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Art Marrakech, mercato lento ma stimolante

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Art Marrakech, mercato lento ma stimolante

  • –di Silvia Anna Barrilà


Si è tenuta tra il 30 settembre e il 3 ottobre la seconda edizione di Art Marrakech, la fiera promossa da Hicham Daoudi, presidente del gruppo leader sul mercato dell'arte marocchino Art Holding Morocco e della casa d'aste Compagnie Marocaine des Œuvres et Objets.
Rispetto all'anno scorso gli espositori sono aumentati (dai 30 del 2010 ai 50 di quest'anno), ma è calato l'entusiasmo. "Non abbiamo riscontrato l'euforia dell'anno scorso, quando c'è stata una vera richiesta dei collezionisti locali" ci dice Nello Di Meo, gallerista italiano a Parigi. L'inaugurazione è stata celebrata da 4.500 persone, mille in più dell'anno scorso, ma "c'erano pochi clienti e non avevano voglia di comprare, probabilmente per il momento poco allegro dal punto di vista economico. Sono arrivati collezionisti da Casablanca e da Tangeri, e anche i francesi o gli svizzeri che hanno qui la casa, ma nessuno è venuto apposta dall'estero".

La galleria non ha venduto niente fino a poche ora dalla fine della fiera. Poi ha ricevuto due commissioni da un marocchino che ha richiesto due opere degli italiani Pietro Ruffo e David Reimondo. Budget: 30mila € ciascuna. "È un risultato importante per due artisti giovani", dice Di Meo. Le opere che aveva portato quotavano intorno ai 6mila € per Ruffo e 9-15mila € per Reimondo, ma aveva anche nomi affermati come Vasarely (140mila €) e Sam Francis, i cui prezzi sono risultati troppo alti.
Per la prima volta quest'anno è stato assegnato il premio Es Saadi, vinto dalla giovane franco-marocchina Chourouk Hriech (1977), che già l'anno scorso aveva attratto l'attenzione del pubblico con i lavori esposti alla mostra del Museo di Marrakech dedicata agli artisti marocchini nella diaspora. Elargito dall'omonimo hotel e ospite della fiera, Palace Es Saadi, il premio consiste nella produzione di un'opera alla prossima edizione della fiera. L'artista è rappresentata in Marocco da Atelier 21 e in Francia da JGM, che ha venduto tre suoi disegni tra 1.200 e 5.000 € (di cui uno ad un privato italiano). "È un'artista che sta crescendo molto" afferma Joy Melki dalla galleria, "ha prodotto molti disegni di piccolo formato adatti al collezionista che vuole avvicinarsi al suo lavoro". Il suo mercato è vivace in Marocco, in Francia e nel Medioriente.

La maggior parte delle vendite segnalate si sono aggirate tra qualche migliaio e qualche decina di migliaia di €. Tra le gallerie internazionali c'era Metro Pictures da New York, che ha venduto opere di Olaf Breuning e Robert Longo tra 15mila e 22mila €; El Marsa da Tunisi, che ha venduto un bronzo di Khaled Ben Slimane per 16mila €; sempre dalla Tunisia Le Violon Bleu, che ha dedicato lo stand a Farid Belkahia, di cui ha venduto quattro opere per un totale di 40mila €; e da Dubai IDVE ha venduto diverse opere di Zoulikha Bouadbellah a 3.500 € ciascuna.
Ha partecipato, per la prima volta, anche Galleria Continua. "Abbiamo deciso di venire perché ci piace essere pionieri", ci dice uno dei direttori Lorenzo Fiaschi, "abbiamo conosciuto il direttore della fiera a Basilea e abbiamo voluto premiare la sua serietà".

Anche Continua ha portato artisti di vario livello di notorietà: da Anish Kapoor a Loris Cecchini, da Kader Attia a Pistoletto. "Abbiamo venduto opere tra 15mila e 25mila €, tra cui un'opera di Kader Attia che rimarrà a Marrakech e tre opere di Loris Cecchini di cui una rimarrà a Marrakech e una andrà in Tunisia". Galleria Continua ha registrato anche una vendita curiosa: "Il nostro artista Daniel Buren ha acquistato un'opera di un altro nostro artista, il camerunense Pascale Marthine Tayou".
Nonostante le vendite non siano state brillanti, entrambi i galleristi italiani dichiarano la loro intenzione di tornare a Marrakech l'anno prossimo: "Ci vuole tempo spiega Lorenzo Fiaschi - com'è stato per noi in Cina, dove ci sono voluti circa sette o otto anni. Quando decidiamo di fare una fiera, non è per una volta sola".

E anche Nello Di Meo concorda: "È comunque un'esperienza da rifare. Ci sono delle gallerie francesi che si chiedono se ne vale la pena veramente, ma noi vogliamo insistere perché ci sono clienti marocchini che comprano. Finora rimangono più legati alle gallerie e agli artisti nazionali, ma bisogna insistere e farsi conoscere".
Un altro gallerista italiano, Rocco Orlacchio, ha addirittura deciso si aprire una galleria a Marrakech, Voice Gallery, che ha inaugurato proprio in questi giorni.

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