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Carandini: «Il Canavese»

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Carandini: «Il Canavese»

Il mio luogo è Colleretto-Parella, paesini vicini in collina, con vista sul Canavese, dove sono case e tombe degli avi, paradiso perduto di autunni giovanili. Nelle case, tante cose, carte e fotografie, materia di primi scavi... La casona di Giuseppe Giacosa era animata da zia Nina Ruffini, segretaria del Mondo di Pannunzio ("giansenista e kantiana"). Nella casetta aprica di mio nonno Carandini, autore di Vecchia Ivrea e uno degli scopritori del Medioevo piemontese con D'Andrade e Piero Giacosa – bisnonno di Piero e Benedetta Craveri – creavo paesaggi in miniatura e arrostivo castagne con Michele Modina, nipote di un vignaiolo dei Realis e figlio di Massi, falegname-operaio dell'Olivetti, mio Genius loci. Nel villone del nonno Luigi Albertini, creatore del Corriere, era lo studio di Arrigo Boito, sui cui spartiti ammuffiti ho tentato il primo Bach. Che i Comuni sviluppino i loro archivi con le memorie delle loro famiglie, magari ormai lontane ma con il cuore lì. Quale miglior museo della vita privata della defunta borghesia?
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