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L'Art Show a New York rilancia Accardi e Bonalumi

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L'Art Show a New York rilancia Accardi e Bonalumi

  • –Di Silvia Anna Barrilà

Nell'ampio panorama delle fiere newyorkesi che si sono svolte la settimana scorsa, l'Art Shoorganizzato dall'Art Dealers Association of America si distingue da sempre per la sua qualità museale (7-11 marzo). Ubicato nell'elegante armeria di Park Avenue, non lontano dal Whitney, dal Metropolitan e dalla Frick Collection, è la fiera delle blue chip dell'arte internazionale moderna e contemporanea. Rispetto all'Armory Show l'atmosfera è molto più raccolta. Le gallerie che hanno partecipato sono solo 72. La regola per gli stand prevede che le gallerie presentino mostre personali oppure monografiche.
Il rigore delle scelte ha portato anche diversi successi sul fronte delle vendite, con alcuni esempi eclatanti come quello della Pace Gallery.che ha venduto entro un'ora dall'apertura della fiera tutte e 25 le opere di Yoshitomo Nara presentate per prezzi tra 16mila e 50mila dollari. Era la prima mostra dell'artista da quando è entrato a far parte della scuderia della Pace Gallery lo scorso ottobre. Anche David Zwirner ha venduto tutte le opere di Suzan Frecon nel corso dell'inaugurazione per prezzi tra 40mila e 100mila dollari.
Entro la fine della fiera hanno registrato il sold out anche la Tanya Bonakdar Gallery, che offriva opere di una delle star del momento, Sarah Sze, l'artista che rappresenterà gli Stati Uniti alla Biennale di Venezia del 2013; Blum & Poe, che presentava opere di Henry Taylor; Regen Projects, che presentava Elliott Hundley; e Cheim & Read con una doppia personale di Lynda Benglis e Adam Fuss. La Skarstedt Gallery Ltd. ha registrato due delle vendite più care: 800mila e 1,2 milioni di dollari per due opere che non sono state rivelate. Lo stand includeva lavori di George Condo, Keith Haring, Mike Kelley, Martin Kippenberger, Barbara Kruger, Cindy Sherman e Richard Prince.
Ma anche l'arte italiana era ben rappresentata in fiera: Sperone Westwater ha presentato una mostra personale di Carla Accardi. "Carla Accardi non è ancora così conosciuta negli Stati Uniti", ci dice David Leiber, direttore da Sperone Westwater, "ma abbiamo ricevuto reazioni eccellenti. Abbiamo introdotto il suo lavoro negli USA nel 2005 e da allora abbiamo fatto un'altra mostra in galleria presentandola nel contesto in cui sono nate le sue opere". All'Art Show Sperone Westwater ha portato lavori degli anni '60 e '70 per prezzi tra 70mila e 500mila dollari. Delle opere vendute, una è andata ad un museo di New York.
Proprio di fronte a Sperone Westwater c'era un altro stand dedicato all'arte italiana, quello di Barbara Mathes che ha raccolto nella collettiva "The Italians" gli italiani più richiesti sul mercato dell'arte internazionale: Fontana, Castellani, Melotti, Bonalumi e Dadamaino. "Abbiamo venduto bene nella fascia di prezzo tra 55mila e 600mila dollari", spiega Barbara Mathes in fiera. "E abbiamo una novità: adesso rappresentiamo Bonalumi negli Stati Uniti".
Sparse tra gli stand c'erano anche altre opere di artisti italiani: un'opera su carta di Castellani e una ceramica di Fontana presso la Adler & Conkright Fine Art, mentre una grande opera di Mario Merz ("Stones Moved From Continent to Continent" del 1983-84) dominava lo stand di James Cohan


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