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Turchia: l'arte contemporanea nelle collezioni in patria e all'estero

  • –di Maria Adelaide Marchesoni

La Turchia rappresenta indubbiamente una delle aree più interessanti e con maggiori prospettive di sviluppo nell'arte contemporanea grazie esclusivamente al sostegno dei privati, spesso loro stessi appassionati collezionisti. Se la mancanza di sostegno da parte dello Stato ha portato per molti anni a un grande vuoto nella costituzione di istituzioni artistiche, a partire dall'inizio degli anni '80 l'impegno delle tre principali banche, vale a dire Yapi Kredi, Garanti e Akbank e di alcuni gruppi industriali ha fornito una "generosa" spinta allo sviluppo delle arti visive principalmente nella città di Istanbul, diventata la capitale turca del contemporaneo. Tra le corporate sostenitrici dell'arte, il gruppo Borusan attraverso Contemporary Art Collection Borusan, prima collezione d'arte "aziendale" internazionale in Turchia esposta e aperta al pubblico nel fine settimana nella sede centrale della società, lo storico edificio Perili Köşk, a Istanbul. La Collezione oggi comprende circa 600 opere, tra cui dipinti, sculture, video installazioni di artisti internazionali e le opere di diversi artisti turchi, tra cui Abdurrahman Öztoprak, Bülent Evren, Ekrem Yalçındağ a Ardan Özmenoğlu, Erol Akyavaş e Nuri Bilge Ceylan.
Sempre a Istanbul altra istituzione privata attiva nel contemporaneo è ARTER, Space for Art, aperto nel maggio 2010 rappresenta il sostegno da parte della Vehbi Koç Foundation (gruppo Koç Holding). Ideato per incoraggiare la produzione di opere d'arte contemporanea e dare visibilità agli artisti ha effettuato nel corso degli anni anche produzioni congiunte con istituzioni internazionali. II 40% della collezione Vehbi Koç Foundation (oltre 100 artisti per 500 opere) riguarda opere di artisti turchi contemporanei con l'obiettivo di fornire un quadro completo dell'arte contemporanea turca e del suo sviluppo dal 1960. Recentemente, Vehbi Koç Foundation ha finanziato con 10 milioni di dollari due nuove gallerie dedicate all'arte ottomana presso il Metropolitan Museum of Art di New York.
Nel 2001, due collezionisti Sevda e Can Elgiz costituiscono Proje4L, un'istituzione privata non-profit. In collezione opere di artisti turchi e internazionali, come ad esempio Ömer Uluc, Fahrelnissa Zeid, Abdurrahman Öztoprak, Tracey Emin, Jan Fabre, Barbara Kruger, Cindy Sherman, Andy Warhol, Julian Schnabel, Sol LeWitt, Peter Halley, Paul McCarthy, Gilbert & George, Robert Rauschenberg e Doug Aitken.
Nel 2004 poi, con il sostegno delle più importanti corporate turche, quindi anche in questo caso per volontà di privati apre Istanbul Modern, il museo di arte moderna. La collezione di Istanbul Modern negli ultimi cinque anni è stata ampliata e favorita non solo dagli acquisti o dalle donazioni, ma anche attraverso i prestiti a lungo termine. Principale sponsor è il gruppo Turk Telekom che, nel maggio di quest'anno ha sponsorizzato insieme ad altre istituzioni, la mostra New Works, New Horizons, con l'obiettivo di documentare le correnti che hanno determinato lo sviluppo dell'arte moderna e contemporanea in Turchia negli ultimi trent'anni. La collezione del Modern Istanbul è stata arricchita con le opere di artisti contemporanei come Kutlug Ataman, Ayşe Erkmen, Gülsün Karamustafa, Nil Yalter, Hale Tenger, Erdağ Aksel, Sarkis, Nezaket Ekici, Canan Şenol, Taner Ceylan, Hussein Chalayan, Halil Altindere, Seza Paker, Serkan Özkaya, Leyla Gediz, Ramazan Bayrakoğlu, Selim Birsel, Şener Özmen-Erkan Özgen, Ekrem Yalçındağ, Gülden Artun, Metin Talayman, Tayfun Erdoğmuş, Azade Koker, Hüsamettin Kocan, Mithat Şen, İpek Duben, Sukran Moral e Nur Koçak.
La maggior parte di questi artisti ancor prima di essere famosi nella madre patria hanno incuriosito le economie occidentali, come Stati Uniti, Francia, Germania, dove avevano trascorso periodi di formazione o residenze presso musei o istituzioni culturali. L'arte contemporanea turca è quindi entrata a far parte nell'ultimo decennio delle collezioni di numerose istituzioni pubbliche o private a livello internazionale. I media utilizzati dagli artisti più affermati sono in prevalenza video, foto e raramente la pittura o l'olio su tela.
Già nel 2009 l'interesse artistico per la Turchia ha spinto la Tate di Londra a costituire al suo interno il comitato Middle East North Africa Committee per ampliare la collezione con acquisti di opere provenienti da queste aree geografiche. Tra i primi acquisti del Comitato, nel maggio del 2010, un'opera di Emre Huner (1977), Boumont, 2006, video, proiezione, colore e suono (3 di un'edizione di 5) acquisita dalla galleria Rodeo di Istanbul al prezzo di 4.224 sterline, con il sostegno di privati. Sempre nel 2010 è entrata a far parte della collezione del museo britannico l'artista Aksel Erdag (1953) con l'opera Reflection of craft (1999-2000) una scultura che fa parte della trilogia Objects of Hesitation. Il prezzo, regolarmente dichiarato nella relazione al bilancio 2010-11 era di 17.533 sterline. Un altro recente acquisto della Tate è una video installazione, quattro canali in loop, Women Who Wear Wigs dell'artista Kutlug Ataman (1961) acquistata per 79.821 sterline nel 2011 con fondi messi a disposizione dal Committee. Quest'opera di Ataman era stata realizzata in occasione della 48ª Biennale di Venezia nel 1999. L'artista, finalista del Turner prize nel 2004, ha esposto al Maxxi in occasione dell'apertura del museo nel maggio 2010 con uno dei suoi progetti più ambiziosi Mesopotamian Dramaturgies. Ritroviamo Ataman anche nella collezione del MoMA con il video Never My Soul, 2001 e con sei lavori a Vienna al Thyssen-Bornemisza Art Contemporary. Le opere sono video installazioni realizzate dall'artista tra il 2001 e il 2006. Nella collezione dell'istituzione privata austriaca sono presenti diversi artisti turchi e tra questi Haluk Akakçe, con l'opera Illusion of the First Time, 2002 un'installazione video, Cevdet Erek (1974), con il video Neither the time nor the place for dancing (NTNPD), 2010, commissionato dall'istituzione stessa cosi come quello dell'artista Erdem Helvacıoğlu (1975), Timeless Waves, 2010.
Ritornando oltreoceano, nella collezione del MoMA sono presenti diversi artisti turchi e tra questi Erol Akyavas (1932–1999) The Glory of the Kings, 1959, olio su tela, opera donata da privati, mentre l'acquisto più recente è avvenuto lo scorso settembre con l'installazione H-Fact: Hospitality/Hostility (sette insegne luminose di hotel di varie dimensioni con i nomi di città di tutto il mondo come "Hotel Bristol", "Hotel Istambul" e "Hotel Beirut"….) realizzata tra il 2003 e il 2007 dall'artista Hüseyin Bahri Alptekin (1957-2007).
E in Italia? Tra gli acquisti più recenti quello della Gam, che attraverso la Fondazione Crt per l'arte in occasione di Artissima 2011, ha acquistato il video, titolato Clerk, 2011 del turco Ali Kazma, artista della Galleria Francesca Minini e rappresentate della Turchia alla prossima Biennale di Venezia. Le quotazioni dei suoi video oscillano tra 12mila e 15mila.
Nella collezione del Maxxi troviamo Haluk Akakçe (1970) con l'opera, A delicate balance, 2001, una videoinstallazione con quattro proiezioni. I suoi lavori sono presenti anche nella collezione del British Council, al Musee d'Art Moderne Grand-Duc Jean (MUDAM) di Lussemburgo con l'opera Still Life, 2002, due video installazioni, acquistata nel 2002. L'artista nel 2003 ha partecipato al Castello di Rivoli alla mostra The Moderns.

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