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Accomodatevi sui mosaici futuri

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Accomodatevi sui mosaici futuri

I mosaici sono dappertutto, sulle pareti, sui pavimenti, sul soffitto e sui complementi d'arredo, d'altro canto non potrebbe essere altrimenti, visto che ci troviamo negli uffici milanesi della Bisazza, l'azienda leader nella produzione del mosaico di vetro per la decorazione di interni, con casa madre a Montecchio, alle porte di Vicenza, e siti produttivi e showroom sparsi in tutto il globo. Un classico esempio di "eccellenza italiana" nel mondo.
L'incontro è con Rossella Bisazza alla vigilia di un passaggio importante per la storia aziendale, l'apertura al pubblico della Fondazione Bisazza, presso la sede di Montecchio.
Cominciamo dalla storia aziendale: quando, come e perché è nata la Bisazza?
«L'azienda venne fondata da mio padre Renato nel 1956 ad Alte di Montecchio, a quindici chilometri da Vicenza. Mio padre era un ingegnere con la passione per i vetri di Murano, e trovandosi a compiere un periodo d'apprendistato in un piccolo laboratorio di Treviso che realizzava mosaici in vetro, intuì che fosse possibile trasformare la produzione di mosaico in vetro dalla scala artigianale a quella industriale. Fondò così una sua azienda e creò macchinari speciali che permettono la produzione di mosaico a ciclo continuo».
Siamo alla vigilia del boom economico e il mosaico di vetro, particolarmente apprezzato per sua resistenza agli agenti atmosferici, viene richiesto in grandi quantità soprattutto per il rivestimento esterno degli edifici.
«Sì, mio padre cavalcò l'energia del boom, ma con un'intuizione in più. Riportare in vita le potenzialità estetiche dei mosaici».
Dunque Renato Bisazza non si limita a produrre mosaici in vetro su scala industriale ma vuole che questi mosaici ritrovino la loro antica e nobile bellezza.
«Proprio così – continua Rossella Bisazza – mio padre comprese al volo le grandi potenzialità estetiche che i mosaici potevano esprimere. Questo intuito lo premiò: negli anni Sessanta iniziarono le prime grandi commesse di rivestimenti di interi palazzi, non solo in Italia ma anche in Francia e persino a Hong Kong. Negli anni Settanta, le tecniche di produzione delle tessere si affinarono. Ma la svolta vera avvenne alla fine degli anni Ottanta, quando Alessandro Mendini introdusse l'uso del mosaico decorativo nel design».
Il punto di svolta della Bisazza avviene dunque con l'incontro con il designer Alessandro Mendini che diventa il direttore artistico del l'azienda vicentina, amplia la gamma dei colori, crea nuove miscele e soprattutto induce altri designer ad avvicinarsi al mosaico.
«Dopo Mendini, Fabio Novembre diventa il nuovo direttore artistico della Bisazza. Con lui il mosaico assume una dimensione tridimensionale, le superfici vengono rivestite come una pelle. La collaborazione con i grandi designer diventa per noi fondamentale, come anche l'utilizzo dei computer, per studiare nuovi orizzonti di creazione e decorazione».
Dal design all'arte il passo è breve. Il mosaico viene utilizzato per realizzare opere d'arte contemporanee, dalle sculture alle installazioni. Automobili e aerei vengono rivestiti di mosaici, si creano sculture e "dipinti" con migliaia di tesserine. Queste opere, create nel corso degli anni per i principali Saloni del Mobile o per varie mostre all'estero, adesso le potremo ammirare tutti.
«Sì – conferma Rosella Bisazza – la nostra Fondazione esporrà al pubblico tutte queste opere d'arte realizzate in mosaico. La sede trova spazio in alcuni padiglioni della nostra azienda di Montecchio, opportunamente riadattati da Carlo Dal Bianco. Mio fratello Piero è il presidente della Fondazione, io sono vicepresidente, mentre Maria Cristina Didero (che viene da una lunga esperienza in Vitra, il più autorevole museo di design in Europa) sarà il nostro direttore esecutivo, con compiti di produzione e coordinamento di mostre e soprattutto di contatti con le maggiori realtà operanti nel mondo del design. La Fondazione sarà un museo di arte e di design contemporaneo con una vocazione internazionale e oltre alla collezione permanente con opere di Fabio Novembre, Sandro Chia, Mimmo Paladino, Alessandro Mendini, Studio Job, Marcel Wanders, Patricia Urquiola e altri, ospiterà due mostre all'anno di design e architettura provenienti dall'estero oppure coprodotte con le più autorevoli istituzioni culturali a livello internazionale. Non sarà obbligatoria la presenza del mosaico. Si inizia con una mostra di John Pawson: mi raccomando la aspettiamo!».
Grazie! Ma perché in un momento economicamente così difficile avete deciso di fare un passo così impegnativo?
«Per tre ragioni. La prima: la Bisazza opera su scala internazionale da molti anni, ma aprendo questa realtà a Vicenza la nostra azienda intende offrire un contributo di presenza e di riconoscenza a questo territorio, per arricchire l'offerta culturale sul fronte contemporaneo di una città che vedrà quest'anno anche la riapertura della Basilica Palladiana e la nascita del nuovo Museo di Palladio. La seconda ragione è questa: gli imprenditori che possono farlo devono avere coraggio. È importante che le aziende – soprattutto quelle che operano nel design – guardino avanti nel mondo della creatività. E quando lo Stato e le istituzioni sono alle prese con alte emergenze è giusto che il mecenatismo contemporaneo intervenga a sostegno della cultura».
E la terza ragione?
«La Fondazione nasce anche per dire grazie a mio padre Renato, che ha iniziato e fatto grande quest'avventura; e ci ha fatto vivere a contatto quotidiano con la bellezza».
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il nuovo spazio
Si parte con Pawson

L'8 giugno apre al pubblico la Fondazione Bisazza per il design e l'architettura contemporanea con sede a Montecchio (Vicenza). Presieduta da Piero e Rossella Bisazza (rispettivamente presidente e vicepresidente), la neonata Fondazione si propone come nuovo soggetto culturale in contatto con prestigiose istituzioni internazionali al fine di ospitare mostre itineranti e progetti di design e architettura, non legati necessariamente al mosaico. Diretta da Maria Cristina Didero, la Fondazione dispone di un'area di circa 6mila mq (in passato riservata alla produzione aziendale) riqualificata dall'architetto Carlo Dal Bianco. La ricca collezione permanente è costituita da installazioni firmate da designer quali Tord Boontje, Aldo Cibic, Sandro Chia, Jaime Hayon, Alessandro Mendini, Fabio Novembre, Mimmo Paladino, Andrée Putman, Ettore Sottsass, Studio Job, Patricia Urquiola e Marcel Wanders. Un'area di oltre mille mq è invece dedicata ad accogliere mostre prodotte dalla Fondazione o sviluppate in collaborazione con istituzioni straniere. Per il suo debutto, la Fondazione ospita fino al 29 luglio 2012 la rassegna «John Pawson-Plain Space» dedicata all'opera del designer inglese e proveniente dal Design Museum di Londra. Per la Fondazione, Pawson ha anche realizzato un'opera site-specific dal titolo One to One, studiata per gli spazi della Fondazione e che andrà poi ad arricchirne la collezione permanente.
Il 7 giugno lo stesso John Pawson terrà una lectio magistralis presso il Teatro Olimpico di Vicenza. Il comitato scientifico della Fondazione comprende Alessandro Mendini, Alexander von Vegesack (Vitra Design Museum), Hervé Chandès (Fondation Cartier pour l'Art Contemporain), Guta Moura Guedes (Experimenta Design) e Stefano Casciani.
Fondazione Bisazza, viale Milano 56, Montecchio Maggiore (Vi); orari: mercoledì-domenica ore 11-18; ingresso gratuito; tel. +39 0444 707690; info@fondazionebisazza.it; www.fondazionebisazza.it

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