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Protesta o performance dal Museo d'arte contemporanea di Casoria?

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Protesta o performance dal Museo d'arte contemporanea di Casoria?

  • –di Silvia Anna Barrilà


Il CAM Contemporary Art Museum di Casoria annuncia un gesto eclatante: di fronte all'indifferenza delle istituzioni non solo rispetto ai problemi di mantenimento e gestione del museo, ma anche rispetto alle minacce subite da parte della Camorra, da questa sera, 14 aprile, brucerà tre opere alla settimana delle mille in collezione - che secondo le dichiarazioni del direttore Antonio Manfredi ha un valore di circa un milione di euro - finché il Ministro dei Beni Culturali Lorenzo Ornaghi e il Presidente della Regione Campania Stefano Caldoro non si recheranno in visita ufficiale a vedere con i loro occhi la situazione.
Il gesto fa notizia. È l'ultimo di una serie che ha visto il direttore velare le opere della collezione ed esporre le loro fotocopie, appello chiamato CAMouflage e riportato da Repubblica e, l'anno scorso, issare la bandiera tedesca davanti al museo chiedendo asilo politico alla Merkel, finendo anche sullo Spiegel.
"Il CAM è nato nel 2005 per iniziativa del Comune di Casoria, che però è stato sciolto dopo sei mesi per associazione camorristica", ci dice al telefono Antonio Manfredi. "Per sette anni abbiamo promosso le attività senza il finanziamento pubblico, organizzando mostre di denuncia sul problema della camorra. Credo nella possibilità, in un luogo civile, di una gestione ‘all'americana', che vede la partecipazione di pubblico e privato, ma qui non è possibile perché la maggior parte delle attività private sono in mano alla camorra, quindi è necessario l'intervento dello Stato".
Il gesto sortisce parole dure da parte di Eduardo Cicelyn, direttore del Museo Madre di Napoli: "Quello non è un museo. È il gesto di un artista (Antonio Manfredi è lui stesso artista, ndr) che vuole attirare l'attenzione su di sé e riesce a farsi pubblicità. Molti ci credono perché non sono stati lì di persona".
Ma allora siamo davanti ad un appello estremo, o ad un gesto autoreferenziale? E in che termini un'iniziativa privata può definirsi un museo?
Alberto Garlandini, Presidente di ICOM Italia, il Comitato Nazionale Italiano per i musei, spiega: "Il museo è definito dallo Statuto del Consiglio internazionale dei musei come ‘un'istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo. È aperto al pubblico e compie ricerche che riguardano le testimonianze materiale e immateriali dell'umanità e del suo ambiente; le acquisisce, le conserva, le comunica e, soprattutto, le espone a fini di studio, educazione e diletto'". E aggiunge: "Non è tanto la forma giuridica che interessa (quella di Mafredi è un'associazione culturale, chiamata International Contemporary Art Center e presieduta da lui stesso, ndr), ma non bisogna confondere un museo con uno spazio espositivo che organizza mostre. Non può chiunque definire uno spazio un museo. I fondi istituzionali in questo momento devono muoversi per priorità e devono andare a quei musei che fanno attività in modo continuativo e all'interno di una rete".
Allo stesso tempo Olimpia de Simone, coordinatrice regionale dell'ICOM Campania, sottolinea che a Napoli e provincia pochissimo viene dato alla cultura e spesso l'iniziativa è in mano privata.
Intanto oggi andrà distrutta la prima opera, una tela dell'artista francese Séverine Bourguignon (1973), che sarà collegata per l'evento via skype. "La televisione francese verrà a filmare l'evento" afferma Manfredi. "Altri artisti verranno a bruciare loro stessi le opere".
Il portavoce del Ministero non ha per il momento rilasciato commenti. Angela Tecce, direttrice di Castel Sant'Elmo di Napoli, dichiara: "I Musei, se tali sono, sono istituzioni, la cui nascita o morte non si decide individualmente".

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