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Il Leopold Museum vende i disegni di Schiele per risarcire gli eredi degli ebrei proprietari di opere confiscate dai nazisti

  • –di Silvia Anna Barrilà

La notizia ha già fatto parlare: il Leopold Museum di Vienna mette all'asta da Sotheby's a Londra il 5 febbraio tre preziosi disegni del grande Egon Schiele, uno dei maestri dell'inizio del Novecento ed esponente di spicco del primo espressionismo austriaco.

Ma perché il Leopold li vende?
Per far fronte ai costi di compensazione per la restituzione del dipinto "Häuser am Meer" (case sul mare). Non si tratta dell'unica restituzione che ha coinvolto il museo. Già a giugno il Leopold aveva dovuto mettere all'asta il dipinto "Häuser mit bunter Wäsche" (case con panni colorati, che ha segnato un record per l'artista di 27,6 milioni di euro) per far fronte alla compensazione di 14,8 milioni di euro in favore degli eredi di Lea Bondi-Jaray nel caso del "Ritratto di Wally".


In questo caso non è stata resa pubblica la somma dovuta come compensazione agli eredi di Eugenie "Jenny" Steiner, originale proprietaria del dipinto. Ci sono ancora fondi rimasti dalla vendita del quadro a giugno, ma non bastano. I disegni che andranno all'asta da Sotheby's costituiscono uno dei gruppi di lavori su carta più significativi ad arrivare sul mercato. Si tratta di "Liebespaar (Selbstdarstellung mit Wally)" (coppia, autoritratto con Wally, stimato 6,5-8,5 milioni di sterline), "Selbstdarstellung in grünem Hemd" (autoritratto con camicia verde, 1,8-2,5 milioni di sterline) e "Am Rücken liegendes Mädchen mit überkreuzten Armen und Beinen" (ragazza sdraiata sulla schiena con braccia e gambe incrociate, 700mila-1 milione di sterline). La stima totale delle tre opere ammonta a 9-12 milioni di sterline.


Il Leopold conserva la più grande collezione di Schiele al mondo, messa insieme dal Dottor Rudolf Leopold (scomparso nel 2010) con sua moglie Elisabeth a partire dagli anni 50, quando Schiele non era ancora considerato il maestro di oggi e non aveva rilevanza sul mercato.
Alla fine degli anni 90 varie opere della sua collezione - che conta più di 5mila pezzi - si sono rivelate opere confiscate dai nazisti durante la II guerra mondiale, per cui sono iniziate diverse battaglie legali tra il collezionista e gli eredi delle famiglie ebree. Leopold è stato accusato di essere a conoscenza della provenienza delle opere, cosa che lui ha sempre negato. In quanto fondazione privata al museo non si applica la legge austriaca sulle restituzioni (che assegna alla Repubblica pieni poteri di restituzione dell'opera), ma il museo ha aperto indagini sulla provenienza delle opere con dossier che vengono pubblicati.


La storia del museo risale al 1994, quando lo Stato austriaco ha creato insieme a Leopold una fondazione privata e, con la Banca nazionale austriaca (Österreichische Nationalbank), ha acquistato dal collezionista 5.266 opere per 2,2 miliardi di Schilling (160 milioni di euro) da pagare a rate entro il 2007. La somma corrispondeva ad un terzo dell'effettivo valore della collezione, valutata 7,9 miliardi di Schilling (574 milioni di euro). Il museo è stato aperto nel 2001 all'interno del complesso museale del "MuseumsQuartier" (MQ), di cui fanno parte altri musei come la Kunsthalle Wien e il Museo per l'arte moderna.
Lo Stato oggi supporta il museo con 2,5 milioni di euro all'anno. Lo sponsor principale è l'istituto assicurativo Vienna Insurance Group, che assicura anche le opere. Il patrimonio della fondazione ammonta a 160 milioni di euro.


Il museo ha due direttori: Tobias G. Natter, direttore artistico, e Peter Weinhäupl, direttore commerciale. Il consiglio di amministrazione è composto da sette persone: la vedova di Leopold, il figlio, un altro rappresentante nominato dai Leopold, e quattro membri stabiliti dallo Stato, di cui due provenienti dal Ministero dei Beni Culturali e due dal Ministero delle Finanze.
Nel 2012 il Leopold Museum è stato visitato da 364mila persone, il 16,9% in più rispetto al 2011 (311mila). È il museo più visitato nel quartiere museale.

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