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Lacma e Moca: l'unione fa la forza sul conto economico, pesa…

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Lacma e Moca: l'unione fa la forza sul conto economico, pesa però il costo dell'indebitamento

  • –di Maria Adelaide Marchesoni

L'unione fa la forza soprattutto in tempo di crisi. Se, nel 2008, la proposta del ceo e direttore del Lacma Michael Govan in merito a un'ipotesi di fusione tra l'istituzione da lui guidata e il Moca aveva mobilitato il mondo dell'arte, prima del rifiuto del Moca stesso, oggi la reazione alla notizia di un'eventuale merger è ben diversa e si aprono possibili spiragli a causa dello stato di salute del Moca.

In questi anni infatti la situazione economica del Moca è andata via via peggiorando - dopo aver beneficiato di un'inversione di tendenza nel 2008 con un piano di salvataggio da 30 milioni donati dal filantropo Eli Broad per "integrare" il calo dei fondi -, lo scorso anno il museo è stato ancora colpito dalla crisi finanziaria, da alcuni problemi curatoriali e istituzionali. Almeno sette membri del consiglio si sono dimessi, inclusi gli artisti Ed Ruscha e John Baldessari. Alcuni degli attuali ed ex amministratori hanno contestato l'influenza di Eli Broad sul museo e hanno criticato le attività della direzione dell'ex gallerista di New York Jeffrey Deitch, oltre a sostenere l'operato di Paul Schimmel, il curatore capo di lunga data che si è dimesso lo scorso 29 giugno. Unica nota positiva il successo di pubblico che l'anno scorso è raddoppiato a oltre 400.000 presenze.

Nel consiglio del Museo siedono ricchi collezionisti d'arte - tra cui Peter Brant, Steven Cohen, Victor Pinchuk e Laurence Graff - ma i contributi e le sovvenzioni all'ente sono scese del 21,5% a 14,6 milioni di dollari nell'anno fiscale al 30 giugno 2011, come si legge nel bilancio più recente disponibile. Al calo dei profitti operativi si è avuto un aumento delle spese del 10,7% a 17,5 milioni nella gestione 2011. Lo scorso settembre poi, il Moca, in seguito alle dimissioni di alcuni membri del consiglio, ha dovuto rinviare la serata di gala annuale, in calendario di solito a novembre, con una perdita non indifferente per i fondi del museo. Nel 2011, infatti, la serata di gala, aveva raccolto 2,5 milioni grazie anche alle performance degli artisti presenti tra i quali Marina Abramovic.

Sul fronte del Los Angeles County Museum of Art (LACMA) la situazione economica e patrimoniale è diversa, anche se alcuni problemi non mancano. Prima di passare all'analisi dei dati economici occorrerebbe, infatti, rispondere alla domanda fino a che livello i musei possono contrarre debiti, ovvero emettere prestiti obbligazionari?
Ma ancora prima di misurare il leverage bisognerebbe dare una risposta alla domanda se sia corretto per un museo accedere a qualsiasi forma di indebitamento.

L'utilizzo del leverage nelle istituzioni culturali dovrebbe essere uno strumento utilizzato in misura molto contenuta per non incorrere in pesanti oneri che, la gestione caratteristica, deve assorbire a discapito della vera missione del museo. Per comprendere come tale dinamica, ovvero l'utilizzo della leva, incide sui risultati economici di un museo, basta analizzare i conti della gestione 2012 del museo californiano. La gestione operativa 2012 si è chiusa con un risultato negativo per 62,4 milioni di dollari in seguito all'iscrizione di 52,2 milioni di perdite non realizzate sull'operazione di interest rate swap, ma che vanno registrate nella gestione, relative alla copertura del rischio di credito sul prestito Revenue Bonds

I proventi hanno quindi subito un deciso calo e si sono attestati a 27,4 milioni rispetto a 117,2 milioni di dollari. Tra questi va segnalato tuttavia il notevole incremento dei ricavi da biglietteria più che raddoppiati a 6,7 milioni, mentre è negativo il ritorno sugli investimenti con una perdita netta di 2,5 milioni rispetto alla plusvalenza di 28 milioni di un anno prima.

I risultati del museo risentono dell'incidenza degli interessi relativi al prestito obbligazionario di 343 milioni di dollari pari a 13,7 milioni in diminuzione rispetto a 15,4 milioni per il rimborso di 40 milioni di obbligazioni avvenuto nel corso della gestione.

Il Lacma può contare su un 213,7 milioni di fondi di dotazione, di cui la maggior parte senza vincoli. I fondi che riceverà nei prossimi cinque anni ammontano a 80 milioni di dollari, ammontare al quale è stato applicato un tasso di sconto per calcolare il present value compreso tra il 2 e il 5 per cento.

Se dovessero proseguire i colloqui per formalizzare il merger dei due musei il Moca porterà in dote circa 5mila opere d'arte, dai capolavori dell'Espressionismo astratto alla pop art fino ai lavori più recenti di artisti emergenti. Il Lacma, dal canto suo, possiede una collezione composta da oltre 100mila opere che vanno dall'arte antica al contemporaneo. Nella gestione 2012 quest'ultimo ha acquistato opere per un ammontare pari 24,16 milioni di dollari, mentre ha ricevuto in dono opere d'arte del valore di 16,9 milioni di dollari.

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