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Tra il 2010-11 la Tate si è finanziata per il 62% con contributi privati

  • –di Maria Adelaide Marchesoni

Una continua ed elevata capacità di autofinanziamento, un sistema fiscale che premia e incentiva le donazioni sia monetarie sia di opere d'arte e, non da ultimo, la certezza di poter contare su di un programma triennale di contributi pubblici legati a obiettivi qualitativi e quantitativi, sono in sintesi gli elementi che caratterizzano i conti in nero della Tate. Tuttavia ciò che colpisce maggiormente dall'analisi del bilancio del museo britannico, uno dei più importanti dopo il Louvre, è il fatto che il 62% delle fonti di finanziamento sono elargite da privati che possono beneficiare d'incentivi fiscali sia con il sostegno finanziario sia attraverso la donazione di opere d'arte. Nella gestione 2010-11 il museo ha ampliato la collezione con 287 nuove opere tra acquisti, donazioni e lasciti da parte di terzi. Del valore attribuito in bilancio a tali opere pari a 8,3 milioni di sterline (13,9 milioni il valore delle opere "acquistate" nel corso della gestione 2009-10) 4,3 milioni si riferiscono al valore delle opere donate in sostituzione dell'imposizione fiscale.
Nonostante la recessione e i tagli del Governo, il museo è riuscito a mantenere elevata l'entità delle risorse generate internamente, pari a 66,8 milioni di sterline, cioè il 54,5% dei proventi complessivi, sebbene in calo sull'anno precedente, quando l'autofinanziamento aveva raggiunto 68,2 milioni di sterline. Gli introiti derivano dalla biglietteria per le mostre temporanee - l'ingresso alla collezione permanente non è a pagamento come per gli altri musei britannici - in crescita a 6,9 milioni (5,6 milioni nel 2010) - e dalle attività commerciali per 26,9 milioni, un ammontare in linea con la gestione precedente. Sul fronte dei tagli, l'ammontare dei contributi pubblici ha subito un leggero calo a 54,7 milioni rispetto ai 55,9 milioni dell'anno prima. Le risorse pubbliche sono state indirizzate a sostenere i costi della gestione operativa (32,3 milioni), la manutenzione delle attività fisse (3 milioni) e il finanziamento della nuova struttura del museo (19,4 milioni), che avrà un costo totale di 215 milioni, di cui 50 milioni sborsati dal Governo.
Nel corso della gestione la Tate ha rivisto la strategia d'investimento del portafoglio titoli, nominando un nuovo portfolio manager (C.Hoare & Co): ha suddiviso la parte a breve termine, disponibile per il finanziamento dell'attività, da quella a lungo termine riducendo il valore del portafoglio investimenti da 13,7 a 7 milioni di sterline. Il rendimento del portafoglio nella gestione passata è stato pari al 4,5%.
I "numeri" più significativi della gestione della Tate registrano un calo dei proventi a 122,6 milioni di sterline rispetto ai 126 milioni dell'anno prima e una riduzione del saldo finale con un avanzo di 24 milioni di sterline rispetto ai 26,3 milioni dell'esercizio precedente.
La politica retributiva delle principali figure professionali non è stata rivista e il direttore a vita Nicholas Serota ha percepito uno stipendio invariato pari a 160.537 sterline senza alcun bonus.
Gli acquisti più recenti sono stati effettuati a ottobre in occasione di Frieze con le risorse messe a disposizione dall'Outset/Frieze Art Fair Fund, quest'anno pari a 150mila sterline, in assoluto l'ammontare più elevato di ogni gestione. Tre le opere acquistate, una scultura dell'artista polacca Alina Szapocznikow, una video installazione dell'artista inglese ma che vive in Messico, Melanie Smith, che mostra un giardino surrealistico creato a Xilital dal poeta britannico Edward James, e alcuni disegni di Helena Almeida, tra i principali artisti portoghesi, nota al pubblico per i suoi drammatici autoritratti fotografici imbrattati di vernice blu.
Nel corso della gestione 2011 il museo ha allargato i "confini" geografici della collezione con importanti acquisizioni di arte contemporanea e moderna del Medio Oriente, America Latina e Asia Pacifico. Tra le acquisizioni più significative, effettuate con i fondi del Comitato Asia Pacifico, vi è un'importante installazione, sia per dimensioni sia per valore artistico, dell'artista coreano Do Ho Suh, Staircase-111, 2010, costituita da una scala in poliestere traslucido rosso sospesa a un soffitto. Il Comitato Acquisti dell'America Latina ha, invece, optato per una grande opera di Felix Gonzalez-Torres, Untitled (Doppio ritratto) 1991, un acquisto congiunto con l'Albright-Knox Art Gallery, di Buffalo (Usa).
Inoltre nel maggio 2010 la Tate ha istituito un comitato per gli acquisti di fotografie e nel corso dell'anno sono state effettuate numerose acquisizioni grazie alla generosità di terzi, come ad esempio le 84 fotografie, Red 1968-75, dell'artista ucraino Boris Mikhailov che documentano scene di vita quotidiana nella sua città natale di Kharkov, comprate con l'assistenza di Art Fund e Konstantin Grigorishin.
E' in crescita il numero dei visitatori: 7,4 milioni rispetto ai 7,1 milioni dell'anno prima, di cui 3,6 milioni circa gli stranieri e oltre 19 milioni gli utenti unici del sito web. A partire dal 2001 le opere che sono entrate a fare parte del patrimonio artistico del museo sono state capitalizzate e inserite in bilancio al costo o sulla base di una valutazione effettuata dallo staff del museo. In bilancio il valore attribuito a fine marzo 2011 all'8% del patrimonio artistico del museo è pari a 260 milioni di sterline. Non è possibile stabilire un valore al rimanente 92%.

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