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Il Premio Icom premia la qualità dei musei italiani

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In Primo Piano

Il Premio Icom premia la qualità dei musei italiani

  • –di Marilena Pirrelli



Gli investimenti pubblici a favore dei musei si riducono? Sì purtroppo, di risposta cresce la professionalità nei musei italiani e la qualità della loro offerta culturale.
Il Premio Icom Italia – Musei dell'anno 2011 - conferma questo trend: il premio museologo dell'anno è stato assegnato dalla giuria internazionale Icom a Gabriella Belli, fresca di nomina a direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia, "per aver dedicato la sua vita ad uno dei progetti museografici e museologici più innovativi degli ultimi anni, il Mart di Rovereto". Il premio honoris causa è andato ad Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, "per aver saputo coniugare l'impegno di studioso con l'azione quotidiana nell'ambito della tutela e valorizzazione del patrimonio culturale".
Hans Martin Hinz, presidente mondiale dell'International Council of Museum, insieme alla giuria internazionale composta da - Alessandra Mottola Molfino, presidente del Collegio dei Probiviri di Icom Italia; Emma Nardi, presidente Icom-Ceca (International Committee for Education and Cultural Action); Manon Blanchette, presidente di Icom-Avicom (International Committee for the Audiovisual and Image and Sound New Technologies); Carol Ann Scott, segretario generale di Icom-Mpr (International Committee for Marketing and Public Relation) e dal presidente di Icom Italia Alberto Garlandini, ha assegnato i riconoscimenti attribuiti agli istituti museali: premio al miglior progetto di Information Communication Tecnology va al MuseoTorino; premio al miglior progetto di partnership pubblico-privato al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci" di Milano; premio al miglior progetto di mediazione culturale al Museo delle Trame Mediterranee - Fondazione Orestiadi, Gibellina.
I tre musei e i due professionisti che hanno fatto e fanno grande la museologia italiana, sono stati premiati oggi, 29 ottobre, a Siena, presso il Complesso Museale di Santa Maria della Scala. La kermesse ha ospitato anche il convegno Fare museo insieme. Reti e sistemi museali per vincere la crisi, evento promosso da Icom Italia e da Regione Toscana in collaborazione con Comune di Siena, Fondazione Musei Senesi con il sostegno di Provincia di Siena, Banca Monte dei Paschi di Siena e Fondazione Monte dei Paschi di Siena. Il media partner dell'iniziativa è 24 ORE Cultura - Gruppo 24 ORE.
Il punto di vista di Icom - organizzazione mondiale dei musei pubblici e privati e dei professionisti museali, affiliata all'Unesco - è profondo: è in grado di conoscere l'offerta culturale internazionale poiché conta 30mila soci, presenti in 137 paesi di tutti i continenti ed è organizzata in 117 comitati nazionali e 54 comitati internazionali.
Ma di fronte alla crisi quali sono le strategie di Icom per dare sostenibilità ai musei?
Alberto Garlandini, presidente di Icom Italia, ha presentato sei proposte Icom per una gestione sostenibile degli istituti culturali e per un progetto di rilancio del sistema cultuale italiano: " è un appello affinché i professionisti e i volontari dei musei e degli altri istituti culturali, gli amministratori pubblici e privati, le fondazioni bancarie e di altra origine, gli sponsor e tutti quanti hanno a cuore il patrimonio culturale costituiscano - città per città, territorio per territorio - tavoli tecnici e politici per condividere risposte efficaci alle pressanti urgenze poste dalla crisi" spiega Garlandini. "E' ormai necessaria la massima cooperazione tra le persone, gli istituti, le amministrazioni pubbliche e private al fine di aumentare la capacità di agire in rete e di promuovere sistemi territoriali, e superare la gestione separata di musei e beni culturali, arrivando anche all'integrazione di soggetti storicamente autonomi" conclude il presidente Icom Italia.
Di seguito ospitiamo le sei proposte:
1.Icom per la riorganizzazione e razionalizzazione dei sistemi culturali territoriali: a fronte delle prime chiusure di spazi culturali e alla riduzione di orari di apertura e di attività, non si deve subire un ridimensionamento casuale, bensì condividere piani di razionalizzazione, frutto di una consapevole riprogrammazione tecnica e politica, e non di tagli ciechi e automatici.
2.Icom per una moratoria di nuovi musei: è superata la convinzione che ogni piccola comunità possa sostenere la gestione di un museo. La nascita di nuove realtà è molto aumentata nei passati vent'anni, ma questa fase entusiasmante è terminata. D'ora in poi ci si dovrà più occupare dell'esistente che di aprire nuovi musei.
3.Icom per l'uso razionale delle scarse risorse e la rivalutazione delle spese per la gestione degli istituti culturali: occorre concentrare le scarse risorse sugli istituti culturali permanenti e sulle loro attività; non è tempo di iniziative improvvisate e senza impatti duraturi, né culturali né economici. Ogni investimento sia valutato in base alla sua capacità di lasciare sul territorio risultati concreti e permanenti. Mentre è messa in discussione l'esistenza stessa di reti culturali, è insensato che milioni di euro pubblici e privati siano spesi per coprire i deficit di mostre ed eventi effimeri.
4.Icom per la difesa del capitale umano: un museo senza direzione e senza personale è un museo morto, impossibilitato a contribuire alla vita e alla crescita della comunità. I professionisti e i volontari sono un tesoro che non possiamo permetterci di disperdere. Sono le intelligenze che anche con scarse risorse permettono ai musei di proseguire le loro diuturne attività pubbliche.
5.Icom per la sussidiarietà e per una riforma fiscale a favore degli istituti e delle attività culturali: solo la partecipazione volontaria dei cittadini e delle comunità e la sinergia tra azione pubblica e azione privata potranno garantire la sostenibilità della gestione dei musei e del patrimonio culturale. L'uso della leva fiscale è ancora troppo limitato e la messa a regime di un effettivo federalismo fiscale dovrà creare condizioni più favorevoli per benefici fiscali sia per le donazioni, sia per le attività professionali svolte gratuitamente a favore dei musei e del patrimonio culturale.
6.Icom per la sussidiarietà e per una riforma fiscale a favore degli istituti e delle attività culturali: occorre rendere più concreta la sussidiarietà e favorire al massimo la partecipazione volontaria e disinteressata dei cittadini e delle comunità, la sinergia tra azione pubblica e azione privata. Solo esse possono garantire nel tempo la sostenibilità dei musei e della gestione del patrimonio culturale. Circa due milioni di italiani sono attivi continuativamente nel volontariato culturale e offrono uno straordinario contributo al Pil del nostro paese. Un numero crescente di italiani, di tutte le età, manifesta la volontà di riprendere in mano la gestione dei servizi e della "cosa" pubblica, senza rilasciare deleghe in bianco allo Stato. Questo incredibile impegno è ancora sottostimato. Icom chiede che la partecipazione dei cittadini sia sostenuta in ogni forma possibile. Abbiamo proposto che il 5 per mille dell'IRPEF venga destinato anche a favore degli istituti culturali. In questi giorni in cui si riparla di riforma fiscale, Icom ribadisce che l'uso della leva fiscale per favorire la gestione del patrimonio culturale è ancora troppo limitato e condizionato dall'instabile volontà dei governi nazionali. Icom si augura che la messa a regime di un effettivo federalismo fiscale crei a livello locale condizioni favorevoli per politiche fiscali di sostegno al non profit. Occorrono maggiori benefici fiscali per le donazioni liberali, ma anche per le attività professionali svolte gratuitamente a favore dei musei e del patrimonio culturale; e per rendere più efficace la leva fiscale si dovranno eliminare tetti e vincoli finanziari e sburocratizzare e semplificare radicalmente le procedure.
L'appello di Icom intende rispondere alla crisi: "Icom si oppone a quanti sostengono che in tempo di crisi la cultura, gli istituti e il patrimonio culturale sono un lusso al quale si può rinunciare. Al contrario, ribadiamo che proprio in tempo di crisi essi possono costituire delle risorse preziose e dei fattori competitivi di cui fare tesoro. I musei del XXI secolo non sono più solo istituti di conservazione del patrimonio culturale e della memoria storica. Hanno una dimensione sempre più sociale e sono servizi pubblici al servizio delle comunità, producono e comunicano saperi, cultura, creatività. Sono agenzie per la mediazione culturale, per il dialogo interculturale, per la coesione sociale. Aprono le menti e aiutano a comunicare con il mondo. Danno nuova linfa alle identità e alle radici culturali; creano senso di appartenenza; potenziano le attrattive dei territori; migliorano la qualità della vita di quanti vi vivono e lavorano. L'Italia non ne può fare a meno" conclude Garlandini.
Icom Italia si è candidata, ad ospitare nel 2016 a Milano (dopo Shangai nel 2010 e Rio de Janeiro nel 2013) la 24sima Conferenza internazionale di Icom. Il 21 novembre si svolgerà a Milano la settima Conferenza nazionale dei musei, nella prima sessione sarà dedicata a "Musei d'Italia. L'Italia dei musei. 150 anni di storia e di storie" e nella seconda a "Passato, presente, futuro. 2025: quali istituti della cultura e quali professioni del patrimonio culturale negli scenari del futuro?"

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