ArtEconomy24

Nei momenti di crisi si cerca la copia d'autore

  • Abbonati
  • Accedi
In Primo Piano

Nei momenti di crisi si cerca la copia d'autore

Va detto subito: non ha un mercato di scambio, perché chi la compra se la tiene. In tempo di crisi entra in fase toro, ma non va all'asta. È un collezionismo di nicchia e dai prezzi popolari. Vent'anni fa un falso d'autore "dichiarato" quotava tra i 5 e i 10 milioni di lire e si acquistava esclusivamente al Musée imaginaire di Daniele Hermes Dondè. Tra i suoi clienti c'erano anche raffinati intenditori d'arte come l'avvocato Gianni Agnelli che, accanto ai Canaletto e ai Boccioni autentici, nella sua pinacoteca esibiva 12 copie di Renoir, due di Klimt e molti Mirò. Il fenomeno è internazionale: in America vanno di gran moda e si dice che l'ex presidente argentino, Carlos Menem, avesse arredato la Casa Rosada con falsi d'autore. Oggi il cremonese Dondè si gode la pensione, ma la sua crociata per moralizzare il mercato dell'arte dalle contraffazioni illegali è ormai un fenomeno di costume consolidato e diffuso, con numerosi atelier di copie dichiarate in tutta Italia. In 15 anni l'offerta si è decuplicata e i valori contratti di tre volte tanto. Non solo. Grazie a internet, le copie dei più celebri capolavori della storia dell'arte si possono acquistare anche online e a prezzi davvero modici: da 50 euro per un Botero – a dire il vero di mediocre qualità – eseguito dai cinesi su tela sintetica (li commercializza l'atelier "I falsi di autore" basato a Barletta), fino a 960 € (telaio incluso) per una riproduzione davvero ben fatta del Bacio di Gustav Klimt, decorato in oro zecchino e proposto da Arte-Line.
Gli atelier che sfornano le copie migliori (con tanto di timbro sul retro della tela e certificato di riproduzione allegato) sono "Arti fiorentine" (www.artifiorentine.it) basato a Signa, che ha per clienti molti hotel di charme e studi professionali, e "Arte-Line" (www.arte-line.com), fondato da Domenico Sciortino nel 1995, con showroom a Urgnano (Bergamo). Tra i suoi collezionisti non pochi svizzeri e francesi che amano l'arte decorativa e persino un cardinale del Vaticano, che recentemente gli ha commissionato una copia della Cena in Emmaus del Caravaggio: il costo? Seicento-settecento €.
Per "Arte-Line" lavorano una sessantina di copisti provenienti da Italia, Germania e Portogallo, selezionati su centinaia di candidati di ogni età, che Sciortino mette alla prova e poi ingaggia pagandoli in anticipo; per ogni quadro l'artista incassa poco più di un terzo del prezzo al pubblico. «Il 90% del nostro business è fatto su commissione – dichiara Sciortino – e le opere sono disponibili in circa un mese. I prezzi vanno da 300 a 3.000 € a seconda del formato, del soggetto e del copista e in un anno si vendono circa 200-300 esemplari, ma tre anni fa, prima della crisi, fatturavamo il doppio».
I più costosi sono i quadri del Canaletto con le Vedute di Venezia, in vendita a 1.500 €, i più richiesti Il Bacio di Klimt e quello di Hayez, ma vanno per la maggiore anche La ragazza con l'orecchino di perle di Vermeer, i Girasoli di Van Gogh o Il Bacco del Caravaggio.
Resta aperta la questione del copyright (i diritti scadono dopo 70 anni dalla morte dell'artista), soprattutto per le opere degli anni '20 della polacca Tamara de Lempicka (1898-1980), nessun erede della quale, però, ha mai rivendicato nulla. Molto accanita è invece la Fundaciòn Dalì, che amministra i diritti d'autore dell'artista per delega dello Stato spagnolo, suo erede testamentario e che recentemente ha vinto un contenzioso avviato nel 2006 con l'Adagap (la società francese di gestione collettiva dei diritti d'autore).
L'unico vivente a essere imitato senza problemi è il colombiano Fernando Botero, classe 1932, che non ha mai intentato azioni legali contro i suoi copisti, ben sapendo che la pubblicità è l'anima del commercio.
«Non ci sono controversie legali sulle copie antiche dichiarate» precisa Pietro Manara, titolare, con Giuseppe Villani, del "Virtutis Museum Fine Art" di Milano (www.virtutismuseum.it). Aperto nel 2008, proprio con le prime avvisaglie della crisi dei mercati, lo spazio registra una domanda in crescita con richieste per circa 60 quadri all'anno. «Le copie sono in conto vendita – spiega Manara – e, chiuso l'affare, all'artista riconosciamo il 50%. C'è molto interesse per gli Impressionisti francesi, preferiti nel formato originale (scala 1 a 1) e in vendita tra 400 e 800 €».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© Riproduzione riservata