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Il Turner Prize va alla video artista Elizabeth Price

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Il Turner Prize va alla video artista Elizabeth Price

  • –di Sara Dolfi Agostini

Quest'anno il Turner Prize, prestigioso e controverso premio inglese dedicato agli artisti under 50, se lo è aggiudicato la video artista Elizabeth Price, nominata per la sua mostra personale al Baltic di Gateshead. L'artista è stata premiata in diretta su Channel 4, sponsor tecnico del premio, dall'attore Jude Law in una sala ghermita di persone della Tate Britain, che dopo una pausa di un anno è tornata ad ospitare la mostra dei quattro finalisti. L'opera di Price esposta per l'occasione era "The Woolworths Choir of 1979" (2012), una videoinstallazione in tre parti nella quale l'artista abilmente mescola foto di architettura ecclesiastica, clip di performance pop trovate su internet e film d'archivio del rogo che distrusse il grande magazzino Woolworth inducendo lo Stato inglese a modificare le normative in caso d'incendio. Il tutto ritmato da un'incalzante serie di applausi con le mani battute all'unisono.
La giuria di quest'anno era formata da Andrew Hunt, direttore della Focal Point Gallery, Heike Munder, direttrice del Migros Museum für Gegenwartskunst di Zurigo, Mark Slade, direttore della Kunsthal Charlottenborg di Copenhagen, Penelope Curtis, direttore della Tate Britain, e Michael Stanley, direttore di Modern Art Oxford che purtroppo è venuto a mancare lo scorso settembre. A loro si deve la decisione di dare la vittoria alla quarantaseienne Price sugli altri quattro contendenti. Anzitutto, il favorito Paul Noble, artista di scuderia di Gagosian Gallery, che con i suoi ironici disegni e le sculture dedicate alla città fittizia Nobson Newtown apre la mostra alla Tate Britain, che resta visitabile fino al 6 gennaio. Quindi, il film maker Luke Fowler, che ha presentato una serie fotografica e un lungo documentario dal titolo "All Divided Selves" (2011) nel quale indaga l'eredità dello psichiatra scozzese RD Laing (1927-89), fautore di una cura delle psicosi mentali che tenesse conto del contesto culturale e sociale in cui si sviluppava la malattia del paziente. Infine, Spartacus Chetwynd, performance artist che ha riproposto frammenti dei suoi ultimi lavori con pupazzi, costumi autoprodotti e installazioni che creavano ambienti intimi e spaesanti.
Ai tre finalisti è stato assegnato un premio di consolazione del valore di 5mila sterline, mentre la vincitrice si è aggiudicata 25mila sterline e c'è da aspettarsi che il premio porterà anche molti acquirenti, come è stato per i vincitori di tutte le edizioni del Turner Prize, tra i quali ci sono Anthony Gormley (1994), Wolfgang Tillmans (2000), Damien Hirst (2005), Susan Philipsz (2010). La galleria di Price, Motinternational di Londra, vende oggi le sue opere a prezzi inclusi tra 16 e 30mila sterline, e tra i suoi collezionisti c'è la Fondazione CRT, che prima dell'annuncio del Turner Prize l'anno scorso ha acquistato un'opera dell'artista ad Artissima 18 per la videoteca della GAM di Torino. Nell'opera in questione, "Chorus (Part 1 & 2) (2011), l'artista costruisce una grammatica visiva dell'esecuzione corale miscelando immagini d'archivio dello spazio architettonico, del collettivo umano che lo identifica e del ruolo istituzionale che rappresenta nel contesto ecclesiastico. Intanto, in primavera, Elizabeth Price ha già due mostre in programma, alla Leeds Art Gallery e alla Contemporary Art Society di Londra. Una carriera in decisa ascesa.

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