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tutti in fila per fare il filo alla dama

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tutti in fila per fare il filo alla dama

Ascolto il tuo cuore città, e per farlo meglio mi metto davanti alla sede di un museo o di una mostra in modo da cogliere dalla viva voce dei visitatori che entrano ed escono le loro aspettative, le emozioni, le considerazioni, gli entusiasmi e persino le piccole delusioni. È un esercizio di cronaca molto interessante che può essere anche estremamente divertente. Come quella volta a Brescia, davanti ai Musei Civici di Santa Giulia, quando una vispa studentessa dei primi anni di liceo, interrogata a fine visita su come le fosse parso il museo bresciano, dichiarò lapidaria: «Il Museo di Santa Giulia è più bello del mio fidanzato!».
E la Donna allo specchio di Tiziano, esposta a Milano grazie a Eni, è più bella e meno bella della vostra fidanzata? La domanda è troppo impertinente e anche poco gentile. Ma se vi mettete davanti a Palazzo Marino in questi ultimi quattro giorni di apertura per chiedere ai visitatori in entrata e in uscita che cosa pensino di questo evento e di questo quadro vivrete il piacevole rischio di sentirne davvero delle belle.
Innanzitutto, chi sono i visitatori? Per sapere bisogna mettersi accanto a loro, lungo il serpentone umano che si è snodato ordinatissimo per tutti i 37 giorni dell'esposizione, con notevoli picchi di presenze soprattutto nei fine settimana e nei giorni di festa. E questo nonostante nevicate, piogge e temperature polari. Intabarrati in sciarpe, cappelli, giacche a vento e paraorecchi, i visitatori sono milanesi e non. Nei primi giorni d'apertura, ad esempio, è stato avvistato in fila Bruno Vespa, e la prima famiglia che interroghiamo adesso viene da Genova, padre, madre e figliola, che hanno letto della mostra sull'inserto del «Secolo XIX» e hanno raggiunto Milano in treno. La coda non li spaventa perché sanno che all'interno li attende un servizio d'accoglienza molto efficiente e quindi vale la pena di pazientare un po' al freddo.
In fila si nota anche una coppia dai tratti somatici poco mediterranei. Mi avvicino e chiedo: sono due fidanzati di una certa età, lui svedese e lei tedesca, che si sono concessi una fuga romantica a Milano. Hanno letto della mostra nel materiale pubblicitario che hanno trovato in albergo e sono venuti ad ammirare Tiziano. Per loro – nordici – attendere al freddo non è un problema, e poi l'amore, visibilmente, li scalda.
A un certo punto compaiono in fila due donne velate. La mamma è sulla carrozzella e la figlia la conduce. Il servizio d'ordine dei vigili urbani scatta immediatamente e invita le due visitatrici a by-passare la fila e a entrare. Le donne vengono dal Kuwait e stanno facendo un Grand Tour italiano: 6 notti a Milano, 6 notti a Roma, 6 notti a Venezia. Non sapevano nulla di Tiziano e si sono messe in fila perché attratte dalla folla davanti a Palazzo Marino. All'ingresso una guida le accoglie: seguiranno il tour speciale che viene riservato ai visitatori stranieri di lingua inglese. Dopo la visita, le due donne sono entusiaste e continuano a ringraziare. Chiedo loro: vi è piaciuto Tiziano? «Ci è piaciuta l'Italia!» rispondono raggianti.
C'è davvero di che consolarsi. Ma che cosa ha stregato le due donne del Kuwait?
Entriamo anche noi in rassegna. Una nuova fila attende i visitatori, questa volta però il tempo passa in un istante. Un curioso filmato aiuta il pubblico a prendere dimestichezza con le donne di Tiziano proponendo in sequenza e in dissolvenza i principali ritratti femminili del pittore. Poi, la visita comincia. Una guida prende in consegna un gruppo di 25 persone e lo porta davanti a uno specchio convesso, lo stesso che vedremo comparire nel quadro. Attenzione, le guide non sono guide generiche, ma sono gli stessi curatori della rassegna; per cui – se siete fortunati – vi potete sentir raccontare i segreti del dipinto da Valeria Merlini o da Daniela Storti in persona. Davanti allo specchio il pubblico apprende storie e curiosità dell'oggetto: per esempio, che alle prostitute era severamente vietato specchiarsi in tali specchi perché si credeva che essi avessero il potere di predire il futuro. Vedo un visitatore in seconda fila dare di gomito alla moglie e gli sento dire sottovoce: «Ma allora tu non puoi guardare». Che briccone!
Finita la spiegazione dinnanzi allo specchio, la guida accompagna il gruppo al cospetto del quadro e qui l'incanto si svela. Le persone circondano la tela, la scrutano, si piegano e si avvicinano per cogliere meglio i dettagli. Tutti pendono dalle labbra di chi sta parlando e guardano le foto di confronto sull'Ipad che le guide tengono in mano. Gradiscono molto l'innovazione tecnologica. Le guide spiegano brevemente la storia del dipinto ma soprattutto aiutano il pubblico a osservare le qualità pittoriche e le tecniche esecutive. La visita finisce. La gente vorrebbe soffermarsi ma gli addetti alla sicurezza sono gentilmente inflessibili nel pregare di uscire. Fuori incombe la fila e bisogna rispettare i tempi.
Giunge il momento di interrogare il pubblico in uscita. Vedo due ragazzi con gli occhi a mandorla, ma il loro inglese è troppo rudimentale, colgo solo che provengono da Singapore. Invece, due intraprendenti bambine italiane capiscono al volo che c'è la possibilità di un'intervista e mi si piazzano davanti con l'aria di dire: «Eccoci qua. Vuole farci qualche domanda?». Impossibile resistere. Si chiamano Elisa e Caterina, hanno tra gli 8 e 9 anni e sono milanesi. A colpirle – dicono cinguettando – sono stati i dettagli più femminili del quadro, il vasetto dei cosmetici, la pettinatura dei capelli e anche la tecnica per rendere i particolari più minuti, come quella di usare pennelli con un pelo solo. La cosa le fa ridere. E poi attaccano a parlare a ruota libera e dopo cinque minuti abbondanti si arrestano per chiedere: «Scusi, quando uscirà la nostra intervista?» Sveglie, le ragazzine.
Molto felice di aver visto il dipinto si è dichiarata anche Paola, una nonna molto sprint, delegata del Fai a Milano. «Il quadro è molto bello e la mostra perfettamente presentata. La cosa che mi è piaciuta di più è proprio l'aspetto organizzativo: qui ti aiutano a capire le cose e per una volta mi sono goduta una visita senza dover essere io a organizzarla».
Nessuno si lamenta? In verità qualche dissenso lo colgo, ma è uguale per tutti. Il quadro è bello, la mostra è chiara, il tempo è tiranno. «Davanti al quadro ci siamo stati troppo poco» dicono numerosi visitatori. Poi però, uscendo e vedendo la fila che attende, capiscono: se arrivano 200mila visitatori in un mese, per soddisfare tutti non è possibile fare altrimenti.
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la mostra: gli ultimi 4 giorni tiziano donna allo specchio Milano, Palazzo Marino fino al 6 gennaio

La mostra «Donna allo specchio / Femme au miroir di Tiziano Vecellio» è allestita fino al 6 gennaio a Milano, Palazzo Marino, Sala Alessi (Piazza della Scala, 2).

È aperta al pubblico tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.30 (ultimo ingresso alle ore 19.00), giovedì e sabato dalle 9.30 alle 22.30 (ultimo ingresso alle ore 22.00).

L'ingresso alla mostra è gratuito. Informazioni disponibili 24h/24 al numero verde gratuito 800.14.96.17.

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