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Photofestival e Photoshow invadono Milano

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Photofestival e Photoshow invadono Milano

  • –di Sara Dolfi Agostini

Arte e fotografia insieme in occasione del Photofestival meneghino che inaugura il 3 aprile prossimo con un percorso di oltre 90 appuntamenti tra mostre e incontri nelle istituzioni cittadini e nelle gallerie. Un incontro impensabile fino a qualche anno fa?
"Si, qui in Italia la fotografia è stata a lungo rilegata al suo aspetto di reportage e artigianato, nonostante gli artisti ne facciano uso dagli anni ‘70". Parla Pasquale Leccese, direttore de Le Case d'Arte. Dall'anno scorso è un fervido sostenitore del Photofestival ed è colui che ha coinvolto in questa iniziativa all'insegna del fotografico il network di gallerie d'arte dell'associazione Startmilano, di cui è presidente. Il suo riferimento è il mese della fotografia parigino, una rassegna che va avanti da vent'anni a novembre con la collaborazione sinergica della fiera Paris Photo. Anche il Photofestival è nato con l'appoggio di una fiera, Photoshow , dedicata alla fotografia e all'immagine fotografica, organizzata ad anni alterni a Roma e a Milano verso la fine marzo.

Insieme, Photofestival e Photoshow rispondono ad un crescente interesse per le immagini che trova conferma nei dati raccolti proprio in questi giorni dalla Camera di Commercio di Milano: qui, la spesa annuale pro capite per acquisti e servizi fotografici è addirittura 100 euro per imprese e privati cittadini, a fronte di una media nazionale di 50 euro. E non solo. L'interesse dei milanesi per la fotografia si registra anche per le immagini destinate al mondo dell'editoria e a quello dell'arte. Dal 23 al 25 marzo, al 2° convegno annuale organizzato dalla Fondazione Forma per la Fotografia, sono stati chiamati a parlare dello stato attuale del settore oltre trenta professionisti tra cui il fotografo Gianni Berengo Gardin e Francois Hébel, Direttore Rencontres Internationales de la Photographie d'Arles (online i podcast degli incontri). Il pubblico ha presidiato la sala adibita per gli incontri per tutte e tre le giornate, 300 persone si sono accreditate e tra queste non mancavano personalità di spicco come i fotografi Ferdinando Scianna e Oliviero Toscani.
Un successo che non stupisce e anzi collima con i risultati eccellenti mostrati dalla fotografia nel mercato del collezionismo. Nel 2011, annus horribilis per l'economia internazionale, nelle aste di arte contemporanea ci sono stati ben due record fotografici, quello di Cindy Sherman con un "self portrait" (1981) in cui l'artista si cammuffa da adolescente, che ha valso 3.890.000 dollari lo scorso maggio, e quello ancora più sorprendente di Andreas Gursky, che con "Rhine River" (1996), una delle sue stampe più astratte, ha raggiunto la cifra di 4.338.500 dollari a novembre.
Ma secondo Pasquale Leccese, pur restando i dati un riferimento importante per un mercato in forte ascesa, "oggi quello che conta non è tanto il risultato d'asta per la fotografia, quanto il fatto di poter vedere una stampa fotografica nella stessa posizione che ha avuto la pittura". Non a caso, durante questo Photofestival, la sua galleria le Case d'Arte presenta una mostra dedicata ad una platea di collezionisti competente e ben disposta ad acquisti importanti. Espone, infatti, l'artista olandese Marijke van Warmerdam (1959), che attraverso opere realizzate in diverse tecniche – video, suono, fotografia - riflette sulla relazione inscindibile tra capacità e risultato in un settore caro agli italiani: quello del calcio. La fotografia, in particolare, misura 12 metri di lunghezza ed è una stampa digitale su seta acrilica, realizzata con una tecnologia impiegata spesso in campo pubblicitario perché garantisce nitidezza all'immagine e alta risoluzione. "Il collezionista compra a 30mila euro il diritto di riprodurla a casa propria" spiega Leccese.

Più tradizionali le proposte fotografiche nelle altre gallerie coinvolte. Da Riccardo Crespi, ad esempio, fino al 7 aprile c'è la mostra degli svizzeri Taiyo Onorato e Nico Krebs (entrambi 1979). Il duo, che lavora insieme dal 2003, espone un'interessante serie di immagini cui si interroga sulle potenzialità e i limiti del mezzo fotografico nel mostrare il processo creativo. I prezzi variano per dimensione, anno di produzione e tiratura, in una forbice che va da 2.000 a 5.600 euro. Alla Galleria Franca Sozzani, invece, fino al 22 aprile si trova l'antologica del lavoro di Alice Springs (1923), all'anagrafe June Browne, la donna che nel '48 sposò il celebre fotografo di moda Helmut Newton diventando sua musa e, dopo aver scoperto il piacere di stare dietro all'obiettivo, anche sua collega. La mostra è stata prodotta con la collaborazione della Fondazione Helmut Newton di Berlino, ma a rappresentare Alice Springs è la galleria londinese Maconochie. Purtroppo, coloro che saranno interessati alle fotografie non potranno collezionarle a meno di non trovarle in asta, perché in galleria sono esaurite e Alice Springs non ha intenzione di proporre delle ristampe.
Il percorso espositivo del Photofestival continua, quindi, nelle istituzioni pubbliche: con i ritratti di strada di Beaut Streuli (1957) al Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo dal 5 maggio, e con due mostre dedicata all'attività dell'agenzia fotogiornalistica Magnum alla Fondazione Forma dal 26 aprile. Una è la personale di Alex Webb (1952), l'altra la collettiva "Magnum La scelta della foto", che scopre per la prima volta quaranta provini a contatto dai quali sono state selezionate alcune delle fotografie indimenticabili del secolo scorso. Allo Spazio Concept, infine, dal 3 maggio, si potrà conoscere il lavoro degli studenti di fotografia di Milano, uno dei quali vincerà il premio AIF promosso dalla Associazione Italiana Foto & Digital Imaging. Tra le scuole coinvolte, l'Accademia di Brera, lo IED e il Bauer.

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