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Corpi di Bacon alla Strozzina

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Corpi di Bacon alla Strozzina

Contorti, deformati, in bilico in posizioni impossibili, i corpi di Francis Bacon esprimono un disagio esistenziale. Le fonti iconografiche erano per lui le più varie: nel suo studio si affollavano alla rinfusa ritratti fotografici, materiali d'archivio, riproduzioni di capolavori del passato, still da film, immagini tratte da libri e da riviste. Una parte di questi materiali, in molti casi accartocciati, strappati, rovinati, e otto dipinti di grande qualità, costituiscono il nucleo della mostra «Francis Bacon e la condizione esistenziale nell'arte contemporanea» in corso, fino al 27 gennaio 2013, presso il Ccc Strozzina di Palazzo Strozzi, Firenze. Tra gli otto dipinti ci sono tre opere non finite, conservate dall'artista stesso nel proprio studio per anni e oggi esposte alla Dublin City Gallery The Hugh Lane, dove anche lo studio di Bacon è stato trasferito. La mostra fiorentina intende porre queste opere in dialogo con quelle di cinque artisti di oggi e rintracciare nell'arte del presente alcune caratteristiche fondamentali dell'opera di Bacon. I cinque artisti sono: Nathalie Djurberg (le cui videoanimazioni raccontano storie perverse di desiderio, paura, sesso e morte), Annegret Soltau (coi suoi autoritratti), Chiharu Shiota (con le sue gabbie indistricabili), Adrian Ghenie (con i sui volti aggrediti) e Arcangelo Sassolino (con una grande installazione piena di tensione).
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