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L'ArtReview incorona Ai Wei Wei protagonista dell'arte contemporanea

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L'ArtReview incorona Ai Wei Wei protagonista dell'arte contemporanea

  • –di Marilena Pirrelli

Il mondo dell'arte fa quadrato intorno all'artista dissidente Ai Wei Wei e con un sussulto etico e civile lo incorona al primo posto della lista Power 100 (www.artreview100.com) dell'ArtReview. L'artista cinese, classe 1957, è il secondo artista, dopo Damien Hirst, a finire sul podio dal 2008 (http://www.artreview100.com/power-100-lists-from-2002-through-2008/), quando è nata la classifica dell'art system. Ai Wei Wei è stato indicato dal panel composto dal team dell'ArtReview (http://www.artreview.com/) più alcuni opinion maker internazionali al primo posto tanto per il suo attivismo quanto per la sua ricerca artistica – che ridisegna il ruolo dell'artista, non più protetto nel suo lavoro dalle mura dei musei e delle gallerie, ma sceso in prima linea per denunciare la sistematica violazione dei diritti umani in Cina.

Sempre sul podio si confermano i direttori della Serpentine Gallery di Londra (Hans Ulrich Obrist & Julia Peyton-Jones), sale al terzo posto Glenn D. Lowry, direttore del MoMA, invece scende dal primo al quarto posto Larry Gagosian. Conquistano la quinta posizione gli inventori di e-flux (Anton Vidokle, Julieta Aranda & Brian Kuan Wood) e salgono dal 7° al 6° Nicolas Serota, re Sole della Tate, dal 15° al 12° Alfred Pacquement, direttore del Pompidou e Beatrix Ruf salita al 10° posto dal 19°già direttrice della Kunsthalle di Zurigo. Insomma ritorna nelle sapienti mani dei protagonisti dei musei la regia dell'arte lasciando un passo indietro mercato e mercanti: Iwan Wirth, titolare dell'importante galleria Hauser & Wirth, dal 3° scende all'8°, così come anche David Zwirner passato dal 4° al 9° posto.

La classifica dell'importante rivista inglese offre uno spaccato della scena artistica contemporanea così com'è oggi, nella quale emerge il ruolo sempre più forte di un crescente numero di professionisti dell'arte come Cindy Sherman (7), Gerhard Richter (11), Peter Fischli & David Weiss (28), Liam Gillick (32), Walid Raad (75), David Hammons (83), Christoph Büchel (88) e artista-registi come Steve McQueen (59) e Shirin Neshat (86), il cui lavoro esercita un'influenza ben oltre la sfera strettamente artistica. "Gli artisti sono sempre stati importanti perché sono quelli che creano il lavoro, ma le gallerie hanno ancora molto potere all'interno dell'ecosistema del mondo dell'arte e della classifica" spiega Mark Rappolt, il direttore dell'ArtReview.

Accanto a loro – quando reperire finanziamenti è difficile al di fuori delle più grandi gallerie commerciali – l'ArtReview premia anche un gruppo di agenzie non profit - tra le quali Artangel (55), TownHouse (56), Creative Time (57) e Outset (71) - che contribuiscono a facilitare la produzione dei progetti artistici più impegnativi o sperimentali; così come le agenzie di distribuzione come e-flux (5) aiutano a divulgare questi progetti presso un pubblico più vasto e i critici (Boris Groys, 53; Germano Celant, 63; Slavoj Zizek, 65, Massimiliano Gioni, 80, Kaja Silverman, 95) a fornir loro un contesto.

Sul fronte italiano grande assente è l'artista Maurizio Cattelan (al 68° posto del 2010), nonostante la prossima personale a novembre al Guggenheim Museum di New York. Mentre rientra nella top 100 la collezionista Miuccia Prada (http://www.fondazioneprada.org/), restano saldi nelle loro posizioni i galleristi italiani famosi all'estero: Massimo De Carlo, i titolari della galleria Continua (Mario Cristiani, Lorenzo Fiaschi & Maurizio Rigillo) ed entrano per la prima volta Franco Noero & Pierpaolo Falone.

Nella classifica i paesi più importanti nel mappamondo dell'arte sono America, Regno Unito Svizzera, Francia e Germania, ma in un anno come si è mosso l'art system nella geografia dell'arte?

"In questa classifica - spiega ancora Mark Rappolt, -vi è una maggiore presenza di protagonisti del Medio Oriente (è salita al 72° posto la curatrice libanese Christine Tohme, ed è entrato al 75° l'artista Walid Raad, e al 90°.gli sceicchi del Qatar Saud bin Muhammad bin Ali Al-Thani e Al-Mayassa bint Hamad bin Khalifa Al-Thani, ndr) rispetto agli anni precedenti. In generale, la lista è molto più globale e meno concentrata, anche se New York e Londra sono ancora luoghi molto importanti per il contemporaneo".

Nonostante il ruolo riconquistato dai direttori dei musei, questi ultimi stanno risentendo della crisi?
"La differenza tra i musei e le gallerie commerciali sta diventando sempre più stretta in termini di dimensioni e di bilancio" risponde Rappolt. E il ruolo dei collezionisti è cambiato? "C'è uno strano senso di aristocrazia del 'gusto' e il sistema sociale che si sviluppa intorno ai collezionisti è legato alla conoscenza e al denaro" conclude il direttore del mensile inglese.

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