere bidimensionali, pittura e disegno in testa, secondo alcuni esperti legata anche ai minori costi di produzione rispetto ad installazioni e video; il futuro dirà se si tratta di un trend momentaneo, legato alle ristrettezze di bilancio, o a un cambio di preferenze destinato a mantenersi nel lungo periodo. L'ingresso della fiera era dominato da una terna di gallerie fortemente focalizzate su opere moderne di grande valore; lo stand di Gmurzynska, disegnato da Zaha Hadid, offriva diverse opere multimilionarie, fra cui un Rotkho, diversi Yves Klein (almeno uno venduto ad Aby Rosen attorno al milione di $), Calder e Picasso, mentre da Acquavella faceva bella mostra di sè un Warhol da 6 milioni di dollari venduto ad un ignoto collezionista probabilmente appassionato anche di auto d'epoca, soggetto dell'opera, spingendo Alexander Acquavella a dichiarare la sua partecipazione alla fiera "un grande successo". Da parte sua Landau dichiarava un valore dello stock di arte moderna in mostra (fra cui de Chirico, Moore, Matisse, Modigliani e Picasso) per un totale di 500 milioni di dollari, ma vendite ristrette a 16 opere, principalmente a nuovi collezionisti e attorno al milione di $. La newyorkese Helly Nahmad ha venduto bene diverse sculture, fra cui un Mirò da 1,8 milioni di $ e un Calder quotato a 850mila $, nonché un Morandi attorno ai 2 milioni.
L'offerta d'arte contemporanea di artisti riconosciuti ha spinto le vendite importanti da Hauser&Wirth, ad iniziare dalla scultura "Well..." di Roni Horn, immediatamente venduta per 750mila $ ad un collezionista americano, un Paul McCarthy da 450mila $ e un Barty Kher del 2010 a 170mila $.
Sprüth Magers ha seguito una strategia di vendita simile, cedendo cinque tele di George Condo fra 130-300mila $ e una gigantesca opera rossa ad uncinetto di Rosemarie Trockel per 280mila $ - oggetto d'interesse anche del gallerista Larry Gagosian durante il suo giro di shopping negli stand della concorrenza -, nonché una foto di Cindy Sherman per 450mila $ e un'opera di Baldessarri per 275mila $.
Molte le gallerie inglesi presenti, Timothy Taylor ha venduto una grande tela di Sean Scully del 2010 per 750mila $, Thomas Dane una figura di Glenn Ligon per 150mila $ Il ritorno alla pittura sembra aver aiutato Julian Schnabel, con un dipinto del 1982 venduto attorno al milione di dollari da L&M.
Fra le gallerie sudamericane, Milan ha riferito vendite per l'artista italo-brasiliana Anna Maria Maiolino, mentre Fortes Viaca ha registrata un'importante vendita ad un museo brasiliano di un'opera di Ernesto Neto, già esposta a Londra durante l'estate, per 175mila $. Successo anche per Ai Wei Wei, esposto a Londra alla Tate, le cui installazioni di semi di girasole in porcellana sono in vendita da Faurschou per 435mila $ e da Meile al curioso prezzo di 670mila $ per tonnellata (dimensioni variabili).
Fra le fiere satellite, spicca l'iperattivismo di Nada, promossa da una delle principali associazioni di galleristi americani, lieti di aver dovuto ristoccare diversi stand grazie ad acquisti vivaci soprattutto nella fascia attorno ai 10mila $; successo di pubblico e vendite nella fascia entro i 50mila $ a Scope e Pulse, tutte fiere focalizzate sull'arte super-contemporanea. Vendite consistenti anche a Design Miami, con diversi pezzi oltre i 100mila $, e Art Miami, fra cui dipinti cinesi ad inchiostro di Wei Ligang offerti dal londinese Michael Goedhuis e acquisiti da collezionisti cinesi per 185mila $. Alcune fiere minori hanno visto la rappresentanza diretta di alcuni artisti (come a Pool, ospitata in un albergo), con opere a partire da poche centinaia di dollari in cerca di nuovi collezionisti o gallerie. Contrariamente a quanto si possa credere, a Miami non bisogna essere milionari per diventare collezionisti!
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