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Artisti italiani paladini in asta

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Artisti italiani paladini in asta

Il 2010 è stato certamente un anno difficile e impegnativo, sia per il clima politico sempre più instabile, sia per le notizie allarmanti riguardanti la situazione finanziaria di alcuni stati europei come Grecia, Irlanda e Portogallo, che hanno spinto i collezionisti d'arte e gli operatori del settore ad un atteggiamento di cauta prudenza.
Il mercato dell'arte in Italia nel 2010 è ripartito dagli scambi d'arte moderna e contemporanea che, in linea con le piazze internazionali, hanno registrato un trend positivo rispetto al 2009 e costituiscono la voce più importante dei bilanci di Sotheby's, Christie's, Farsetti e Porro & C. Mentre per il reparti arredi, dipinti antichi e design le società italiane Wannenes e Pandolfini seguite da Cambi, Farsetti e Porro & C. hanno non solo tenuto ma in qualche caso stupito.
I nomi italiani più richiesti nelle aste del secondo 900 Manzoni, Fontana, Castellani e Morandi, in linea con l'apprezzamento internazionale, nel Moderno i Futuristi Balla e Severini, l'onirico de Chirico e nell'antico il Pitocchetto, Luca Giordano e Francesco Battaglioli.
Sotheby's si conferma leader di settore con vendite d'arte moderna contemporanea con 23 milioni di euro contro i 14,54 del 2009 e un fatturato complessivo per tutti i dipartimenti di 35,445 milioni (senza Iva), sei appuntamenti (uno in meno rispetto al 2009) e un incremento generale del 6,1%. Naturalmente non sono mancati i world auction record, su tutti «Superficie Bianca n.32» del 1966 di Enrico Castellani aggiudicato a 960.750 euro a maggio. Anche gli acquirenti stranieri non hanno disdegnato l'Italia, in particolare gli asiatici che oltre ad apprezzare da Sotheby's le giade e gli avori hanno acquistato a Milano a novembre una «Natura Morta» del 1954 di Giorgio Morandi per 672.750 euro. Nel Moderno ha svettato «Arlequin à la mandoline», 1919 di Gino Severini aggiudicato a 840.750 euro il 26 maggio.
Anche per Christie's il dipartimento del contemporaneo è in testa alle vendite e il 2010 si è chiuso con 11,5 milioni di euro per due appuntamenti, 1,2 milioni in più rispetto al 2009. L'asta di novembre è stata economicamente più rilevante con record per Birolli, Antonio Ligabue e Gerardo Dottori, ma l'appuntamento del 25 maggio ha stabilito la top ten in particolare «Volo di Rondoni», 1918-1919 di Giacomo Balla venduto per 706.400 euro quasi il doppio della stima seguito da «Giardino futurista» dello stesso autore battuto per 341mila euro. Complessivamente Christie's nelle quattro aste d'arte ha fatturato 13,8 milioni, alle quali si aggiungono le due di gioielli da quasi 8,5 milioni, per un totale giro d'affari italiano di 22.298.174 euro.
Farsetti ha chiuso l'anno con 15 milioni di euro per quattro appuntamenti, anche se i più importanti sono state le due aste di moderno e contemporaneo, tra i record nuovamente Balla, «Vortice» del 1914 battuto per 744mila euro. Il 900 registra record e il mercato dell'antico è in crisi?
«Sono solo cambiati i protagonisti, ma il settore è più sano che mai» sottolinea Guido Wannenes, titolare dell'omonima casa d'aste che ha battuto nell'anno 14 aste fatturando 11,736 milioni di euro (+38,52% sul 2009). Da due anni a questa parte i venditori e i compratori non sono più gli operatori di settore, ma i privati. Wannenes ha battuto l'unica house sale italiana per il 2010 realizzando 3,030 milioni di euro con un 203% di venduto per valore e 93% per lotti. Sotheby's nel 2010 tra dipinti antichi e del XIX secolo, mobili e maioliche ha totalizzato 4,15 milioni di euro lasciando però invenduta un'importante coppia di dipinti di Canaletto: «la notifica che li ha resi invendibili separatamente e ha causato la mancata vendita» commentano dalla casa d'aste. Il settore dei dipinti antichi subisce una flessione da Christie's che chiude l'anno con 2,244 milioni di euro contro i 3,573 del 2009. Grandi assenti nel secondo semestre i capolavori: probabilmente la casa d'aste ha preferito non bruciarli.
Le case d'asta italiane hanno puntato su cataloghi corposi, le percentuali di vendita per Pandolfini sono solo il 24%, ma il fatturato è di 10,7 milioni di euro di cui 8,78 milioni (inclusi gioielli e orologi) nel dipartimento antico. L'amministratore Pietro De Bernardi sottolinea con favore la crescita «costante e notevole» del dipartimento d'arte Orientale che «rappresentano una fetta crescente del nostro fatturato confermando una tendenza che già si avvertiva lo scorso anno». Anche la casa d'aste genovese Cambi chiude il 2010 con un bilancio migliore rispetto al 2009 registrando vendite per 10,388 mila euro concentrate nel settore antico dove nel secondo semestre le percentuali di vendita hanno sempre superato il 53%. In calo per tutte le case d'asta le vendite di argenti.
Da quando il titolo di Finarte è stato sospeso a settembre il presidente Giorgio Corbelli ha confermato l'intenzione di non fornire i risultati delle aggiudicazioni (non più dichiarati già dal 30 giugno 2009) nonostante gli «esiti positivi nel settore Arredi e Dipinti Antichi». La milanese Porro & C. ha tenuto due aste di dipinti e disegni antichi con risultati «al di sotto delle aspettative» nel secondo semestre, conferma il responsabile del dipartimento Alessandro Galli con una percentuale di venduto allineata sul 35 per cento. Infine, la crisi non ha portato a un consolidamento delle case d'asta, anzi vi è una crescita del numero degli operatori d'asta, anche più piccoli.Roberta Olcese
Marilena Pirrelli
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