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Städel Museum si apre al contemporaneo grazie alla partnership tra pubblico e privati

  • –di Silvia Anna Barrilà


In tempi difficili per i musei, mentre si susseguono gli annunci di tagli e chiusure, da Francorforte arriva una buona notizia: lo Städel Museum inaugura in questi giorni un nuovo edificio destinato ad accogliere la collezione di arte contemporanea, finanziato grazie ad una private-public partnership esemplare. Il primo weekend di apertura (sabato 25 e domenica 26 febbraio) ha attratto 18mila visitatori.
Si tratta del più grande ampliamento del museo nei suoi 200 anni di storia sia dal punto di vista dell'architettura che dei contenuti. Già alla fine del 2011 è stata riaperta la sede storica del museo in seguito alla ristrutturazione dell'edificio e al riallestimento della collezione di dipinti dei maestri antichi, che include capolavori di Dürer, Holbein, Rembrandt, Vermeer, Rubens, Mantegna, Botticelli, Tiepolo e altri. Ora si è giunti alla conclusione della costruzione del nuovo edificio destinato alla collezione di arte contemporanea: una struttura di 3mila m2 che si estende sottoterra, a otto metri di profondità, sotto il giardino del museo. L'edificio è stato realizzato dallo studio di architetti schneider+schumacher ed è illuminato grazie a 195 lucernari rotondi che dall'esterno sono stati paragonati a petali di rose su uno specchio d'acqua.
La costruzione del nuovo edificio e la ristrutturazione di quello vecchio sono costate 52 milioni di €, di cui circa la metà proviene da donazioni private da parte di cittadini, imprese e fondazioni (circa 26 milioni di €) e l'altra metà da fondi pubblici. "È un esempio brillante di finanziamento della cultura anche in tempi economici difficili", ha detto Nikolaus Schweickart, presidente dell'amministrazione dello Städel. Lo stesso Städel Museum è nato dalla donazione del mercante Johann Friedrich Städel, che prima di morire nel 1815 lasciò la propria collezione d'arte alla città.
Mentre la ristrutturazione del vecchio edificio è costata 18 milioni di €, la costruzione di quello nuovo è costata 34 milioni. Il finanziamento del nuovo edificio è iniziato nel 2007 con la donazione di 7 milioni di € da parte della Hertie-Stiftung, una fondazione nata per volontà di Georg Karg (1888-1972), proprietario dei grandi magazzini Hertie, oggi parte del gruppo Karstadt. L'anno successivo sono stati stanziati altri 3 milioni di € da parte dell'istituto bancario B. Metzler seel. Sohn & Co., la più antica banca privata in mano ad una famiglia tedesca. Gli altri principali promotori del finanziamento sono stati KPMG; la Stiftung Polytechnische Gesellschaft (con un milione di €), una fondazione di cittadini di cui ha fatto parte anche Goethe; PricewaterhouseCoopers (500.000 €); la Deutsche Bank (500.000 €); la società immobiliare americana Tishman Speyer (500.000 $); la Fazit-Stiftung (250.000 €), la fondazione del giornale "Frankfurter Allgemeine Zeitung"; e la Royal Bank of Scotland (100.000 €).
Nel 2009, inoltre, è partita una campagna pubblica per la raccolta fondi a cui hanno aderito i cittadini con moltissime iniziative, tra cui per esempio l'asta dei disegni di 1.200 studenti. Molte famiglie in vista della città hanno contribuito con cifre tra 250mila € e un milione di € e con opere delle proprie collezioni. L'associazione degli amici del museo Städelsche Museums-Verein ha raccolto dai suoi membri 3 milioni di €. I contributi pubblici sono stati di 16,4 milioni di € da parte della città di Francoforte (11,4 milioni per la costruzione del nuovo edificio e 5 milioni per la ristrutturazione di quello vecchio). Inoltre il Bundesland Hessen (lo stato federato in cui si trova Francoforte) ha contribuito con 5 milioni di € presi dal programma per investimenti speciali e un milione di € preso dal proprio budget, e la città di Eschborn ha partecipato con 4 milioni di €.
Sicuramente la voglia di donare è alimentata anche dal fatto che tutte le donazioni al museo sono deducibili dal reddito (vanno ad abbattere il reddito imponibile) e ciò vale sia per i privati (per i quali è ammessa la deduzione annua del 20% del proprio reddito, oltre 1 milione di € nell'arco di 10 anni, il doppio in caso di coppia sposata), che per le imprese (possono dedurre fino al 20% del reddito annuale dell'azienda, oppure lo 0,4% della somma del fatturato totale e del costo del lavoro dell'anno in questione). Il museo in quanto istituzione di pubblica utilità non versa tasse sul reddito, ma paga tutte le imposte legate alle spese.
Ma chi sono stati gli artefici di questa incredibile campagna di fundraising? Da un lato certamente il direttore dello Städel, Max Hollein, che ha avuto un ruolo decisivo nel dialogo con le istituzioni e le imprese. Poi Sylvia von Metzler, moglie di Friedrich von Metzler dell'istituto bancario nominato più sopra B. Metzler seel. Sohn & Co. e presidente dell'associazione degli amici del museo. Non solo l'associazione ha raccolto 3 milioni di €, ma la stessa von Metzler è stata rilevante nelle relazioni con i privati. Il concetto della campagna pubblica rivolta ai cittadini di Francoforte è stato pensato dall'agenzia pubblicitaria internazionale Ogilvy & Mather. La realizzazione della campagna è stata poi affidata al team interno al museo: da un lato dal dipartimento di fundraising, guidato da Sophia Athié, che ha organizzato innumerevoli azioni trovando i partner per la loro attuazione; dall'altro dall'ufficio stampa, guidato da Dorothea Apovnik, che ha portato avanti la comunicazione della campagna e ha compilato un blog per due anni.
La collezione di arte contemporanea dello Städel contiene all'incirca 1.200 opere (di cui 330 sono esposte nelle nuove gallerie) di artisti come Donald Judd, Blinky Palermo, Imi Knoebel, Isa Genzken, Gerhard Richter, Sigmar Polke, Neo Rauch, Corinne Wasmuht, Andreas Gursky, Wolfgang Tillman e altri. Circa 600 opere provengono da una cessione della Deutsche Bank, altre 220 sono fotografie o opere provenienti dalla DZ Bank.
Nel complesso la collezione dello Städel include 3.000 dipinti, 600 sculture, 500 fotografie e più di 100.000 disegni e stampe originali.

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