ArtEconomy24

Crowdfunding dal Louvre alla Biennale passando per Palazzo Madama

  • Abbonati
  • Accedi
In Primo Piano

Crowdfunding dal Louvre alla Biennale passando per Palazzo Madama

  • –di Maria Adelaide Marchesoni e Marilena Pirrelli

Il 18 marzo Massimiliano Gioni, curatore della 55ª Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia presenterà, dopo averlo fatto ufficialmente mercoledì 13 marzo a Roma, il progetto "Il Palazzo Enciclopedico" a Londra all'Ica per raccogliere fondi insieme al partner inglese Outset. Gioni ha scelto di appoggiarsi a questa organizzazione filantropica (charity) fondata da Candida Gertler e Yana Peel che supporta la produzione di arte nel mondo e poi la dona ai musei - tra gli artisti "prodotti" Francis Alys, Yael Bartana, Candice Breitz e Steve McQueen - attraverso la ricerca di finanziamenti privati e grazie alla rete di sostenitori e collezionisti e ai trustee presenti nei board di musei e gallerie pubbliche.
Ma oggi poiché le risorse pubbliche per il contemporaneo, in particolare, sono sempre meno la Biennale cerca nella capitale inglese "energie", lì dove l'attenzione verso la nuova produzione artistica trova maggiori sensibilità e risorse presso i privati. Così inevitabilmente l'arte deve imparare il linguaggio dell'economia: crowdfunding, blind sale, fundraising event, sono i mezzi attraverso cui la generosità dei singoli individui oggi può sostenere un progetto artistico e arricchire le collezioni dei musei o "salvare" eventi culturali come il Padiglione Itali. Queste forme di mecenatismo sfruttano le potenzialità del web per raggiungere un pubblico indistinto, che anche con cifre contenute può partecipare alla realizzazione di un grande progetto culturale.
Anche per finanziare la mostra vice versa (www.viceversa2013.org) al Padiglione Italia è stato lanciato un appello per raccogliere il sostegno economico privato. Il curatore Bartolomeo Pietromarchi si è trovato, infatti, a dover fare i conti con un drastico taglio delle risorse "statali" rispetto a quanto aveva ricevuto dal suo predecessore. Vittorio Sgarbi aveva potuto contare su circa 1,5 milioni dalla Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l'Architettura e l'Arte contemporanee (Pabaac) del Mibac, ma quest'anno il contribuito è solo di 600mila euro, di cui 400mila lordi – cioè 320mila netti di cui 30-40mila gestiti direttamente dal Mibac per costi di struttura - destinati ai costi di produzione delle opere (per il 90% site-specific), e 200mila per i costi di gestione destinati alla Biennale.
La raccolta fondi iniziata il 12 febbraio dura 90 giorni e, a oggi 11 marzo, ha ricevuto in dono 51.486 euro, il "road show" ha avuto come tappe Roma, Milano, Londra e New York, ed ora prosegue sulla pagina web vice versa dov'è possibile donare a partire dai 9 euro o sentirsi veri mecenati fino a 10mila euro attraverso un bonifico alla "INTERLINEA – VICEVERSA".
L'iniziativa, come viene indicato sul sito, prende esempio da alcune recenti esperienze internazionali che, però come nel caso del Louvre, hanno come obiettivo prevalentemente il sostegno per l'acquisizione di opere d'arte che rimarranno a beneficio dell'intera comunità. Le finalità del crowdfunding del Padiglione Italia – è spigato sul sito - sono diverse e si pone l'obiettivo di 120mila euro di raccolta: mediazione culturale, promozione e comunicazione, organizzazione di incontri con artisti, ma soprattutto il sostegno delle produzioni degli artisti che, però, a fine manifestazione non diventano un bene della comunità, con un'esposizione permanente in un museo, ad oggi la loro destinazione finale non è nota.
E questo lascia un po' perplessi, anche perché a mettere mano al portafoglio per produrre e portare le opere a Venezia sono da sempre i galleristi, che non hanno visibilità però poi intermedieranno le vendite. Insomma la campagna di raccolta fondi dovrebbe contribuire non solo a produrre, ma anche a comprare un'opera d'arte per la Biennale o per un museo contemporaneo pubblico, non solo per l'organizzazione del Padiglione Italia, che come molti altri Padiglione dovrebbe contare sui contributi pubblici, di mecenati e istituzioni no profit. Ci si sarebbe immaginata maggiore attenzione da parte del Mibac nel tenere alto il sostegno al nome del Padiglione Italia. "E neanche si è potuto contare sui benefici fiscali - spiega Bartolomeo Pietromarchi – per due ragioni: il piano di crowdfunding ha un termine limitato di tre mesi finalizzato a un progetto specifico e la regolamentazione richiede la presenza di una onlus. La campagna sta andando bene, soprattutto, per la sottoscrizione dei livelli di donazione più elevati, i benefit articolati per ogni tipo di donatore sembrano molto graditi (dal catalogo alla visita guidata con l'artista)".
Nel 2011 la 54ª Esposizione Internazionale di Arti Visive registrò entrate proprie tali da superare la metà delle entrate totali con il record di 442mila visitatori (+18%). Inoltre, gli ingressi alla Mostra di Arti Visive hanno consentito di accantonare alla riserva straordinaria ex art.3 D.Lgs. 19/98, destinate allo svolgimento delle attività future, un valore pari a 2.200.000 euro. La Fondazione Biennale di Venezia nel 2011 ha chiuso i conti con un risultato positivo pari a 2.247.638 conseguito grazie ai cospicui ricavi delle vendite e delle prestazioni, in particolare quelli da biglietteria e da sponsorizzazioni legati alla 54ª Esposizione Internazionale di Arti Visive (euro 18.759.798), ai contributi privati (attività di fund raising poste in essere dalla Fondazione che hanno permesso di ricavare contributi per euro 757.627). Il totale di questi proventi generano il 53,29% del valore della produzione (autofinanziamento) della Fondazione Biennale di Venezia.
Casi di successo
Palazzo Madama comprerà le porcellane di Meissen: l'8 marzo l'obiettivo è stato raggiunto: 68.317 euro sono stati raccolti dalla campagna di crowdfunding lanciata da Palazzo Madama per evitare che finisse all'asta un importante servizio di porcellana di Meissen appartenuto alla famiglia Taparelli d'Azeglio. Mancavano ancora 23 giorni alla scadenza. La campagna "Acquista un pezzo di storia" aveva l'obiettivo di riportare in Italia il servizio da tè e da caffè, datato 1730 e composto da 43 elementi, conservati integralmente fino ad oggi, è riemerso dopo 100 anni nella Collezione Marouf. Sarebbe stato battuto all'asta da Bohams a Londra il prossimo 2 maggio, se entro marzo non fossero state raccolte le risorse necessarie, pari a 66mila sterline (80mila euro circa) per evitare il passaggio in asta.
Il Louvre, in una delle operazioni più recenti, con il progetto «Tous mécènes!» lanciato nell'ottobre 2012, ha raccolto i fondi necessari, cioè 2,6 milioni di euro come scritto nel budget, per acquisire di La Sinagoga e San Giovanni, due capolavori d'arte medievale appartenenti alla Deposizione dalla Croce. Oltre 4mila persone, per il 98% francesi di cui il 62% già donatori per altre campagne a favore delle collezioni del Louvre, hanno partecipato alla "colletta". Ma determinante è stato il contributo della Société des Amis du Louvre che ha donato 1,3 milioni, e del gruppo Axa Art - leader mondiale nel settore delle assicurazioni per le opere d'arte che ha contribuito negli ultimi nove anni con 48,9 milioni al sostegno del patrimonio culturale francese -, che ha donato inizialmente di 500mila euro e poi altri 100mila per raggiungere l'obiettivo finale. Complessivamente il contributo dei donatori ha raggiunto 800mila euro con una donazione media pari a 154 euro, mentre l'importo versato più comune è stato di 50 euro, con alcune donazioni eccezionali come quella della Fondation Gandur pour l'Art (40mila euro) o le società EOZ e Hugau Gestion che hanno versato 20mila euro ciascuno. Tutti i donatori, in base a quanto hanno elargito, usufruiranno di alcuni privilegi, come ad esempio, visite private alle collezioni e membership al museo.

© Riproduzione riservata