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Il dottore dei Fontana

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Il dottore dei Fontana

I collezionisti d'arte sono spesso persone con una marcia in più. Naturalmente parliamo dei collezionisti veri, quelli accesi dal fuoco della passione e non quelli rosi dal tarlo della speculazione. La mostra «Spazio Privato. Opere dalla collezione Teresio Monina 1956-2012», allestita fino al 28 ottobre nel Castello di Casale Monferrato, ci offre l'occasione di riscoprire – attraverso le opere – uno di questi personaggi un po' fuori dal comune, il collezionista casalese (con una marcia in più) Teresio Monina (1924-2002).
Nativo di Vercelli, studente di medicina a Torino e medico a Casale Monferrato dagli anni 50 al 2000, Teresio Monina dimostra fin da bambino una personalità esuberante. Narrano le cronache di famiglia che il piccolo Teresio, un giorno, aveva iniziato improvvisamente a parlare in modo strano. La madre si era allarmata e lo aveva portato dal dottore. Il quale, dopo averlo visitato in lungo e in largo, si era accorto che il bimbo parlava benissimo, solo che pronunciava le parole esattamente capovolte.
Crescendo, la mente brillante di Teresio Monina si indirizza verso i temi della medicina e lo porta a diventare un luminare in Italia delle terapie flebologiche. Nel frattempo si crea una famiglia: sposa la farmacista torinese Elda Trotti e nasce la figlia Serena, destinata a condividere con il padre la professione medica e la passione per il collezionismo.
Teresio Monina aveva scoperto l'arte – per così dire – al mare. Acquistata una casa a Varigotti nel Ponente ligure, Monina aveva conosciuto qui – al principio degli Anni Sessanta e attraverso un comune amico – l'artista Lucio Fontana. Fu un colpo di fulmine. La casa di Varigotti diventa in breve un centro d'aggregazione d'artisti e poeti (Montale compreso). Le pareti cominciano a riempirsi di opere di Fontana come il Grande Rosso. Arriva Fabbri, arriva Scanavino, e tutti insieme compiono entusiasmanti escursioni ad Albisola per ammirare la produzione delle ceramiche. L'interesse per l'arte italiana che si sta materializzando sotto i suoi occhi diventa la passione preponderante del medico. La casa di Casale si arricchisce progressivamente di opere di Getulio Alviani, Jesus Rafael Soto, Gianni Dova, Victor Vasarely, Enrico Castellani. Non solo. La collezione di opere d'arte si allarga di pari passo con la collezione di vini pregiati, di cui Monina è un eccellente intenditore e che egli incrementa soprattutto di ritorno dai suoi viaggi in Francia, e da Lourdes in particolare, dove presta servizio medico a favore dei pellegrini.
Pur impegnatissimo professionalmente, il dottor Monina cerca e trova il tempo di intrattenere rapporti personali con gli artisti, che sono in prevalenza astrattisti italiani, esponenti dello spazialismo, dall'arte ottica, cinetica e analitica. E gli incontri avvengono solitamente a casa sua, di notte, davanti a mitiche tavolate imbandite di vini, salumi e formaggi. Ma Monina alimenta anche la sua sete di novità visitando mostre e mettendosi in contatto coi migliori mercanti (come Cardazzo a Venezia). Così facendo, trasmette piano piano la sua "malattia" anche alla figlia Serena che è vissuta sin da piccola in questo clima.
La mostra di Casale è un omaggio a questi cinquant'anni di storia culturale attraverso la figura del protagonista e di chi ne ha raccolto il testimone. Serena Monina e suo figlio Luigi Cerutti continuano infatti sulle orme del padre e del nonno a praticare un collezionismo di ricerca tra gli artisti contemporanei esordienti. La mostra nel Castello – curata dalla cooperativa «bosco impastato» – è dunque la storia non interrotta della collezione Teresio Monina incrementata sino ai nostri giorni.
La possiamo ammirare in cinque sale al piano nobile della fortezza paleologa. A darci il benvenuto, sullo scalone, è un'opera di Piero Fogliati dal titolo Euritmia evoluente, un anello bianco che fluttua miracolosamente nel vuoto. Poi si apre una grande sala che offre un notevole colpo d'occhio: alle pareti spiccano un grande Dova, le composizioni cromatiche di Alviani, la Serie Moneta di Fontana tutta intera (cosa rarissima). A centro della sala si osserva una scultura di Arnaldo Pomodoro particolarmente cara a Serena Monina perché comperata a rate nella galleria di Giorgio Marconi con i primi stipendi della professione medica. Sulla sinistra si aprono tre piccole sale «a tema». Nella prima si affronta il tema dello «spazio», con opere di Castellani e Soto alle pareti, e un curioso Universo Rovesciato di Corrado Bonomi che pende dal soffitto. Nella seconda c'è il tema della «luce», con le macchine luminose di Piero Fogliati e tele di Franco Olivieri e Marco Tirelli. Nell'ultima saletta il tema è la «Biennale di Venezia del 1966», dove furono protagonisti Fontana, Bemporad e Castellani. I migliori amici di Teresio Monina.
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Spazio Privato. Opere dalla Collezione Teresio Monina 1956-2012. Casale Monferrato (Alessandria), Castello del Monferrato, fino al 28 ottobre. Info: urp@comune.casale-monferrato.al.it, tel.0142444339

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