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Arte a Berlino, si produce ma non si vende. La città investe quasi…

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Arte a Berlino, si produce ma non si vende. La città investe quasi 1,3 milioni di euro

  • –di Silvia Anna Barrilà

Negli ultimi anni Berlino è diventata famosa in tutto il mondo come hotspot dell'arte contemporanea. In nessuna città al mondo vivono così tanti artisti: più di seimila secondo le stime; Berlino è la città in cui si produce l'arte contemporanea. Anche la densità delle gallerie è molto alta: sono più di 400. Eppure non per tutte è così facile mantenersi. Si produce qui ma si vende altrove. A Berlino manca una fiera, dopo che l'ArtForum è stato chiuso per via del boicottaggio degli stessi galleristi berlinesi; non vengono battute le aste delle grandi case d'asta (Phillips de Pury è presente con un ufficio, mentre da Christie's e Sotheby's sono gli uffici di Amburgo ad essere responsabili per Berlino); sono falliti i piani per una Kunsthalle, l'istituzione che nel panorama artistico tedesco è tanto importante; la Biennale di quest'anno ha suscitato critiche molto negative; e soprattutto mancano i ricchi, e quindi gli acquirenti d'arte.

Oltre a tutto ciò, gli affitti salgono e gli atelier diventano sempre più cari per gli artisti. Si diffondono i timori che la carovana degli artisti migri verso il prossimo hotspot e che Berlino perda il suo punto di forza.
Perché sul fatto che l'arte sia un importante fattore per l'economia locale, sono tutti d'accordo, tanto che l'associazione dei commercianti e industriali tedeschi VBKI, una delle associazioni economiche più antiche in Germania, ha promosso martedì 22 maggio un incontro intitolato "Il mercato dell'arte a Berlino - nessuna chance di entrare in serie A?". L'incontro è stato moderato da Peter Raue, notaio e personalità ben nota nel mondo dell'arte a Berlino perché presidente dell'associazione di amici della Nationalgalerie per più di 30 anni.

È stato lui nel 2005 a portare la collezione del MoMA a Berlino con una mostra blockbuster che ha incassato 6 milioni di €. Gran parte di questo importo è servito a creare il capitale per aprire una fondazione per l'arte contemporanea. Gli interessi che frutta il capitale ogni anno vengono investiti per l'acquisizione di arte contemporanea per i musei berlinesi (circa 300mila €).
All'incontro erano presenti Christian Boros, il collezionista famoso per avere trasformato un bunker in un museo privato; Martin Klosterfelde, gallerista; Marek Claassen, fondatore del sito di ricerca sul mercato dell'arte Artfacts.net; Jutta Nixdorf, specialista di arte moderna e contemporanea da Christie's a Zurigo; e André Schmitz, segretario di stato per la cultura a Berlino. Ed è stato lui ad annunciare che anche la politica si sta muovendo e vuole dare il suo contributo per mantenere gli artisti in città e promuovere l'immagine di Berlino come città dell'arte che attrae visitatori e investitori (si veda anche il successo sempre crescente del Gallery Weekend).

"Sono d'accordo con Klosterfelde sul fatto che non abbiamo bisogno di un'altra fiera accanto a ArtBasel, Frieze, ArtCologne, ecc.", ha detto il segretario, "Ma sono d'accordo con Christian Boros sul fatto che dobbiamo dare un appuntamento in autunno che il pubblico internazionale segni in agenda. Quindi abbiamo creato, insieme al Senato dell'Economia, della Tecnologica e della Ricerca, un tavolo di discussione a cui partecipano non solo i galleristi ma anche le istituzioni e i musei. Il 30 maggio annunceremo un ‘marchio' per l'autunno che unisce le iniziative dei galleristi e la programmazione dei musei". Lo scopo non è quello di creare una fiera, ma una data unica per attirare il mercato a Berlino, un marchio che sia commercializzato meglio e che includa le istituzioni, poiché finora sono stati soprattutto i galleristi ad assumersi il rischio.

Anche riguardo al problema degli atelier, l'amministrazione locale cerca di trovare una soluzione, e ha istituito un nuovo programma per l'assegnazione di circa 780 atelier e appartamenti per artisti sovvenzionati dalla città. Ogni anno la città investe nel programma 1.277.000 euro (quest'anno il budget è aumentato di 150mila euro rispetto all'anno scorso per via dell'alta domanda: circa 300 artisti per un atelier). Nel caso degli atelier, l'artista contribuisce in parte all'affitto, ma l'affitto che paga l'artista non supera i 4 euro al metro quadro al mese, riscaldamento incluso. "Non è una soluzione ma è un segnale", dice Schmitz.
Nel budget cittadino, infine, sono stati inclusi 500mila euro quest'anno e 1 milione di euro l'anno prossimo da assegnare a tre istituzioni, e cioè Neue Nationalgalerie, Kunst-Werke e Berlinische Galerie, per organizzare una mostra che renda conto dei trend dell'arte contemporanea a Berlino.


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