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L'Armory Show e le dieci fiere collaterali spingono il mercato di Moderno e Contemporaneo a New York

  • –di Riccarda Mandrini

Non poteva che essere una grande festa, per un evento come The Armory Show che quest'anno festeggiava il proprio centenario.
Erano presenti 214 le gallerie, i visitatori hanno superato le attese di 66.000 presenze. E non è mancata la risposta positiva alle previsioni del sindaco Michael Bloomberg che in apertura di fiera aveva quantificato in 54 milioni di dollari l'indotto per la città. Obiettivo centrato, dunque, per il nuovo managing director Noah Horowitz, che aveva accolto l'incarico e sostituito due figure chiave come Paul Morris, ex managing director considerato il rifondatore nel ‘94 di Armory Show e l'ex direttore Michael Hall trasferitosi da Hauser & Wirth .
I Piers, i moli, sull'Hudson 92 e 94 hanno visto passare nei quattro giorni di fiera le figure più emblematiche e molte tra le opere d'arte più importanti degli ultimi 150 anni. Anche in questa edizione il Piers 92 (61 gallerie) è stato dedicato all'Arte Moderna. Curato da Deborah Harris ha goduto del favore di molti collezionisti e, soprattutto, dei direttori dei musei d'arte americani. Strategicamente i galleristi hanno presentato opere di altissimo livello, con stand studiatissimi, puntando senza mezzi termini a un collezionismo raffinato e non hanno sbagliato. Diversi i pezzi preziosi che non erano apparsi sul mercato da più di un decennio. Emblematici i casi di Hirschl and Adler dov'era esposto un lavoro a tempera su carta di Calder, "Macaron Multicolor", datato '69, da trent'anni assente sul mercato. Sempre la stessa galleria esponeva "N. 4 – 1958", un lavoro astratto firmato Stanley Twardovicz, un artista di nicchia, legato alla New York School e, come ci facevano notare i galleristi, sottostimato dalla critica, ma che sta avendo un eccezionale riscontro di pubblico, già opzionato al prezzo di 36mila $.
Nello spazio espositivo di Meredith Ward Fine Art enorme l'interesse per De Kooning, Jim Dine e John Marin, con un range di prezzi esposti da 150-850mila $. La galleria ha anche colto l'occasione della fiera per presentare un pezzo di eccezionale valore storico, "Untitled" (Reclining Figure) datata 1937, scultura di David Smith assente dal mercato da 50 anni. Il valore della scultura superava il milione di $.
Sempre affollato lo spazio della Galleria Mazzoleni di Torino, che ha ricevuto i complimenti di moltissime istituzioni. La galleria torinese proponeva uno stand con lavori di Lucio Fontana, Piero Manzoni e Alberto Burri con range di prezzi attorno al milione di $.
Successo quasi scontato per la Galleria Repetto di Acqui Terme, nel cui spazio hanno trovato posto un eccezionale gruppo di lavori storici, tra cui una ceramica di Lucio Fontana, "Ritratto Femminile", 1965 (23mila $); "Untitled" monocromo nero del maestro, vicino al gruppo degli spazialisti, Paolo Scheggi (91mila $). Grande attenzione anche per "Nero A. n.7 di Alberto Burri, datato 1987 (230mila $) e un lavoro di Agostino Bonalumi, un monocromo "Bianco", del 1969 (110mila $).

L'arte Contemporanea
Erano 136 gallerie al Piers 94, nello spazio della Galleria Senda i collezionisti hanno riservato un'eccezionale attenzione ai lavori dell'artista americana Jane Hammond, pupilla di John Cage, dove le opere esposte avevano un range che partiva da 3mila $, come la stampa "The Return", fino ad un massimo di 50mila $.
Prezzi riservati e curiosità alle stelle nello stand di UCCA (Ullen Center for Contemporary Art) Limited Edition che presentava una selezione di must cinesi: Liu Ye, già top lot in asta ad Hong Kong nel 2010, dove "Bright Road" era stato battuto 2.500.000 di $. Liu Xiadong con oltre 100 passaggi in asta e, Zhang Xiaogang, qui con due opere della serie "Bloodline", nel 2010 in asta da Christie's.
Soddisfazione da Rhona Hoffman Gallery, per il successo ottenuto dalle opere dell'artista afro americano Henry Taylor, che dopo la mostra alla Saatchi Gallery ha visto crescere in modo esponenziale il proprio consenso presso i collezionisti internazionali. Ottimo anche l'impatto dei lavori dell'artista egiziana Susan Hefuna, già passata in Biennale di Venezia.
Monika Sprüth e Philomene Magers di Sprüth Magers, con sede a Berlino e a Londra hanno apostrofato la fiera come una bellissima esperienza . Soddisfatte per le vendite di opere di George Condo, Cyprien Gaillard, Barbara Kruger, Sterling Ruby, Alexandre Singh e Rosemarie Trockel. "Gli Stati Uniti - riferiscono - continuano ad essere un mercato importante, dove i collezionisti sanno guardare alla qualità delle opere". Nieck De Brujin di Upstream Gallery di Amsterdam ha riferito di avere venduto nella giornata di anteprima dedicata ai VIP l'intero stand monografico dedicato al pittore olandese Franck Ammerlaan.
Eccezionale il riscontro per le gallerie italiane. Marco Noire aveva portato a New York una raffinata selezione di opere di Alighiero Boetti realizzate direttamente dall'artista, che esulavano dal periodo della produzione afgana. Lo scorso anno il Moma aveva ospitato una personale di Boetti.

Le "sorelle" collaterali
Bagno di folla anche per le numerose fiere collaterali. Le più seguite e glamour: Volta New York, la storica fiera dedicata agli stand monografici e progetti site specific, proprio per questa sua caratteristica, molto seguita dai direttori dei musei internazionali. Di proprietà dell'Armory, quest'anno contava 95 gallerie.
Scope New York dedicata agli artisti emergenti e all'inizio della loro carriera;
ADAA organizzata dagli art dealers americani, con all'attivo 72 gallerie e una soglia di visitatori che in questa edizione ha superato le 20mila presenze.
Soddisfazione anche dagli organizzatori di Fountain Art Fair, la più trasversale delle fiere, fondata nel 2006, dedicate ai progetti site specific e alle performance. La fiera, già in pre-apertura, aveva superato del 30% il numero dei biglietti venduto lo scorso anno.
L'ingresso libero ha permesso Moving Image di fare il pieno di pubblico, molti i curatori e direttori musei tra i visitatori. Buona accoglienza anche per Independent e New City Art Fair, raccolta attorno a 11 gallerie giapponesi d'arte contemporanea.


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