Sembra che per il MOCA, il museo dell'arte contemporanea di Los Angeles, proprio non ci sia pace. Dopo le vicissitudini economico-finanziarie, le polemiche sul gallerista-direttore (Jeffrey Deitch) e le dimissioni di diversi funzionari del museo, adesso è la volta del curatore capo e degli artisti membri del board.
A fine giugno il museo ha, infatti, annunciato le dimissioni di Paul Schimmel, curatore capo del museo da 22 anni a questa parte. Ma più che di dimissioni si è trattato di una vera e propria estromissione ad opera del board del museo, come riporta il "Los Angeles Times". Tra il curatore Schimmel e il direttore Deitch non è mai corso buon sangue. Il comunicato in cui è stata annunciata la dipartita recita che "la visione curatoriale del MOCA continuerà a rimanere forte sotto la leadership di Jeffrey Deitch, con il supporto del team curatoriale del MOCA e di curatori esterni che apporteranno nuove prospettive internazionali". Lo scopo dichiarato è quello di aumentare i visitatori, che secondo i dati del museo sono recentemente aumentati da 147mila a 400mila all'anno. Ma è proprio la tendenza a organizzare grandi mostre pop, incentrate sul fattore celebrità e appetibili al grande pubblico, che viene criticata a Jeffrey Deitch, mentre Paul Schimmel viene visto come il paladino dell'approccio intellettuale. Eli Broad, il noto imprenditore, filantropo, collezionista e sostenitore di Deitch, ha dichiarato al "Los Angeles Times" che si tratta di un nuovo inizio, sia per Paul Schimmel che per il museo. Broad non ha diritto di voto all'interno del board in quanto è fiduciario a vita, ma la sua influenza è enorme, visto che è stato lui nel 2008 a salvare il museo grazie ad un'iniezione di liquidità di 30 milioni di dollari.
In seguito alla notizia dell'allontanamento di Schimmel, anche i quattro artisti presenti nel board hanno annunciato le loro dimissioni. E si tratta di quattro big dell'arte losangelina: John Baldessari, Catherine Opie, Barbara Kruger e Ed Ruscha. Per l'immagine del museo è stato un duro colpo.
Alle polemiche che si sono susseguite nelle ultime tre settimane dal licenziamento di Schimmel, Jeffrey Deitch ha risposto con una lettera pubblicata sul blog del MOCA "The Curve", in cui ha voluto rassicurare sul fatto che le mostre d'importanza storico-artistica continueranno ad essere parte del programma museale.
Ma che cosa ci dicono le finanze del museo? Il MOCA ha chiuso l'anno fiscale 2010-2011 il 30 giugno 2011 con 7,3 milioni di dollari di liquidità e senza debiti. Il valore del patrimonio derivato dalle donazioni è quadruplicato rispetto al 2008 e ammonta a 20,15 milioni di dollari. "Quest'anno abbiamo preso decisioni conservative e a breve termine per mantenere il massimo della flessibilità nelle nostre operazioni, mantenendo liquidità in cassa invece di aumentare il patrimonio" ha detto David G. Johnson, co-presidente del board. Il raddoppio del numero dei visitatori è da attribuire alla mostra "Art in The Streets", sulla street art, che da sola ha attratto 201.352 in quasi quattro mesi. I ricavi da biglietteria sono aumentati del 91%, le membership del 18%. Attualmente i membri del museo sono 13.500. Le opere aggiunte alla collezione sono state 230 tra donazioni e acquisizioni. Sono aumentate anche le collaborazioni con le imprese: in particolare con Levi's e Nike (per la mostra sulla street art), mentre continua quella con Louis Vuitton (per la terza serie di art talks). A queste si aggiungono altre imprese nel 2012: East West Bank, China Guardian e Panda Restaurant Group hanno sostenuto la mostra di Cai Guo-Qiang; "The Total Look" è stata resa possibile grazie a MAC; altre collaborazioni sono iniziate con Google e Mercedes-Benz.
Ma ci pensa il "Los Angeles Times" a correggere questo quadro positivo dipinto dal museo: il budget per l'anno fiscale 2012-2013, infatti, non arriverebbe a 15 milioni di dollari, secondo quanto ha rivelato al quotidiano una fonte anonima, il budget più basso dagli anni '90. Insieme a Schimmel, inoltre, sono state licenziati altri cinque impiegati, mentre si dubita delle capacità di fundraiser di Deitch, che ora dovrà andare anche incontro alle critiche per il benservito dato a Schimmel.
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