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Fotografia Europea punta sull'Italia

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Fotografia Europea punta sull'Italia

Si parte da un luogo comune, da quella sequenza di bianco, rosso e verde che la memoria associa al tricolore. E poi si guarda più da vicino e si scopre che l'ordine cromatico è diverso. E diversa è l'Italia che la sesta edizione di «Fotografia Europea» di Reggio Emilia, a cura di Elio Grazioli, dedica al nostro Paese nel sottotitolo «Verde, bianco, rosso, una fotografia per l'Italia».
Omaggio all'Unità, omaggio a Reggio Emilia che ha visto nascere il tricolore nel 1797, e omaggio a quegli autori che «pensando per immagini», come suggeriva Luigi Ghirri, hanno interpretato l'italianità e hanno guardato oltre i luoghi comuni. Si parte allora da una finestra, la Rear Window di Paola Di Bello, sovrapposizione di giorno e notte in un'unica inquadratura, con le ombre del sole e della luce artificiale che illuminano il mistero di ogni spazio urbano.
Quel mistero che invita Paolo Roversi, nella personale nei Chiostri di San Pietro, a sfuocare il volto femminile, come a prenderne le distanze per pudore e rispetto. Tocca alla «Giovine Italia», rassegna di nuovi autori curata da Gigliola Foschi, e a Mario Dondero, fotogiornalista classe 1928, di stanza a Parigi, a Milano, a Roma, ritrovare nel filo della cronaca le immagini di un'altra Italia: un Paese che oggi costruisce macerie e che ieri distribuiva i giornali nelle campagne, in bicicletta, e in città ascoltava la voce di Pasolini.
E camminando si arriva a Cinecittà, dove Francois Halard, sguardo francese, ha cercato le tracce del Grand Tour. Cercando di capire, come racconta Michele Smargiassi, curatore, se nel nostro Paese esiste ancora la «sacralità dei luoghi».
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fotografia europea Reggio Emilia Fino al 12 giugno www.fotografiaeuropea.it

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