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Fiac e Frieze, testa a testa per conquistare i collezionisti

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Fiac e Frieze, testa a testa per conquistare i collezionisti

  • –di Silvia Anna Barrilà


"FIAC is great" - Fiac è grande - è il commento laconico di Gagosian che, a conclusione della 38esima edizione della fiera dell'arte di Parigi (20-23 ottobre), restituisce in poche parole l'entusiasmo di molti galleristi e professionisti del mercato.
Con 168 gallerie da 21 nazioni e 68.079 visitatori in cinque giorni (6% in più rispetto al 2010), la fiera è stata un successo sia di pubblico che di vendite.
Più degli altri anni si è sentito il confronto con la fiera immediatamente precedente, Frieze ). Secondo molti commentatori, infatti, Fiac quest'anno ha preso il posto di Frieze come fiera più importante di ottobre, o addirittura come seconda fiera per importanza dopo ArtBasel .

Vendite milionarie
Se il prezzo di vendita più alto riportato dagli organizzatori di Frieze è stato 1,5 milioni di £ (1,7 milioni di €) da Marian Goodman per un dipinto di Gerhard Richter , le vendite di FIAC hanno superato i risultati di Frieze già la mattina della preview, con vendite come quella di "Where Will It End" di Damien Hirst per 2,8 milioni di dollari da White Cube (2 milioni di € ) e di un grande dipinto composto da quattro pannelli di Takashi Murakami, venduto da Emmanuel Perrotin a un museo europeo non specificato per un valore tra 2 e 3 milioni di € ( http://english.kaikaikiki.co.jp).
Anche Cheim & Read (New York) ha superato più volte i 3 milioni di €, mentre nel comparto moderno Jeanne Bucher (Parigi) ha riportato varie vendite superiori a 2 milioni di €, tra cui due dipinti di Nicolas de Staël, e Applicat-Prazan (Parigi) ha registrato numerose vendite con una media superiore al milione di € e qualcuna sopra i 2 milioni di €. Gagosian ha esposto un moschettiere di Picasso con un valore tra 6 e 8 milioni di $ (4,3-5,8 milioni di €).
Frieze o Fiac?
La ragione di questo successo è stata secondo Sacha Zerbib, art advisor di Parigi, la presenza di opere innovative, mentre a Frieze le gallerie sono andate più sul sicuro. "Per anni Frieze ha dato il via alla stagione rappresentando il metro di misura del mercato - ci dice Zerbib -. Quest'anno per la prima volta, molti di coloro che sono andati a entrambe le fiere non hanno fatto spese folli a Frieze in previsione della Fiac". La sua società di consulenza artistica Conseil & Acquisition Art Contemporain (Caac) ha speso a Fiac più di 1 milione di $ (700mila €), acquistando opere di artisti come Nate Lowman, Albert Oehlen, Dan Colen, Michael Delucia , Jorinde Voigt , John McCracken e Chiharu Shiota .
"Per la prima volta sono venute gallerie da New York con cui lavoro da tempo come Bureau , Maccarone e Andrew Kreps. È questo ciò che il pubblico francese ha bisogno di vedere". Zerbib ha apprezzato anche la presentazione di Florian Schmidt presso la New Galerie di Parigi .
E i prezzi? "Sono cari. Non c'è possibilità di ottenere sconti, perché la domanda c'è".
Il confronto tra Frieze e Fiac comunque è soggettivo. Isabella Bortolozzi, gallerista italiana a Berlino, ha venduto più a Frieze che a Fiac. "Fiac è una buona fiera, quest'anno hanno partecipato molte gallerie internazionali importanti – spiega la direttrice della galleria Marta Lusati -, ma Frieze rimane più importante per i contatti che si stringono con curatori e musei, visto il grandissimo numero di istituzioni sul territorio". Tra le vendite della Fiac c'è stata un'opera di Danh Vo per 18mila €.
Anche David Zwirner (New York) ha partecipato ad entrambe le fiere. "Frieze continua ad essere importante per noi - dice uno dei direttori Ales Ortuzar -. I collezionisti ci sono sembrati interessati a vedere opere recenti e abbiamo venduto velocemente al noto collezionista cinese Budi Tek opere di Michael Riedel e Daniel Richter fatte apposta per la fiera. A Fiac abbiamo incontrato collezionisti prevalentemente europei che si sono presi tempo per prendere decisioni. Abbiamo apprezzato la risposta positiva alla nostra presentazione curata di artisti americani minimalisti".
La galleria ha venduto ad un collezionista americano per 550mila $ (quasi 400mila €) l'opera di Dan Flavin "Untitled (to the citizens of the Republic of France on the 200th anniversary of their revolution) 1", che è stata mostrata solo una volta da Leo Castelli nell'anno di produzione, il 1989. Ha inoltre venduto un'opera di John McCracken a un collezionista francese per 600mila $ (430mila €) e un'altra di Donald Judd ad un messicano per 450mila $ (320mila €).
I premi
Edizione ricca anche di premi: Mircea Cantor , artista nato in Romania nel 1977 e residente a Parigi, ha vinto il prestigioso Prix Marcel Duchamp, premio creato dai collezionisti dell'associazione per la diffusione internazionale dell'arte francese ADIAF, che incorona un artista francese considerato pioniere dell'arte contemporanea e gli dona 35mila € oltre alla produzione di un'opera per una mostra al Pompidou. La sua galleria, Yvon Lambert, ha venduto una sua opera per 60mila € . In Italia è rappresentato da Magazzino di Roma.
Tra le gallerie è stata premiata la berlinese Johann König , alla quale è stato assegnato il Prix Lafayette conferito in collaborazione con il partner ufficiale della fiera, il Groupe Galeries Lafayette, per la presentazione del lavoro di Helene Marten, artista inglese nata nel 1985. Tra le gallerie nominate al premio c'era anche un'italiana: Monitor da Roma.

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