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Tra dOCUMENTA e Basilea il prezzo dell'arte sale

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Tra dOCUMENTA e Basilea il prezzo dell'arte sale

  • –di Silvia Anna Barrilà

Mentre l’economia europea trema, il mondo dell’arte chiuso all’interno delle pareti dorate della fiera di Basilea non avverte la crisi. La 43esima edizione di ArtBasel (14-17 giugno) ha confermato che in un momento di grave crisi economica e estrema instabilità dei mercati finanziari, l’arte rappresenta un bene rifugio. I 300 galleristi, selezionati tra mille richieste di partecipazione, sono più che soddisfatti. “Abbiamo venduto almeno 25 opere in un price range che va dalle centinaia di migliaia di euro a importi milionari”, ci dice Pepi Marchetti Franchi, direttrice della sede romana di Gagosian Gallery. Lo stand di Gagosian raccoglieva capolavori dell’arte moderna e contemporanea - per un totale che è stato stimato dalla stampa intorno ai 250 milioni di dollari (198 milioni di euro) - tra cui un Jasper Johns appartenuto a Robert Rauschenberg e un Van Gogh del periodo dei mangiatori di patate valutato 3 milioni di euro. Tra le vendite di Gagosian tanti Warhol ma anche opere di Yayoi Kusama. Sulla scia del successo della retrospettiva itinerante dell’artista giapponese, Glenn Scott Wright, direttore della Victoria Miro Gallery di Londra, ci racconta che è dovuto andare a Tokyo a prendere nuove opere da presentare a Basilea. Le opere esposte sono state tutte vendute, incluse quelle all’interno del deposito dello stand, trasformato in una piccola mostra personale riservata ai collezionisti, per prezzi tra 120mila e 620mila dollari (95mila e 490mila euro).

Vendite milionarie anche da David Zwirner, che ha ceduto il primo giorno un’opera di Bruce Nauman per 2,5 milioni di dollari (quasi 2milioni di euro) e nei giorni successivi un’opera di Donald Judd per 2,9 milioni di dollari (2,3 milioni di euro). Altre vendite del primo giorno da Zwirner sono state quelle di un dipinto di Neo Rauch per 850mila dollari (680mila euro), un piccolo ritratto di Luc Tuymans per 600mila dollari (480mila euro), un’opera di Raymond Pettibon per 400mila dollari (320mila euro), e ancora opere di Tomma Abts, Suzan Frecon e Toba Khedoori per cifre tra 100mila e 250mila dollari (80mila e 200mila euro).

In molti casi le gallerie si sono sforzate di portare lavori nuovi. Così ha fatto, per esempio, Contemporary Fine Arts, che ha venduto subito due sculture da esterno di Georg Herold appena uscite dall’atelier (170mila euro), ma anche Emmanuel Perrotin, che ha presentato anche un nuovo lavoro di Paola Pivi (70mila euro) che in questi giorni inaugura un’installazione al Central Park di New York promossa dal Public Art Fund e una mostra al Rockbund Art Museum di Shanghai. Perrotin ha registrato molte vendite in un price range che va da 6mila a 950mila dollari (5mila-750mila euro). Ha avuto successo anche la piccola personale di Elmgreen & Dragset dedicata al tema dell’infanzia, che Perrotin ha allestito accanto al suo stand.


Sulla scia di dOCUMENTA

I collezionisti sono arrivati a Basilea direttamente dalla Germania, dove è stata inaugurata la tanto attesa dOCUMENTA, e infatti molti degli artisti presentati dalle gallerie erano quelli appena visti a Kassel. Tra i più gettonati c’era Nedko Solakov, che a Kassel occupa per tutta l’estate l’intero museo dei Fratelli Grimm con un lavoro sui suoi sogni d’infanzia e con un mini-archivio che documenta gli sviluppi della sua carriera. A Basilea hanno esposto il suo lavoro diverse gallerie tra cui Massimo Minini di Brescia, che ha venduto subito - come prima opera in fiera - una tela di grandi dimensioni del 1998 per 60mila euro; Galleria Continua, che ha venduto una tela del 1997 per 70mila euro; e poi Dvir Gallery di Tel Aviv e, proprio di fronte a lei, Georg Kragl di Vienna. Thomas Bayrle, che a dOCUMENTA ha trovato largo spazio all’interno della dOCUMENTA Halle, è stato esposto da Barbara Weiss di Berlino e Gavin Brown di New York, che ha venduto una sua opera per 60mila dollari (47mila euro).

Seppure la partecipazione a dOCUMENTA non porta effetti immediati sul prezzo (la manifestazione di Kassel ha aperto solo una settimana prima di Basilea), sicuramente c’è una crescita di attenzione nei confronti dell’artista, come ci conferma anche Damiana Leoni di Magazzino d’Arte Moderna di Roma. La galleria romana ha presentato una serie di opere di artisti italiani di varie generazioni che hanno avuto successo (anche commerciale) tra i collezionisti internazionali. Tra questi Massimo Bartolini, che è rappresentato a dOCUMENTA con l’opera “Untitled (Wave)”.

Altri artisti esposti sia a Kassel che a Basilea erano l’italiana Lara Favaretto da Franco Noero, i libanesi Etel Adnan e Akram Zaatari da Sfeir Semler, l’americano Theaster Gates da White Cube, Ryan Gander da Lisson Gallery e da Gb Agency, che mostrava anche Roman Ondak. Pierre Huyghe era esposto da Esther Schipper, che nella prima mezz’ora ha venduto per 60mila euro l’opera del 2012 “Apparaissance”. La galleria belga Greta Meert ha presentato un lavoro dell’italiano Baruchello, che a dOCUMENTA trova spazio nella Rotonda del Fridericianum (il cosiddetto “Brain” della dOCUMENTA di quest’anno). L’opera era in vendita per 34mila euro. Anche il belga Francis Alys, che a Kassel ha una piccola personale all’interno di un ex-panificio, ha riscontrato successo a Basilea. Era esposto sia da Peter Kilchmann che da David Zwirner, che ha venduto un suo lavoro per 120mila euro. Zwirner ha presentato anche una copia in miniatura dell’installazione di Carol Bove a dOCUMENTA e ha subito venduto due opere dell’artista americana per 75mila dollari l’una (59mila euro).


Sguardi rivolti a Est
I visitatori sono stati 65mila, in linea con i risultati del 2011. Rispetto all’anno scorso si è notata una crescente presenza di visitatori asiatici, che dovuta al più stretto legame instaurato con Hong Kong dopo l’acquisizione della fiera asiatica. La prima Art Basel Hong Kong si terrà dal 23 al 26 maggio 2013. Art Basel è stata anche l’occasione per invitare importanti collezionisti indonesiani come Budi Tek e Dr. Oei Hong Djien a parlare della loro collezione, e per annunciare la donazione di 1.463 opere della collezione di Uli Sigg, importante collezionista svizzero di arte contemporanea cinese, per un valore di 163 milioni di $ al futuro museo di Hong Kong M+, la cui apertura è prevista per il 2017.





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