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Gioni presenta a Roma la Biennale degli artisti "enciclopedici"

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Gioni presenta a Roma la Biennale degli artisti "enciclopedici"

  • –di Silvia Anna Barrilà

Massimiliano Gioni ha comunicato oggi in una conferenza stampa a Roma la lista degli artisti che parteciperanno alla mostra da lui curata in occasione della Biennale di Venezia (1 giugno-24 novembre 2013).

Il titolo era già noto: "Il Palazzo Enciclopedico", ispirato al museo immaginario di tutto il sapere dell'umanità, pensato dall'artista autodidatta italo-americano Marino Auriti e da lui brevettato negli Stati Uniti nel 1955. Ora finalmente ci sono i tanto attesi nomi degli artisti che contribuiranno a visualizzare questo eterno sogno di conoscenza universale, "un'indagine sui modi in cui le immagini sono utilizzate per organizzare la conoscenza e per dare forma alla nostra esperienza del mondo".

E allora i partecipanti saranno 150 da 37 nazioni, molte saranno nuove produzioni, ma ci saranno anche opere dell'inizio del secolo scorso. Una quarantina degli artisti in mostra sono già defunti, come Hilma af Klint (1862-1944), artista svedese tra i pionieri dell'arte astratta, o Hans Bellmer (1902-1975), fotografo surrealista famoso per gli scatti di manichini. Inoltre, nella lista degli artisti scelti da Gioni, si sfumano i confini tra outsider e insider, professionisti e dilettanti. Tra i nomi inclusi ci sono anche autodidatti come Levi Fisher Ames (1843-1923) e Augustine Lesage (1876-1954), il filosofo e fondatore del metodo Waldorf Rudolf Steiner (1861-1925), e anche l'attore e drammaturgo Marco Paolini.

Tra gli italiani ci saranno giovani emergenti come Rossella Biscotti (1978), Yuri Ancarani (1972), Roberto Cuoghi (1973) e Diego Perrone (1970), ma anche artisti di generazioni precedenti, più o meno riconosciuti dal mercato o riscoperti negli ultimi anni come Carol Rama (1918), Gianfranco Baruchello (1924), Enrico Baj (1924-2003), Domenico Gnoli (1933-1970) e Marisa Merz (1931).

Ma ci saranno naturalmente anche nomi noti dell'arte contemporanea, più o meno "established", come i polacchi Miroslaw Balka (1958) e Pawel Althamer (1967), che comporrà un ritratto corale con una serie di ottanta sculture; Tino Sehgal (1976), che Gioni ha già incluso tanti anni fa nella Biennale di Berlino curata con Cattelan del 2006; l'artista inglese Phyllida Barlow (1944), nota per le sue sculture architettoniche che invadono lo spazio; il performer tedesco John Bock (1965); Tacita Dean (1965); Fischli&Weiss (1952; 1946-2012), di cui ricordiamo la mostra a alla Fondazione Trussardi di Milano di cui Gioni è direttore; e ancora Ragnar Kjartansson (1976); Paul McCarthy (1945); Steve McQueen (1969); il pakistano Imran Qureshi (1972), che inaugurerà la nuova Deutsche Bank Kunsthalle e sarà poi al MACRO di Roma a settembre; la fotografa olandese Viviane Sassen, nota per i suoi ritratti africani; Carl Andre, Bruce Naumann, Otto Piene e molti altri.

Ci sarà anche Cindy Sherman in una veste nuova, quella di curatrice di una mostra nella mostra al centro dell'Arsenale, un suo personale museo immaginario composto da più di duecento opere di oltre trenta artisti.

Infine, il presidente Paolo Baratta, che ha definito quella di Gioni una "mostra-ricerca", ha ufficializzato la partecipazione, per la prima volta, della Santa Sede, con una mostra allestita nelle Sale d'Armi, sale che la Biennale sta restaurando per essere destinate a padiglioni durevoli.

Domani la presentazione della mostra a Berlino all'Ambasciata italiana, lunedì a Londra all'Istituto di Cultura italiano e poi martedì a Parigi, sempre all'Istituto di cultura.

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